Dopo mesi di tensione USA e Cina annunciano i primi colloqui formali in Svizzera per tentare di disinnescare la guerra commerciale.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,77%
🇺🇸 NASDAQ: -0,87%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,22%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,18%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,22%
🇮🇳 NIFTY 50: +0,13%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,04%
💵 EUR/USD: -0,03%
🥇 ORO: -0,80%
Wall Street ha chiuso la seduta di ieri in territorio negativo, con l'S&P 500 in calo dello 0,77% e il Nasdaq in flessione dello 0,87%. Il sentiment è rimasto debole nonostante l'annuncio di imminenti colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo che il presidente Trump ha dichiarato di "non avere fretta" di firmare accordi commerciali.
Il FTSE MIB italiano ha guadagnato lo 0,22%, sovraperformando l'Euro Stoxx 600 che ha invece perso lo 0,18% con gli investitori che rimangono in attesa degli sviluppi commerciali e della decisione della Fed sui tassi.
I mercati asiatici questa mattina mostrano un andamento positivo, in particolare la Cina con lo Shanghai Composite in rialzo dello 0,52% e l'Hong Kong Hang Seng che balza dell'1,5%. A sostenere i listini cinesi è la notizia che il segretario al Tesoro USA Scott Bessent e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer incontreranno i loro omologhi cinesi in Svizzera questo fine settimana, segnando il primo incontro ufficiale dall'imposizione dei dazi. Anche la decisione della Banca Popolare Cinese di tagliare un importante coefficiente di riserva per le banche locali ha contribuito al sentiment positivo.
Diversa la situazione in India, dove le tensioni militari con il Pakistan si sono intensificate. Nonostante ciò, i futures sul Nifty 50 indicano un'apertura in rialzo dello 0,5%, riflettendo una certa resilienza degli investitori di fronte all'escalation.
L'oro registra un calo dello 0,80% dopo il forte rally dei giorni scorsi, con il metallo prezioso che scende a 3.384,71 dollari l'oncia. La flessione è attribuibile al miglioramento del sentiment di rischio seguito all'annuncio dei colloqui commerciali USA-Cina e al rafforzamento del dollaro in vista della decisione della Fed.
Il cambio euro/dollaro registra una leggera flessione dello 0,03%, con l'euro che si attesta a 1,1352 dollari. Il biglietto verde guadagna terreno in vista dell'importante decisione sui tassi della Federal Reserve attesa per questa sera, riflettendo una certa cautela degli investitori.
USA e Cina tornano al tavolo: primi colloqui commerciali
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina potrebbero finalmente allentarsi. I due giganti economici hanno annunciato l'avvio di colloqui formali che si terranno in Svizzera nei prossimi giorni, in quello che rappresenta il primo tentativo ufficiale di de-escalation dalla ripresa della guerra commerciale scatenata dal presidente Trump a gennaio.
Per gli Stati Uniti parteciperanno il Segretario al Tesoro Scott Bessent e il Rappresentante per il Commercio Jamieson Greer, mentre la Cina sarà rappresentata dal Vice Premier He Lifeng, responsabile degli affari economici e commerciali con gli USA. L'incontro si terrà a Ginevra tra il 9 e il 12 maggio.
Bessent, intervistato da Fox News, ha chiarito le aspettative americane: "Si tratterà di de-escalation, non di un grande accordo commerciale. Dobbiamo allentare le tensioni prima di poter andare avanti". Una posizione pragmatica che sembra riconoscere la complessità della situazione attuale.
La risposta cinese è stata cauta ma costruttiva. Il ministero degli Esteri ha confermato la partecipazione, mentre i media di stato hanno riferito che Pechino ha deciso di impegnarsi "dopo aver pienamente considerato le aspettative globali, gli interessi del paese e gli appelli delle aziende americane". Non manca tuttavia un avvertimento: se gli USA "dicono una cosa ma ne fanno un'altra, o tentano di usare i colloqui come copertura per continuare coercizione e ricatto, la Cina non sarà mai d'accordo".
Dall'inizio del suo mandato, Trump ha imposto dazi fino al 145% sulle merci cinesi, con alcune misure specifiche per settore. Pechino ha risposto con tariffe del 125% sulle importazioni americane. Questo scambio di colpi ha scioccato i mercati finanziari e, secondo quanto riferito, ha causato un forte rallentamento del commercio bilaterale.
Gli esperti invitano alla cautela sulle aspettative a breve termine. "Dobbiamo aspettarci molti botta e risposta, proprio come è successo l'ultima volta nel 2018", ha commentato Henry Gao, professore di diritto alla Singapore Management University. "Mi aspetto che i colloqui si protraggano per diversi mesi o anche più di un anno".
Si tratta comunque della prima interazione ad alto livello tra i due paesi da quando il vicepresidente cinese Han Zheng ha partecipato all'insediamento di Trump a gennaio, un segnale che entrambe le parti riconoscono l'urgenza di trovare un terreno comune per evitare ulteriori danni alle loro economie e al commercio globale.