Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento quotidiano sui mercati finanziari. Il sell-off sui Treasury USA spinge i rendimenti al rialzo.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,05%
🇺🇸 NASDAQ: +0,18%
🇮🇹 FTSE MIB: -0,64%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,21%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,65%
🇮🇳 NIFTY 50: +0,42%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,85%
💵 EUR/USD: +0,08%
🥇 ORO: +0,21%
Chiusura in territorio negativo per le principali piazze europee (EuroStoxx: -0,21%). Milano una delle peggiori (-0,64%) con le utility che trascinano al ribasso l'indice Ftse Mib.
Contrastata Wall Street con l'S&P 500 vicino alla parità (-0,05%) ed il Nasdaq in leggero rialzo (+0,18%). I mercati stanno ora scontando il 90% di possibilità che la Fed opti per un taglio dei tassi di 25 punti base a novembre, dopo aver effettuato una riduzione di 50 punti base a settembre.
Nikkei in rosso, con lo yen travolto dalla forza del dollaro. Rialzo di oltre il 40% al debutto delle azioni della Tokyo Metro in Borsa, la maggiore offerta pubblica di vendita dal 2018 in Giappone.
Cina tonica, dopo il taglio dei tassi a 1 e 5 anni annunciato dalla PBoC lunedì e tutta una serie di stimoli per portare la crescita del Pil attorno al 5% quest’anno. Alle ore 8:00 italiane Shenzhen sale dello 0,65%. Positiva anche l'India che registra un rialzo dello 0,42%.
Sul fronte valutario euro-dollaro a 1,08 (+0,08%). Proseguono i rialzi sull'oro (+0,21%), ai massimi.
Crollano i Treasury: rendimenti al rialzo
Un’ondata di vendite sui Treasury americani ha spinto al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi, riflettendo le aspettative dei trader di un atterraggio morbido da parte della FED.
Il sell-off è stato innescato in gran parte dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della banca centrale. Alcuni membri, infatti, hanno sottolineato la possibilità che i tassi d'interesse possano mantenersi su livelli più elevati a lungo termine, considerando la resilienza dell’economia e la solidità del mercato del lavoro, nonostante i recenti dati sull’inflazione più alti delle attese. Altri, invece, hanno suggerito un approccio più cauto e flessibile, evidenziando l'importanza di essere pronti a reagire rapidamente a eventuali shock economici che potrebbero influenzare la traiettoria di normalizzazione dei tassi e il loro livello neutrale.
L’incertezza legata alle imminenti elezioni presidenziali USA ha inoltre contribuito alla pressione sui rendimenti. Il testa a testa tra Donald Trump e Kamala Harris si gioca sulle aspettative economiche e sulle future politiche fiscali, lasciando i mercati in una situazione di incertezza tra timori di un aumento del deficit e rischi inflazionistici.
Il rendimento del Treasury a 10 anni è salito oltre il 4,22%, registrando un aumento di oltre 10 punti base per la prima volta da luglio, mentre il rendimento dei titoli a due anni ha guadagnato 34 punti base dal 18 settembre, giorno in cui la Fed ha effettuato il primo taglio dei tassi dal 2020.
Per trovare un rialzo dei rendimenti di questa portata bisogna tornare al 1995, quando la Fed, sotto la guida di Greenspan, riuscì a raffreddare l’economia senza provocare una recessione.
Questa dinamica di mercato evidenzia come la resilienza dell'economia statunitense e la forza dei mercati finanziari limitino le possibilità per il presidente della Fed, Jerome Powell, di procedere con tagli aggressivi dei tassi. Attualmente, i mercati prevedono con una probabilità dell'89% un taglio di 25 punti base nel prossimo incontro di novembre.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.
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