Secondo quanto riferito da Bloomberg, la Commissione Europea proporrà domani un sostanziale ridimensionamento delle normative ambientali, sociali e di governance, cedendo alle pressioni che definiscono tali regole un "peso morto" per la competitività europea rispetto a Stati Uniti e Asia.
Il pacchetto di modifiche interesserà varie normative: dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), fino al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM). La revisione prevede sanzioni ridotte, obblighi di monitoraggio più limitati e un innalzamento delle soglie di applicazione, con l'esenzione per le aziende con meno di 1.000 dipendenti e ricavi annui inferiori a 450 milioni di euro, escludendo così circa l'85% delle imprese originariamente coinvolte.
La retromarcia europea arriva mentre negli Stati Uniti l'amministrazione Trump ha già smantellato gran parte dell'agenda verde di Biden, e dopo che Francia e Germania hanno esercitato forti pressioni per ridurre gli oneri amministrativi sulle aziende medio-piccole, in un contesto di produttività economica in stallo.
I dati diffusi oggi dall'Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA) rivelano la situazione creata dalle normative sulle emissioni: mentre le vendite di veicoli elettrici a batteria sono aumentate del 37% a gennaio in mercati chiave come Germania, Regno Unito e Italia, il settore automobilistico nel suo complesso ha registrato un calo del 2,1% delle immatricolazioni. Questo squilibrio è diretta conseguenza delle stringenti normative UE che costringono i produttori a spingere aggressivamente i modelli elettrici per evitare pesanti sanzioni, nonostante questi veicoli comportino costi di produzione più elevati e margini di profitto più ridotti. Contemporaneamente, la domanda di veicoli ibridi plug-in, a benzina e diesel - tradizionalmente più redditizi per le case automobilistiche - è in significativa contrazione.
L'impatto sul mercato delle auto è evidente nei dati di vendita per costruttore: Stellantis, uno dei gruppi più colpiti, ha visto le sue immatricolazioni crollare del 16% rispetto all'anno precedente. Anche BMW (-2,9%) e Mercedes-Benz (-2,4%) hanno registrato cali, mentre il Gruppo Volkswagen e Renault sono riusciti a crescere rispettivamente del 5,3% e del 5,4%, grazie a una maggiore disponibilità di modelli elettrici nella loro gamma. Tali difficoltà normative e di mercato stanno da tempo zavorrando i titoli del settore automobilistico europeo, con le azioni di molti costruttori che faticano a recuperare terreno nonostante l'andamento complessivamente positivo dei mercati azionari continentali.
Questa crescita forzata delle auto elettriche arriva in un momento critico per il settore automobilistico, che si trova a dover rispettare i nuovi e più stringenti obiettivi europei di riduzione delle emissioni CO2 entrati in vigore quest'anno. Ma anche su questo fronte potrebbe esserci un allentamento: la Francia sta spingendo per dare ai costruttori maggiore flessibilità nel rispetto dei target di CO2, e un dirigente Renault si è dichiarato "sicuro al 100%" che Bruxelles allenterà le regole per proteggere i produttori locali.
Friedrich Merz, destinato a diventare il prossimo cancelliere tedesco dopo la vittoria elettorale di domenica, ha già sostenuto che la vendita di nuovi veicoli a combustione interna dovrebbe continuare oltre la fase di eliminazione prevista per il 2035.
In questo contesto di potenziale allentamento normativo, molte case automobilistiche stanno cercando di formare pool con produttori di veicoli elettrici per rispettare le regolamentazioni sulle emissioni. Tesla, le cui vendite europee sono crollate del 45% il mese scorso, intende creare un pool con Toyota, Ford e Stellantis, mentre Mercedes-Benz punta a collaborare con Volvo e Polestar.
La Commissione Europea presenterà un piano d'azione il 5 marzo, ma i critici avvertono che questo rappresenta "pura deregolamentazione" e non una semplice semplificazione normativa.