La mossa a sorpresa di Mediobanca, che offre il suo 13% di Generali per acquisire Banca Generali, stravolge il panorama finanziario italiano e complica i piani di MPS.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,06%
🇺🇸 NASDAQ: -0,10%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,31%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,53%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,04%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,08%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,38%
💵 EUR/USD: -0,28%
🥇 ORO: -0,58%
Seduta molto contrastata sulle pricnipali piazze finanziarie. Wall Street ha terminato la giornata con variazioni minime: l'S&P 500 ha guadagnato un modesto 0,06%, mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0,10%, in un clima di attesa per le trimestrali delle grandi aziende tecnologiche previste nei prossimi giorni.
In Europa il quadro è stato leggermente più positivo, con l'Euro Stoxx 600 che ha chiuso in rialzo dello 0,53% e il FTSE MIB italiano che ha guadagnato lo 0,31%, sostenuto dal settore bancario.
I mercati asiatici mostrano stamattina un andamento misto ma generalmente positivo. Il Nikkei giapponese sale dello 0,38%, mentre lo SZSE Component cinese registra una leggera flessione dello 0,04% e l'indice indiano Nifty 50 cede lo 0,08%.
Sul fronte valutario, l'euro si indebolisce contro il dollaro (-0,28%), mentre l'oro continua a correggere (-0,58%) dai recenti massimi storici, scendendo a 3.308 dollari l'oncia.
A pesare sul sentiment è il crollo del petrolio, con il Brent che perde l'1,16% a 64 dollari al barile, ai minimi degli ultimi mesi, a causa delle preoccupazioni sulla domanda globale e delle tensioni commerciali tra USA e Cina.
La notizia positiva arriva dall'amministrazione Trump, che ha annunciato un allentamento dell'impatto dei dazi sulle auto, esentando i produttori che pagano le tariffe automobilistiche da ulteriori dazi, come quelli su acciaio e alluminio. Questa mossa ha favorito in particolare i titoli del settore automobilistico asiatico, con i produttori cinesi e coreani in forte rialzo.
Mediobanca gioca la carta Banca Generali: il blitz che stravolge il risiko bancario
Con una mossa a sorpresa, Mediobanca ha lanciato un'offerta pubblica di scambio (OPS) sulla totalità delle azioni di Banca Generali, utilizzando come "moneta" il suo pacchetto del 13,1% di Assicurazioni Generali, valutato 6,3 miliardi di euro.
L'operazione di Alberto Nagel (AD di Mediobanca) rappresenta innanzitutto una potente contromossa all'OPS ostile lanciata da Monte dei Paschi di Siena. Con questa manovra, Nagel punta a convincere gli azionisti che il futuro di Mediobanca come entità indipendente, trasformata in un leader europeo del wealth management, sia più attraente rispetto all'integrazione nel "terzo polo bancario" proposto da MPS.
Presentando un piano industriale ambizioso e con sinergie significative (300 milioni di euro), Mediobanca offre ai suoi azionisti un'alternativa concreta e potenzialmente più remunerativa rispetto all'OPS di MPS. Questa strategia difensiva vuole dimostrare che Piazzetta Cuccia può creare maggior valore restando indipendente e perseguendo una propria strategia di crescita nel wealth management.
La mossa di Nagel, tuttavia, si scontra con una realtà politico-finanziaria complessa: Delfin (famiglia Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone insieme controllano già circa il 30% del capitale di Mediobanca e sono fortemente favorevoli all'OPS di Monte dei Paschi, essendo entrambi azionisti rilevanti anche della banca senese. Il loro obiettivo di lungo termine include il controllo di Generali, e l'acquisizione di Mediobanca tramite MPS rappresenterebbe un passaggio chiave in questa strategia.
L'offerta su Banca Generali, cedendo la quota in Generali, serve quindi a Nagel anche per "togliere dal tavolo" uno degli asset più ambiti da Delfin e Caltagirone, rendendo Mediobanca meno attraente per MPS e i suoi alleati. È una mossa che cambia drasticamente i termini della partita, costringendo tutti gli attori a riconsiderare le proprie strategie.
Il sacrificio della storica partecipazione in Generali è il prezzo che Nagel è disposto a pagare per mantenere l'indipendenza di Mediobanca. Rinunciando al ruolo di azionista di riferimento del Leone di Trieste, Mediobanca proietterebbe Generali nel mondo delle public company, lasciando un vuoto che potrebbe essere colmato da altri attori, ma rendendo al contempo più difficile per Delfin e Caltagirone utilizzare MPS-Mediobanca come veicolo per assumere il controllo della compagnia assicurativa.
Tutto si deciderà nell'assemblea ordinaria del 16 giugno, quando gli azionisti di Mediobanca saranno chiamati a votare sull'OPS. Sarà il momento decisivo in cui vedremo se la strategia difensiva di Nagel avrà successo nel convincere almeno il 50% più uno del capitale a sostenere il progetto di trasformazione indipendente, o se invece prevarranno le dinamiche di controllo sostenute dai grandi azionisti favorevoli all'integrazione con MPS.
La partita rimane completamente aperta e le prossime settimane saranno caratterizzate da intense manovre dietro le quinte e possibili ulteriori colpi di scena. L'esito di questa battaglia determinerà non solo il futuro di Mediobanca, ma anche gli equilibri complessivi del sistema finanziario italiano.