La prima tappa del tour mediorientale di Donald Trump porta alla firma di accordi per 600 miliardi di dollari con l'Arabia Saudita, con Nvidia che fornirà migliaia di chip AI avanzati al regno, facendo volare il titolo del colosso tecnologico oltre i 3.000 miliardi di capitalizzazione.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,72%
🇺🇸 NASDAQ: +1,61%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,39%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,12%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,59%
🇮🇳 NIFTY 50: +0,26%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,14%
💵 EUR/USD: +0,07%
🥇 ORO: -0,52%
Wall Street ha continuato la sua corsa al rialzo, con il Nasdaq protagonista (+1,61%) e l'S&P 500 in crescita dello 0,72%, estendendo i guadagni dopo la tregua commerciale tra USA e Cina. I mercati americani hanno completamente recuperato il terreno perso in seguito agli annunci sui dazi di Trump.
In Europa, performance contrastate dei principali listi: il FTSE MIB italiano chiude a +0,39%, mentre l'Euro Stoxx 600 segna un +0,12%, appena sopra la parità. I listini europei avevano già festeggiato ampiamente l'accordo sui dazi nelle sedute precedenti, con Milano che ieri ha riagganciato quota 40.000 punti, toccando i massimi da ottobre 2007.
L'Asia presenta un quadro disomogeneo questa mattina, con il Shenzhen Component in rialzo dello 0,59% e il Nifty 50 indiano che avanza dello 0,26%, mentre il Nikkei giapponese cede leggermente (-0,14%), zavorrato da prese di beneficio dopo una prima parte di giornata positiva. L'indice MSCI della regione Asia-Pacifico, escluso il Giappone, è salito dell'1,1%.
Sul fronte valutario, l'euro/dollaro si mantiene sostanzialmente stabile (+0,07%), con la moneta unica che si attesta a 1,1195 dollari. L'oro arretra dello 0,52% a 3.229 dollari l'oncia, mentre il petrolio fa marcia indietro dopo quattro giorni di rally: il WTI cede lo 0,53% a 63,33 dollari al barile e il Brent perde lo 0,54% a 66,27 dollari.
Da oggi entrano in vigore le riduzioni tariffarie concordate tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha confermato che adeguerà i dazi sui prodotti importati dagli USA per un periodo iniziale di 90 giorni, sottolineando che "la riduzione delle tariffe bilaterali è in linea con le aspettative dei produttori e dei consumatori di entrambi i paesi".
Trump e l'Arabia: 600 miliardi per l'AI
Il viaggio in Medio Oriente del presidente americano Donald Trump inizia a dare i suoi frutti, con la firma di importanti accordi commerciali tra Stati Uniti e Arabia Saudita nel settore dell'intelligenza artificiale, per un valore complessivo di circa 600 miliardi di dollari di investimenti. Tra i principali beneficiari del tour presidenziale spicca Nvidia, che ha annunciato un mega accordo per la vendita di centinaia di migliaia di chip AI al regno saudita.
Il titolo del colosso tecnologico guidato da Jensen Huang è balzato di oltre il 5,6% nella seduta di Wall Street di ieri, superando nuovamente la soglia dei 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Nvidia ha così sorpassato Apple, diventando la seconda azienda più capitalizzata al mondo, dietro solo a Microsoft.
L'accordo più rilevante vede Nvidia collaborare con HUMAIN, la nuova sussidiaria per l'AI del fondo sovrano saudita (Public Investment Fund), per costruire "fabbriche di AI" nel regno con una capacità fino a 500 megawatt. La prima fase del progetto prevede la fornitura di 18.000 unità del supercomputer Grace Blackwell GB300, il chip più avanzato presentato da Nvidia a inizio anno.
Anche AMD ha annunciato una collaborazione con HUMAIN del valore di 10 miliardi di dollari, che include l'implementazione di un'infrastruttura hardware AI da 500 megawatt nei prossimi cinque anni. La CEO Lisa Su ha dichiarato: "Insieme, stiamo costruendo una piattaforma AI di rilevanza globale che offre prestazioni, apertura e portata a livelli senza precedenti".
Un altro accordo importante è stato siglato da Qualcomm, che ha firmato un memorandum d'intesa con HUMAIN per sviluppare e costruire un processore centrale (CPU) per data center. L'azienda di San Diego aveva acquisito il produttore di CPU server Nuvia nel 2021, ma non ha ancora rilasciato un prodotto in questo segmento.
Gli accordi sono stati annunciati durante la prima tappa del tour di Trump nella regione, che include anche visite in Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Secondo quanto riportato dal New York Times, l'amministrazione Trump starebbe anche valutando di consentire agli Emirati Arabi Uniti di acquistare grandi volumi di chip AI Nvidia, fino a 500.000 unità all'anno fino al 2027.
Contestualmente, il Dipartimento del Commercio americano ha annunciato la revoca della cosiddetta "AI diffusion rule" imposta dall'amministrazione Biden, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 15 maggio. La norma avrebbe imposto restrizioni all'esportazione di chip AI verso la Cina, estendendo i controlli a gran parte del mondo, inclusi Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
"L'amministrazione Trump perseguirà una strategia audace e inclusiva per far progredire la tecnologia AI americana con partner stranieri fidati, mantenendo al contempo la tecnologia fuori dalla portata dei nostri avversari", ha dichiarato il Dipartimento del Commercio in un comunicato.
L'Arabia Saudita, che sta cercando di rendere la propria economia meno dipendente dal petrolio, mira a posizionarsi come hub per l'intelligenza artificiale e centro leader per le attività di AI al di fuori degli Stati Uniti. "Si tratta di un passo significativo verso il posizionamento del Regno come leader tra le economie basate sui dati e sull'intelligenza artificiale", ha affermato Abdullah bin Sharaf Alghamdi, presidente della Saudi Data & AI Authority.
Nel frattempo, la Cina ha espresso critiche nei confronti dell'accordo commerciale recentemente firmato tra Regno Unito e Stati Uniti, sostenendo che potrebbe essere usato per escludere i prodotti cinesi dalle catene di fornitura britanniche. Il Ministero degli Esteri cinese ha affermato che è un "principio fondamentale" che gli accordi tra Stati non debbano essere diretti contro terze parti.
Il viaggio di Trump in Medio Oriente proseguirà nei prossimi giorni con tappe in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti, dove si prevede la firma di ulteriori accordi commerciali.