L'amministrazione Trump valuta un taglio drastico dei dazi sulla Cina dal 145% attuale a circa il 50%, mentre si avvicinano i primi colloqui commerciali di alto livello tra le due superpotenze in programma questo weekend a Ginevra.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,58%
🇺🇸 NASDAQ: +1,07%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,47%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,40%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,61%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,98%
🇯🇵 NIKKEI 225: +1,50%
💵 EUR/USD: +0,12%
🥇 ORO: +0,75%
Wall Street ha archiviato una seduta decisamente positiva, con il Nasdaq in evidenza (+1,07%), seguito dall'S&P 500 (+0,58%). I mercati americani hanno beneficiato dell'annuncio dell'accordo commerciale tra USA e Regno Unito, con i principali indici che hanno accelerato nel pomeriggio: a due ore dalla chiusura il Dow Jones è salito dell'1,44%, l'S&P 500 dell'1,38% e il Nasdaq dell'1,8%.
Le borse europee hanno chiuso in territorio positivo, con il FTSE MIB italiano protagonista della giornata (+1,7% a 38.974 punti). A trainare il listino milanese sono stati Prysmian (+5,8%), Stellantis (+5%) e Iveco (+3,4%), mentre hanno sofferto le utility con Enel (-2,1%), A2a (-2%) e Terna (-1%). Positive anche le altre piazze del Vecchio Continente, con l'eccezione di Londra che ha ceduto lo 0,5% nonostante l'accordo commerciale con gli USA e il taglio dei tassi da parte della Bank of England (-25 punti base al 4,25%).
I mercati asiatici mostrano stamane un andamento disomogeneo, con il Nikkei giapponese in forte rialzo (+1,50%) mentre il Component di Shenzhen cede lo 0,61% e il Nifty 50 indiano arretra dello 0,98%. A sostenere Tokyo è la combinazione di uno yen più debole e l'ottimismo sulle prospettive commerciali globali dopo l'intesa USA-UK, vista come possibile modello per altri accordi. I dati della bilancia commerciale cinese di aprile hanno mostrato una certa resilienza nonostante i dazi: le esportazioni sono aumentate dell'8,1%, superando nettamente le previsioni di un +1,9%, mentre il calo delle importazioni si è ridotto allo 0,2% dal precedente -4,3%.
Sul fronte valutario, l'euro/dollaro avanza leggermente (+0,12%) a 1,1313 dollari, mentre la sterlina si è rafforzata dopo il taglio dei tassi della BoE. L'oro rimbalza (+0,75%) dopo le perdite delle sedute precedenti, sostenuto da acquisti tecnici su livelli considerati interessanti.
A catalizzare l'attenzione degli investitori è stato l'accordo commerciale tra USA e Regno Unito firmato da Trump. Il framework prevede che il dazio del 10% imposto sulle merci importate dal Regno Unito rimanga in vigore, mentre il Regno Unito ha accettato di abbassare le sue tariffe all'1,8% dal 5,1%. Inoltre, le importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti saranno esenti dal dazio del 25% imposto da Trump.
I mercati guardano ora ai colloqui commerciali USA-Cina previsti per questo fine settimana, con Trump che ha dichiarato di aspettarsi "negoziati sostanziali" tra i due paesi, alimentando le speranze di una possibile de-escalation nella guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali.
Washington valuta il taglio delle tariffe verso Pechino
Il weekend in arrivo segnerà un momento potenzialmente storico nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. I rappresentanti delle due maggiori economie mondiali si incontreranno a Ginevra, in Svizzera, per i primi colloqui formali dall'inasprimento delle tensioni commerciali avvenuto con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. L'incontro, che vedrà protagonisti il segretario al Tesoro americano Scott Bessent e il vice premier cinese He Lifeng, rappresenta il primo tentativo concreto di allentare una guerra dei dazi che ha visto tariffe reciproche superare il 100%.
Trump ha indicato che i dazi sulle merci cinesi, attualmente al 145%, potrebbero essere ridotti. L'amministrazione sta valutando un piano per diminuire le tariffe a un livello compreso tra il 50% e il 54% già dalla prossima settimana, mentre le tasse commerciali sui paesi del sud-est asiatico confinanti verrebbero ridotte al 25%.
Il meeting di questo weekend rappresenta il segnale più forte finora che le due parti sono pronte a ridurre le tensioni in una guerra commerciale che ha influenzato significativamente i mercati finanziari globali.
I dati commerciali di aprile mostrano che le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono diminuite di oltre il 21% rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni sono calate di quasi il 14%. Nonostante questo, le esportazioni complessive della Cina sono aumentate dell'8,1%, superando le previsioni degli economisti (+1,9%), grazie a un incremento delle spedizioni verso i paesi del sud-est asiatico.
Le esportazioni verso l'ASEAN sono aumentate del 20,8% in aprile su base annua, accelerando rispetto alla crescita dell'11,6% di marzo. Vietnam e Malesia sono rimaste le principali destinazioni delle esportazioni cinesi nella regione, mentre Indonesia e Thailandia hanno registrato crescite rispettivamente del 37% e del 28%.
Gli analisti avvertono che il rimbalzo delle esportazioni potrebbe essere in parte dovuto al trasbordo attraverso paesi terzi e a contratti firmati prima dell'annuncio dei dazi. I dati commerciali potrebbero indebolirsi nei prossimi mesi.
Le frizioni sistemiche tra Stati Uniti e Cina difficilmente saranno risolte a breve, e qualsiasi taglio iniziale delle tariffe potrebbe essere limitato. Un obiettivo realistico sarebbe un ritiro dalle tariffe bilaterali più elevate, ma ciò lascerebbe comunque in vigore significative barriere commerciali.
Wall Street mostra ottimismo: diverse banche d'investimento hanno iniziato a rivedere le previsioni, con Morgan Stanley che ipotizza una riduzione dei dazi effettivi statunitensi sui beni cinesi a un tasso finale del 45% entro fine anno, pur sottolineando che una soluzione duratura rimane difficile da raggiungere.