Benvenuto all'appuntamento settimanale in cui vediamo come sono andati i principali indici e quali sono stati i migliori titoli e i peggiori della prima settimana di aprile 2025.
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Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici in questa settimana.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -9,08%
🇺🇸 NASDAQ: -10,02%
🇮🇹 FTSE MIB: -10,56%
🇪🇺 € STOXX 600: -8,44%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -2,28%
🇮🇳 NIFTY 50: -2,61%
🇯🇵 NIKKEI 225: -9,00%
💵 EUR/USD: +1,18%
🥇 ORO: -2,53%
I mercati finanziari archiviano la settimana peggiore dal crollo del 2020 causato della diffusione del Covid.
I mercati americani hanno registrato perdite a doppia cifra, con il Nasdaq che ha chiuso la settimana a -10,02% e l'S&P 500 a -9,08%. Ancora peggiore la performance europea, dove il FTSE MIB italiano ha ceduto il 10,56% e l'Euro Stoxx 600 ha perso l'8,44%.
Anche i mercati asiatici hanno sofferto pesantemente, con il Nikkei giapponese crollato del 9,00% e perdite più contenute in Cina (-2,28%) e India (-2,61%). L'indice di volatilità VIX è schizzato a quota 40, livelli che non si vedevano dal 2020.
Il dollaro ha continuato a indebolirsi, con il cambio EUR/USD in rialzo dell'1,18%, mentre l'oro, tradizionale bene rifugio, ha sorprendentemente perso terreno (-2,53%), probabilmente a causa di liquidazioni forzate per coprire le perdite su altri asset.
Questa tempesta sui mercati ha polverizzato oltre 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione a Wall Street e 400 miliardi in Europa. L'indice Russell 2000 delle piccole capitalizzazioni è entrato in territorio di bear market, con un calo complessivo superiore al 20% dai massimi.
Top titoli della settimana
🇮🇹 Italia - Snam: +0,73%
In un contesto di mercato fortemente negativo, il titolo Snam è una delle poche azioni a salvarsi dalle vendite, confermandosi come rifugio sicuro per gli investitori. L'intero comparto delle utility sta beneficiando della rotazione degli investimenti verso settori più difensivi. Mentre tutto va a picco, questo settore non solo resiste alle vendite ma registra persino apprezzamenti. Come evidenziato da recenti report, "in fasi di turbolenza e incertezza, gli investitori preferiscono rifugiarsi in comparti più sicuri come quello delle utility", storicamente meno esposti alla volatilità dei mercati.
🇺🇸 Stati Uniti - UnitedHealthcare: +1,75%
Il colosso delle assicurazioni sanitarie recupera dai minimi ed è uno dei pochi titoli che ha resistito al crollo generalizzato del mercato. UnitedHealth Group è riuscito a guadagnare un +14% dai recenti minimi, dimostrando la resilienza del settore sanitario come rifugio sicuro in tempi di volatilità. Secondo gli analisti, il settore healthcare è stato tra i più forti performanti del primo trimestre 2025, superando nettamente il mercato più ampio dopo anni di sottoperformance.
🇮🇳 Asia - Netease: +4,51%
Il gigante tecnologico cinese dei giochi online ha registrato una performance notevole, guadagnando il +4,51% in una settimana difficile per i mercati. Con un rialzo dell'11% dall'inizio dell'anno, Netease ha beneficiato dell'esenzione temporanea dai nuovi dazi per alcuni prodotti. La notizia che il presidente Trump ha escluso temporaneamente alcuni beni ha fornito sollievo a diverse aziende esportatrici in India, Giappone e Irlanda.
Flop titoli della settimana
🇮🇹 Italia - Bper: -18,55%
Settimana drammatica per Bper che ha registrato un crollo dai massimi, risultando la peggiore in termini assoluti sul listino di Milano. Il comparto bancario in generale è stato particolarmente colpito dalle preoccupazioni legate alla guerra commerciale e all'impatto sull'economia reale. Gli analisti spiegano che "il tema centrale del settore bancario è il suo legame con le dinamiche economiche" e con le previsioni di crescita in revisione al ribasso, le banche, che fungono da ponte tra finanza ed economia reale, sono tra le più esposte alle turbolenze dei mercati.
🇺🇸 Stati Uniti - Apple: -13,55%
Il gigante tecnologico di Cupertino ha vissuto una settimana da incubo, perdendo il -13,55% del suo valore. Non è stata la perdita peggiore sull'S&P 500, ma è stata una delle più significative per l'impatto sul mercato, bruciando più di 300 miliardi di dollari di capitalizzazione in un solo giorno. I nuovi dazi colpiranno duramente la catena di approvvigionamento di Apple: i prodotti provenienti dalla Cina saranno soggetti a tariffe fino al 54%, quelli dal Vietnam al 46% e dall'India al 26%.
🇨🇳 Asia - Xiaomi: -10,09%
Le azioni del produttore cinese di smartphone ed elettronica hanno subito un duro colpo, perdendo il -10,09% nell'ultima settimana, sebbene mantengano un guadagno del +35% da inizio anno. Oltre all'impatto negativo dei dazi, Xiaomi è stata colpita da un tragico incidente che ha coinvolto uno dei suoi veicoli elettrici SU7, causando la morte di tre persone dopo che l'auto si è schiantata contro un guardrail autostradale ed ha preso fuoco.
La settimana che verrà
La prossima settimana si preannuncia carica di eventi potenzialmente decisivi per i mercati. L'attenzione sarà concentrata principalmente su due fronti: gli sviluppi della guerra commerciale e i dati sull'inflazione americana.
Mercoledì verranno pubblicati i verbali dell'ultima riunione della Fed, che potrebbero fornire indizi importanti sulla posizione della banca centrale rispetto ai recenti sviluppi economici. Ma sarà giovedì il giorno chiave, con la pubblicazione del dato sull'inflazione USA di marzo (CPI), fondamentale per valutare l'impatto dei dazi sui prezzi e le future decisioni di politica monetaria della Fed.
Venerdì inizierà ufficialmente la stagione delle trimestrali con i risultati delle grandi banche americane (JPMorgan, Wells Fargo, Morgan Stanley e BlackRock), che daranno un primo segnale sulla salute dell'economia reale.
Sul fronte europeo, saranno da monitorare i dati sulla produzione industriale di Italia, Germania e Francia, per valutare l'impatto della crisi commerciale sul settore manifatturiero continentale.
Le aspettative degli analisti sono per una persistente volatilità, con la possibilità di un forte movimento direzionale (superiore al 2%) in qualsiasi direzione, determinato principalmente dalle eventuali novità sul fronte dei negoziati commerciali.