Fare un piano d’accumulo per i figli ha senso. Intestarglielo? Ne ha meno.

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Nell’articolo di oggi ti voglio parlare non solo di quanto sia importante fare un piano d’accumulo per i tuoi figli, mettendo dunque da parte alcuni risparmi fin da quando questi sono piccoli, ma anche di quanto non sia una buona idea intestarglielo.

Il piano di accumulo per i figli è un argomento trattato e ritrattato da moltissimi esperti di finanza personale ed è ormai chiaro a gran parte delle persone che, destinare una piccola parte dei propri risparmi per l’investimento della stessa in un piano d’accumulo per i propri figli, sia un gesto che quotidianamente pesa in modo abbastanza irrisorio sul bilancio familiare ma, a lungo termine, se fatto con costanza e dedizione, riesce a creare un gruzzolo interessante.

Se sottoscrivi il piano d’accumulo quando ancora i tuoi figli sono molto piccoli, ovviamente hai un lasso di tempo più lungo per accumulare capitale perché i bimbi non toccheranno subito il tesoretto generato e questo ti permetterà di sfruttare in modo efficacie ed efficiente “la magia dell’interesse composto”, ovvero il fatto che anno dopo anno tu possa avere non solo un guadagno sul capitale investito ma anche sugli interessi guadagnati precedentemente.

Non mi dilungo qui sui vantaggi che si possono ottenere con la sottoscrizione di un piano di accumulo per i propri figli perché le logiche sono ovviamente identiche a quelle di un piano di accumulo normale, ma se vuoi approfondire questo argomento qui trovi un articolo dedicato al tema PAC: piano di accumulo di capitale.

Allo stesso tempo, se vuoi approfondire ulteriormente le logiche dell’interesse composto e del perché un piano di accumulo nel lungo termine può generare delle performance molto importanti, puoi fare riferimento all'articolo Interesse composto, la più forte arma per i tuoi investimenti.

Detto questo, per quale motivo ti consiglio di non intestare il piano di accumulo direttamente ai tuoi figli? Perché potrebbe essere corretto non metterli nella condizione che, raggiunta la maggiore età, risultino direttamente proprietari della somma messa da parte negli anni con tanta cura e caparbietà?

Maturità e capacità discrezionali

Se inizi ad accumulare denaro in un piano di accumulo quando i tuoi figli sono piccoli, non puoi conoscere ex-ante le loro personalità, i loro caratteri e le loro capacità future. La maggior parte delle volte i genitori tendono ad essere molto (e forse a volte troppo) ottimisti sulle potenzialità, sulle capacità e sul livello ideale di maturità dei figli raggiunta la maggiore età. Questo però non è razionale: come sai io servo per portare razionalità ai miei clienti. Non è quindi saggio mettere i propri figli nella condizione di avere il diritto insindacabile di poter gestire ed utilizzare in maniera autonoma e discrezionale la disponibilità accumulata. Potrebbero essere molto meno in gamba di quanto si pensi. E’ un dato di fatto. Non è una frase piacevole da leggere ma è una potenziale realtà.

Riconoscenza, gratitudine e apprezzamento

Mi spiego meglio: un ragazzo/a giovane che sa di avere di diritto ad una somma accumulata in un piano di accumulo a lui/lei intestato dai genitori, gli sarà meno grato/a nel momento in cui lo riceverà perché avrà realizzato che è qualcosa che è suo a prescindere (non importa che persona diventerà, come si comporterà, se raggiungerà gli obiettivi scolastici prefissati, ecc.). Se invece il ragazzo/a sa che c’è una somma che viene messa periodicamente da parte per lui/lei dai genitori, ma sa anche che la stessa può essergli tolta perché non direttamente intestata, apprezzerà di più quando gli verrà donata perché capirà che i genitori non solo hanno fatto uno sforzo, ma allo stesso tempo hanno anche scelto di dargli quella somma poiché lo/a ritengono una persona matura e meritevole. Si passa dunque da una situazione del tipo: “questo denaro è mio” a “i miei genitori sono orgogliosi di me e mi stanno premiando con questa somma”. Una bella differenza!

Come è meglio comportarsi

Mi preme ricordarti che un ragazzo/a che raggiunge i diciotto anni, anche se per legge ottiene diversi diritti, tra i quali il diritto di disporre liberamente dei propri beni, non è detto che sappia gestire in maniera efficacie ed efficiente una somma di denaro importante che gli viene lasciata dai genitori.

Generalmente le reazioni che si manifestano in questa occasione sono due e sono diametralmente opposte l’una dall’altra:

  1. Il ragazzo/a potrebbe essere eccessivamente spaventato dalla somma ricevuta e quindi decide di non toccarla nel momento in cui gli viene donata. In questo caso non si prende la responsabilità di fare una scelta, di decidere come gestire ed utilizzare il denaro per paura di compiere errori. Ed in questo caso non va bene perché è, realisticamente, come non averglielo donato.
  2. Il ragazzo/a potrebbe farsi abbindolare dal denaro stesso e quindi compiere scelte errate, dal punto di vista finanziario e comportamentale, sperperando tutta o una parte di quel denaro anche se, per il resto, è una persona matura. E sarebbe un peccato.

Ha quindi più senso mantenere la possibilità di donargli anche solo che una parte del denaro accumulato in modo che sia per il giovane una grossa cifra (che sicuramente apprezzerà), ma non così grande da destabilizzarlo/a. Miglior risultato con minor costo. Cosa volere di più?

In conclusione, potrebbe dunque essere meglio fare un piano di accumulo per i figli con lo scopo di pagargli gli studi oppure con lo scopo di fargli un regalo nel momento in cui ritieni più opportuno, senza metterli nella condizione di avere la certezza di ricevere queste somme.

Infatti, se i figli non sanno che potrebbero arrivare delle somme e di punto in bianco le ricevono, capiscono che i genitori li apprezzano per quelli che sono e per quello che hanno fatto. Se le somme fossero troppo grandi si potrà scegliere di dargliene anche solo che una parte (per la serenità sia dei giovani che dei genitori) lasciando la gestione della parte più corposa ai genitori.

Se ci fossero dubbi o domande su questo ragionamento puoi farmelo sapere nei commenti o contattarmi.

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Davide Berti, consulente finanziario

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In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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