La nuova strategia di riarmo europeo infiammano il mercato, con i titoli del settore difesa che registrano rialzia doppia cifra in risposta alle crescenti ambizioni di autonomia strategica del continente.
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Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -1,76%
🇺🇸 NASDAQ: -2,64%
🇮🇹 FTSE MIB: +1,07%
🇪🇺 € STOXX 600: +1,07%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,28%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,25%
🇯🇵 NIKKEI 225: -1,34%
💵 EUR/USD: +0,09%
🥇 ORO: +0,27%
Wall Street ha archiviato una seduta profondamente negativa in scia alla guerra commerciale: il Nasdaq ha accusato un crollo del 2,64% e l'S&P 500 ha ceduto l'1,76%. A pesare l'entrata in vigore dei dazi del 25% su Canada e Messico e il raddoppio al 20% di quelli sulle merci cinesi.
In netta controtendenza i listini europei, con il FTSE MIB e l'Euro Stoxx 600 entrambi in rialzo dell'1,07%. A Piazza Affari protagonista assoluta Leonardo, che ha chiuso con un balzo del 16,1% sull'onda dei piani tedeschi per istituire due maxi fondi per difesa e infrastrutture, rispettivamente da 400 e 500 miliardi di euro.
Performance mista in Asia: il Nikkei giapponese ha perso l'1,34%, mentre lo SZSE Component cinese ha guadagnato lo 0,28%. In calo l'indice Nifty 50 indiano (-0,25%).
La guerra commerciale si intensifica, con la Cina che ha annunciato tariffe aggiuntive del 10-15% su alcune importazioni americane a partire dal 10 marzo. A complicare il quadro geopolitico, la notizia che Trump ha ordinato una sospensione degli aiuti militari all'Ucraina dopo lo scontro con Zelensky.
Sul fronte valutario, l'euro ha guadagnato lo 0,09% sul dollaro, mentre l'oro è salito dello 0,27%. Crollo verticale per il Bitcoin, in calo del 9,44% dopo il balzo del 20% registrato il giorno precedente.
Effetto "riarmo" Europa sui listini: settore difesa a doppia cifra in un giorno
Il settore della Difesa europeo sta vivendo un momento di profonda trasformazione, riflesso nei significativi rialzi dei principali titoli del comparto. A Piazza Affari Leonardo segna un balzo del +11,26%, mentre sui listini europei BAE Systems (+13%), Rheinmetall (+11%) e Thales (+13%) registrano incrementi a doppia cifra in una sola seduta.
Ma oltre i numeri, è la svolta strategica dell'Europa a rappresentare il vero cambio di paradigma. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ufficializzato l'imminente presentazione del piano "rearm Europe", sottolineando un concetto chiave: "Vogliamo una pace duratura, ma la pace duratura può essere costruita solo sulla forza, e la forza inizia con il rafforzare noi stessi".
Questa nuova visione geopolitica arriva in un momento cruciale per le relazioni transatlantiche. Il recente vertice sulla pace in Ucraina, ospitato dal primo ministro britannico Keir Starmer, ha evidenziato la crescente consapevolezza europea sulla necessità di assumere maggiori responsabilità in tema di sicurezza regionale, specialmente alla luce delle tensioni emerse nell'incontro tra il presidente statunitense Trump e il presidente ucraino Zelenskyy.
Il riorientamento strategico si concretizza in impegni specifici: il Regno Unito ha annunciato l'incremento della spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2027, mentre il presidente francese Macron ha esortato gli europei a superare la soglia del 3%. Secondo Reuters, la Germania starebbe valutando la creazione di un fondo speciale per la difesa che potrebbe liberare risorse per 400 miliardi di euro, in quello che l'economista Robin Winkler definisce "un cambio di regime fiscale di proporzioni storiche".
Gli analisti di JPMorgan parlano di un vero e proprio "ciclo di riarmo europeo", con una chiara direzione verso la sovranità industriale nel settore, riducendo la dipendenza dalle importazioni statunitensi. Come affermato da Vincent Juvyns, stratega di JPMorgan Asset Management: "Si percepisce un ampio consenso per un'Europa che prenda in mano il proprio futuro, e un aumento della spesa militare è inevitabile".
Questo cambiamento solleva tuttavia interrogativi sulla capacità produttiva dell'industria europea della difesa. Anche in uno scenario di accordo di pace in Ucraina, la limitata capacità industriale disponibile suggerisce che i portafogli ordini rimarranno pieni per anni, come sottolineato da diversi analisti del settore.
Per le grandi aziende come BAE Systems, il più importante produttore di armi in Europa, le opportunità di crescita sono "significative", come dichiarato dal CEO Charles Woodburn, che ha evidenziato come l'azienda sia "ben posizionata per beneficiare della vendita di armi ai membri della NATO".
La riorganizzazione della spesa militare europea va oltre la semplice risposta alle tensioni con la Russia, rappresentando un ripensamento strutturale del ruolo dell'Europa nello scacchiere geopolitico globale, con profonde implicazioni economiche, industriali e di sicurezza per il continente nei prossimi decenni.