La Corte d'Appello Federale concede una sospensiva che mantiene attivi i dazi di Trump, ribaltando il blocco di mercoledì.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +1,88%
🇺🇸 NASDAQ: +2,01%
🇮🇹 FTSE MIB: +1,55%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,65%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,91%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,41%
🇯🇵 NIKKEI 225: +2,17%
💵 EUR/USD: -0,15%
🥇 ORO: -1,90%
I mercati americani hanno chiuso ieri con un andamento contrastato: S&P 500 +0,40% e Nasdaq +0,39%, sostenuti dai risultati record di Nvidia. L'entusiasmo iniziale è stato però frenato dalla reinstaurazione dei dazi di Trump da parte di una corte d'appello.
In Europa performance più deboli con Ftse Mib -0,36% ed Euro Stoxx 600 -0,19%, mentre l'euro ha ceduto lo 0,18% sul dollaro e l'oro ha perso lo 0,79%.
L'apertura asiatica di oggi mostra sentiment negativo: Cina in calo con Shenzhen Component -0,74% dopo che i negoziati commerciali con gli USA si sono "bloccati". Il Giappone soffre di più con Nikkei 225 -1,10% penalizzato dal rafforzamento dello yen e dai dati inflazione che aumentano le probabilità di rialzo tassi BoJ. Anche l'India debole con Nifty 50 -0,42%.
L'ottimismo su Nvidia si è rapidamente esaurito in Asia, con i titoli tech che perdono slancio nonostante la trimestrale stellare. Gli investitori rimangono concentrati sulle tensioni commerciali USA-Cina, con Trump che ha annunciato ricorso contro il blocco dei dazi, mantenendo elevata l'incertezza sui mercati.
Dazi Trump: Corte d'Appello ferma lo stop
La Corte d'Appello Federale ha concesso giovedì una sospensiva temporanea che mantiene in vigore i dazi di Trump, ribaltando la decisione della Corte del Commercio Internazionale che mercoledì aveva dichiarato "illegali" le tariffe presidenziali. La decisione riporta stabilità all'agenda commerciale dell'amministrazione dopo 24 ore di incertezza sui mercati.
Mercoledì sera, la Corte del Commercio Internazionale aveva bloccato le tariffe "reciproche" e i dazi mirati alla Cina, lasciando intatte solo quelle su acciaio, alluminio e alcuni beni cinesi specifici. Il tribunale aveva stabilito che Trump aveva ecceduto l'autorità delle leggi di emergenza utilizzate per giustificare le imposte.
L'amministrazione ha immediatamente fatto ricorso, sostenendo che una decisione contro il presidente avrebbe "messo in ginocchio" gli Stati Uniti sulla scena mondiale e "paralizzato" la capacità negoziale americana. La Corte d'Appello del Circuito Federale ha accolto la richiesta, concedendo tempo per rivedere gli argomenti legali. L'amministrazione deve presentare le proprie argomentazioni entro il 9 giugno.
I mercati globali hanno reagito nervosamente all'incertezza sui dazi. I futures statunitensi erano inizialmente saliti dopo la notizia del blocco, con investitori che speravano in una de-escalation delle tensioni commerciali. Tuttavia, la rapida sospensiva ha riportato la volatilità, con particolare pressione sui titoli asiatici che temono l'impatto delle tariffe sui flussi commerciali.
La Cina ha subito le conseguenze più immediate, con i mercati di Shanghai e Shenzhen che hanno mostrato debolezza dopo che il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha dichiarato che i negoziati commerciali si sono "bloccati" nelle ultime settimane. L'incertezza normativa sta pesando anche sui settori tecnologici globali, con investitori preoccupati per le catene di approvvigionamento.
I dazi rappresentano il fulcro della strategia economica di Trump, che li utilizza come strumento di pressione sui partner commerciali. Il presidente ha fatto oscillare le tariffe sui beni cinesi dal 145% al 30%, mentre ha minacciato l'Unione Europea con dazi del 50% prima di ridurre le richieste. Questa imprevedibilità sta creando difficoltà di pianificazione per le multinazionali.
L'instabilità delle politiche commerciali si riflette sui costi aziendali. Le grandi catene di distribuzione americane hanno avvertito di possibili aumenti dei prezzi e scaffali vuoti, mentre le aziende manifatturiere faticano a gestire supply chain in continua evoluzione. Gli analisti stimano che l'incertezza sui dazi stia già influenzando le decisioni di investimento a lungo termine.
Questa volatilità ha portato gli analisti di Wall Street a coniare il termine "Taco trade" - Trump Always Chickens Out - riferendosi alla tendenza del presidente a moderare le minacce più estreme. Trump ha reagito con irritazione quando gli è stato chiesto del termine nell'Ufficio Ovale, definendo la domanda "cattiva".
Parallelamente alla battaglia legale, i negoziati commerciali proseguono freneticamente. L'India ha offerto agli Stati Uniti significative riduzioni tariffarie, mantenendo però alti i dazi su alcune materie prime agricole. L'Unione Europea cerca anch'essa un compromesso: il commissario Maroš Šefčovič sta discutendo possibili cooperazioni nei settori semiconduttori, acciaio e aerospazio.
Le aziende americane monitorano attentamente la situazione. Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha annunciato piani per produrre chip AI negli Stati Uniti, ma ha espresso preoccupazioni sui controlli alle esportazioni verso la Cina. Apple affronta la minaccia di dazi del 25% se non sposterà la produzione degli iPhone in territorio americano.
La questione rimane aperta. Trump ha già promesso di portare il caso alla Corte Suprema se necessario, mentre il suo consigliere commerciale Peter Navarro ha avvertito che l'amministrazione troverà "un altro modo" di procedere anche in caso di sconfitta legale. La decisione finale della Corte d'Appello determinerà se Trump potrà mantenere il controllo su quello che considera il suo strumento economico più efficace, mentre i mercati globali restano in attesa di maggiore chiarezza.