Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. La Fed gela le speranze di mercato sui tagli 2025, Wall Street crolla del 3%.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -2,95%
🇺🇸 NASDAQ: -3,56%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,25%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,15%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,61%
🇮🇳 NIFTY 50: -1,06%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,80%
💵 EUR/USD: +0,45%
🥇 ORO: -0,85%
Seduta da dimenticare per Wall Street, con gli indici in forte calo dopo le indicazioni più restrittive della Federal Reserve sui tagli dei tassi nel 2025. L'S&P 500 ha registrato un tonfo del 2,95% e il Nasdaq è crollato del 3,56%, mentre il Dow Jones ha perso oltre 1.100 punti segnando la decima seduta consecutiva in rosso, la serie negativa più lunga dal 1974.
Più resiliente il mercato europeo, con il FTSE MIB in rialzo dello 0,25% e l'Euro Stoxx 600 che ha guadagnato lo 0,15%. Performance contrastata in Asia, dove il Nikkei ha ceduto lo 0,80% dopo che la Bank of Japan ha mantenuto i tassi fermi, mentre l'indice di Shenzhen è salito dello 0,61%. In calo l'India (-1,06%).
Sul mercato valutario, l'euro si è rafforzato sul dollaro (+0,45%) nonostante il sentiment hawkish della Fed, mentre l'oro ha ceduto lo 0,85%. La volatilità è esplosa con il VIX, l'indice della paura, che ha registrato un balzo del 74% a 27,6 punti.
I rendimenti obbligazionari sono saliti bruscamente, con il Treasury decennale USA che ha superato il 4,52% e il BTP a 10 anni al 3,48%, portando lo spread con il Bund a 118 punti base. Gli investitori temono che le politiche della futura amministrazione Trump, in particolare i nuovi dazi commerciali, possano mantenere l'inflazione elevata più a lungo del previsto.
Fed taglia i tassi ma gela i mercati: solo due riduzioni nel 2025
La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse per la terza volta consecutiva, portandoli al range 4,25%-4,5%, ma ha raffreddato le aspettative di mercato segnalando un percorso di allentamento monetario più cauto nel 2025. Una decisione che ha scatenato forti vendite sui mercati azionari, con Wall Street che ha registrato la peggior reazione a un meeting Fed dal 2001.
Il FOMC ha rivisto al ribasso le previsioni sui tagli dei tassi per il prossimo anno, indicando solo due riduzioni invece delle quattro stimate a settembre. La svolta hawkish è emersa chiaramente dal nuovo dot plot, che vede i tassi scendere al 3,9% a fine 2025 rispetto al 3,4% previsto in precedenza, e al 3,1% nel 2027. "Con la decisione di oggi, abbiamo tagliato i tassi di interesse di 100 punti base dal picco e la nostra politica monetaria è decisamente meno restrittiva. Di conseguenza, possiamo essere più prudenti nel considerare ulteriori aggiustamenti", ha dichiarato il presidente Jerome Powell.
La banca centrale ha anche rivisto al rialzo le stime sull'inflazione, con il PCE core atteso al 2,5% nel 2025 rispetto al 2,2% previsto in precedenza. Per il 2024, le proiezioni sull'inflazione headline sono state alzate al 2,4% e quelle sul PCE core al 2,8%. "L'inflazione si è indebolita in modo significativo negli ultimi due anni, ma rimane ancora elevata rispetto al target del 2%", ha sottolineato Powell, aggiungendo che "vorremmo vedere ulteriori progressi" prima di procedere con nuovi tagli. La decisione non è stata unanime: la presidente della Fed di Cleveland Beth Hammack ha votato contro il taglio, preferendo mantenere i tassi invariati.
La reazione dei mercati è stata decisamente negativa, segnando la peggior seduta in un giorno di decisioni Fed dal 2001. Il Dow Jones ha perso oltre 1.100 punti (-2,58%), registrando la decima seduta consecutiva in calo, la serie negativa più lunga dal 1974. Ancora più pesante il Nasdaq, crollato del 3,56% a 19.392 punti. Il sell-off si è intensificato nel finale di seduta, con gli investitori che hanno rivisto al ribasso le aspettative sui tagli dei tassi nel 2025. I rendimenti dei Treasury sono balzati di oltre 13 punti base, con il decennale che ha superato il 4,50%, mentre l'euro è scivolato fino a 1,04 dollari.
La cautela della Fed riflette anche le preoccupazioni per l'impatto potenzialmente inflazionistico delle politiche che verranno attuate dalla prossima amministrazione Trump, tra cui nuovi dazi e tagli fiscali. "È prematuro arrivare a qualsiasi conclusioni sui dazi, in quanto non sappiamo ancora quali tariffe, contro quali Paesi, con quale intensità e per quanto tempo saranno imposte", ha precisato Powell. La banca centrale ha anche rivisto al rialzo le stime di crescita, con il PIL atteso in aumento del 2,1% nel 2025 e del 2,5% nel 2024, evidenziando un'economia ancora resiliente che potrebbe rendere più complesso il percorso di normalizzazione monetaria.
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