Petrolio ai minimi dal 2021

L'OPEC+ ha annunciato un aumento produttivo di 411.000 barili al giorno per giugno, quasi il triplo del previsto, facendo crollare i prezzi del petrolio ai minimi dal 2021, Brent sotto i 61$ e WTI sotto i 58$.

Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: -0,63% 

🇺🇸 NASDAQ: -0,74%

🇮🇹 FTSE MIB: +0,39%

🇪🇺 € STOXX 600: +0,16%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: +1,65%

🇮🇳 NIFTY 50: -0,25%

🇯🇵 NIKKEI 225: +1,04%

💵 EUR/USD: +0,13% 

🥇 ORO: +1,53%

Wall Street chiude in territorio negativo, con l'S&P 500 a -0,63% e il Nasdaq a -0,74%, mentre il Dow Jones limita le perdite. A pesare sul sentiment rimane la politica commerciale di Trump, che nel fine settimana ha sorpreso i mercati estendendo la guerra dei dazi al settore cinematografico con tariffe del 100% sui film prodotti all'estero.

Nel vecchio continente andamento contrastato per le principali piazze finanziarie: il FTSE MIB italiano guadagna lo 0,39%, sostenuto da titoli come Generali (+3,2%), Unipol (+2,7%) e Mediobanca (+1,9%), mentre pesa il calo di Unicredit (-1,2%). L'Euro Stoxx 600 sale dello 0,16%, mostrando una buona tenuta nonostante le preoccupazioni per le tensioni commerciali globali.

Brillano i mercati asiatici, con il Nikkei giapponese che avanza dell'1,04% e il Component di Shenzhen in forte rialzo a +1,65%. Le azioni cinesi beneficiano delle speranze di un possibile dialogo commerciale con gli Stati Uniti, dopo che Pechino ha dichiarato di star valutando la possibilità di colloqui, a condizione che siano basati sulla "sincerità" e sulla rimozione dei dazi unilaterali.

Sul fronte valutario, l'euro/dollaro registra un leggero apprezzamento (+0,13%), riflettendo un moderato indebolimento del biglietto verde. Tra le materie prime, protagonista indiscusso è l'oro con un significativo +1,53%, che estende i guadagni raggiungendo i 3.367 dollari l'oncia. Il metallo prezioso ha registrato un balzo di quasi il 3% lunedì, cancellando la maggior parte delle perdite della scorsa settimana e confermandosi come bene rifugio nelle fasi di incertezza.

OPEC+ fa crollare il petrolio ai minimi dal 2021

I prezzi del petrolio sono crollati ai minimi da quattro anni, con il Brent che si attesta a 60,36 dollari al barile (-1,52%) e il WTI a 57,11 dollari (-0,17%). La causa principale del tonfo è la decisione dell'OPEC+ di accelerare ulteriormente l'aumento della produzione.

Durante una riunione virtuale tenutasi nel weekend, il cartello petrolifero ha annunciato un incremento di 411.000 barili al giorno per giugno, quasi il triplo di quanto inizialmente pianificato. Questa mossa segue un analogo aumento per maggio e segnala un netto cambio di strategia: da difendere i prezzi a inondare il mercato.

A prima vista, sembra una risposta ai membri che hanno violato ripetutamente le quote di produzione. Il Kazakistan, in particolare, ha superato la sua quota di marzo di ben 422.000 barili al giorno, raggiungendo un record di 2,12 milioni di barili. Ma gli analisti suggeriscono che si tratti di qualcosa di più profondo: un cambiamento nell'approccio saudita ai mercati petroliferi.

Per l'Arabia Saudita, che necessita di petrolio sopra i 90 dollari per bilanciare il proprio budget, la mossa appare azzardata. Tuttavia, Riyadh potrebbe scommettere che un dolore a breve termine produrrà guadagni a lungo termine: prezzi più bassi potrebbero riconquistare quote di mercato perse e mettere pressione sui produttori ad alto costo come lo shale americano. Potrebbe anche essere un'azione preventiva in vista di un eventuale allentamento delle sanzioni su Iran o Venezuela da parte dell'amministrazione Trump.

Gli analisti stanno rivedendo drasticamente le loro previsioni. Standard Chartered ha tagliato la sua stima sul Brent 2025 di 16 dollari a 61 dollari al barile, citando l'escalation tariffaria e il cambio di rotta dell'OPEC+. Anche Goldman Sachs e JPMorgan hanno abbassato le loro aspettative di prezzo e crescita, avvertendo di un rischio di recessione elevato.

Se i prezzi dovessero rimanere bassi, le compagnie petrolifere si troveranno di fronte a una scelta: investire in nuova produzione o restituire capitale agli investitori.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

 

 

 

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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