Lo spread BTP-Bund crolla ai minimi di quattro anni a 92 punti base con il rendimento decennale italiano sotto il 3,5%.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,09%
🇺🇸 NASDAQ: +0,31%
🇮🇹 FTSE MIB: -0,35%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,01%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -1,18%
🇮🇳 NIFTY 50: +0,06%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,31%
💵 EUR/USD: -0,18%
🥇 ORO: -0,56%
I mercati americani hanno chiuso ieri con guadagni modesti: S&P 500 +0,09% e Nasdaq +0,31%, sostenuti dai titoli tecnologici e dalle speranze di de-escalation USA-Cina. AMD ha brillato (+5%) mentre Apple ha deluso (-1,21%) dopo la conferenza sviluppatori.
In Europa performance contrastanti con Ftse Mib -0,35% ed Euro Stoxx 600 piatto (-0,01%). L'euro ha ceduto lo 0,18% a 1,14 dollari, mentre l'oro ha perso lo 0,56%.
L'apertura asiatica mostra ottimismo sui colloqui commerciali. Il Giappone guida con Nikkei 225 +0,31%, la Corea del Sud continua il rally (+0,10%) post-elettorale. La Cina è mista con Shenzhen Component -1,18%, penalizzata da dati economici deboli.
Gli investitori si concentrano sui negoziati USA-Cina che continuano oggi. Trump ha autorizzato la delegazione a negoziare la sospensione delle restrizioni tecnologiche, mentre Pechino potrebbe allentare i limiti sulle terre rare.
Focus sui dati inflazione USA di mercoledì e sull'esito dei colloqui di Londra, che potrebbero determinare la direzione dei mercati.
Spread ai minimi dal 2021: decennali sotto il 3,5%
Lo spread tra BTP decennale e Bund tedesco ha toccato questa mattina i minimi degli ultimi quattro anni a 92 punti base, con il rendimento del titolo italiano che è sceso sotto il 3,5% (precisamente al 3,45%).
Un calo significativo se si considera che solo un mese fa il decennale italiano rendeva il 3,67%, mentre lo spread viaggiava intorno ai 100 punti base. Dietro questo andamento ci sono diversi fattori che stanno modificando la percezione dell'Italia sui mercati finanziari globali: dal sostegno del PNRR alla stabilità del governo Meloni, oltre alla percezione dell'Italia come paese con conti pubblici più disciplinati rispetto a Germania e Francia che aumentano la spesa pubblica.
Goldman Sachs ha recentemte espresso un giudizio "costruttivo" sui BTP per il 2025, identificando tre ragioni chiave dietro al calo dello spread. Quali sono queste ragioni?
Il primo fattore è rappresentato dal sostegno del PNRR, che continuerà fino al 2026 fornendo uno spazio fiscale di circa l'1,5% del PIL all'anno. Il saldo fiscale italiano sta migliorando più rapidamente rispetto alle altre grandi economie europee, raggiungendo il divario più basso rispetto alla media dell'area euro dal 2016.
Il secondo elemento riguarda i tassi reali che, nonostante l'aumento dovuto alla disinflazione e ai dazi USA, rimangono circa 100 punti base inferiori alla media pre-pandemica. Goldman prevede che l'aumento della spesa per la difesa sarà assorbito dall'emissione di debito UE, riducendo la pressione sulle emissioni BTP. La terza ragione è la stabilità politica. L'analisi della banca evidenzia come gli episodi di allargamento degli spread negli ultimi 10 anni siano stati causati da instabilità politica, rischio che attualmente appare limitato. Il governo Meloni ha registrato un incremento di popolarità nei 30 mesi successivi all'insediamento, dato inusuale per gli esecutivi italiani degli ultimi 20 anni.
Il mancato raggiungimento del quorum nei referendum, con un'affluenza del 29%, ha eliminato una potenziale fonte di incertezza politica. La mancata validazione del voto sul jobs act si inserisce in un contesto di indicatori del lavoro in miglioramento, con la disoccupazione scesa al 5,9% ad aprile. Bloomberg rileva come l'Europa mediterranea sia ora percepita come più attenta al rigore fiscale, mentre Germania, Stati Uniti e Giappone aumentano la spesa pubblica. Gli analisti osservano come paesi "un tempo considerati periferici e fiscalmente irresponsabili, oggi emergano come esempi di disciplina dopo anni di austerità".
Lo spread con il Bono spagnolo è sui minimi da settembre 2021 a 34 punti base, mentre il distacco con la Francia è a 24 punti base, livelli non registrati da diciassette anni. La convergenza degli spread potrebbe favorire l'emissione di bond comuni UE, soprattutto in un contesto di crescente spesa per la difesa. Le agenzie di rating hanno assegnato upgrade a Italia e Grecia, mentre gli Stati Uniti hanno subito un declassamento da Moody's.
Goldman Sachs evidenzia tuttavia un aspetto critico: la bassa produttività del mercato del lavoro italiano. L'Italia è l'unica tra le quattro maggiori economie dell'Eurozona ad aver registrato una crescita della produttività negativa negli ultimi due anni, nonostante il sostegno fiscale del Recovery Fund. La BCE ha sostenuto indirettamente i paesi periferici con i tagli ai tassi, riducendo il costo del finanziamento e favorendo l'interesse degli investitori per l'Europa periferica, ora considerata più sicura in termini di sostenibilità del debito.
Il miglioramento della posizione relativa dell'Italia sui mercati del debito rappresenta un cambiamento significativo degli equilibri europei. Con lo spread che secondo Goldman potrebbe scendere verso i 75 punti base, l'Italia ha consolidato una posizione più solida, pur dovendo affrontare la questione strutturale della produttività per garantire una crescita sostenibile nel lungo periodo.
La domanda cruciale però è una: riuscirà il bel Paese a continuare su questo trend? Oppure si tratta solamente di un miglioramento temporaneo?