Benvenuto all'appuntamento settimanale in cui vediamo come sono andati i principali indici e quali sono stati i migliori titoli e i peggiori della seconda settimana di giugno 2025.
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Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici in questa settimana.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -1,13%
🇺🇸 NASDAQ: -1,30%
🇮🇹 FTSE MIB: -1,28%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,89%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -1,10%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,68%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,89%
💵 EUR/USD: -0,28%
🥇 ORO: +1,48%
Settimana di volatilità e correzione per i mercati globali, culminata con il "venerdì nero" seguito agli attacchi israeliani preventivi contro l'Iran. L'S&P 500 ha ceduto l'1,13% mentre il Nasdaq ha perso l'1,30%, interrompendo la serie positiva delle ultime settimane. La tensione geopolitica ha scatenato un flight-to-safety con l'oro che ha brillato (+1,48%) e il petrolio in rialzo del 7%.
Nonostante l'escalation finale, la settimana aveva mostrato segnali incoraggianti sui dati macro americani. L'inflazione CPI di maggio ha sorpreso al ribasso con un aumento mensile dello 0,1% contro lo 0,2% atteso, mentre il PPI è sceso dello 0,1%. Questi dati hanno fatto aumentare leggermente le aspettative di tagli Fed, con le probabilità per luglio salite al 20%.
In Europa, l'EuroStoxx 600 ha limitato i danni (-0,89%) mentre il FTSE MIB ha perso l'1,28%. I mercati asiatici hanno mostrato debolezza generalizzata, con la Cina che ha ceduto l'1,10% nonostante i progressi nei negoziati commerciali con gli USA. Trump e Xi hanno stabilito un "framework" commerciale che prevede la riduzione dei dazi cinesi dal 145% al 55%.
Top titoli della settimana
🇮🇹 Italia - ENI: +4,88%
Il colosso petrolifero italiano ha brillato nella settimana segnata dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Gli attacchi israeliani ai siti nucleari iraniani hanno fatto schizzare il prezzo del Brent oltre il 10%, con ENI che ha beneficiato direttamente del rally delle commodities energetiche.
Il titolo si è riavvicinato ai massimi annuali, sostenuto dall'escalation che ha riacceso i timori per l'approvvigionamento energetico globale. L'intero comparto petrolifero europeo ha registrato performance positive, con gli investitori che hanno privilegiato i titoli oil&gas come bene rifugio in un contesto di crescente incertezza geopolitica.
🇺🇸 Stati Uniti - Oracle: +23,68%
Settimana straordinaria per Oracle, che ha registrato la migliore performance dal 2001 con un balzo del 23,68%. Il rally è stato innescato dai risultati trimestrali eccezionali che hanno mostrato uno slancio impressionante nel business cloud e nell'intelligenza artificiale.
I ricavi sono cresciuti dell'11% a 15,9 miliardi di dollari, superando le aspettative, mentre l'EPS non-GAAP di 1,70 dollari ha battuto il consensus di 1,65 dollari. Il vero highlight è stata Oracle Cloud Infrastructure (OCI) che è cresciuta del 52% a 3 miliardi di dollari, dimostrando la capacità dell'azienda di competere con Amazon, Microsoft e Google nel cloud.
La CEO Safra Catz ha fornito una guidance per il nuovo anno fiscale superiore ai 67 miliardi di dollari, ben oltre i 65,18 miliardi del consensus. Il backlog record di 138 miliardi (+41% annuo) garantisce visibilità sui ricavi futuri, con contratti importanti da OpenAI, Meta, Nvidia e AMD.
🇨🇳 Asia - Zijin Mining Group: +9,60%
Il gigante minerario cinese si avvicina ai massimi storici, beneficiando del rally dell'oro che ha raggiunto nuovi record. Il titolo ha guadagnato il 9,60% nella settimana, sostenuto dalle aspettative di ulteriori rialzi del metallo prezioso fino a 4.000 dollari l'oncia.
La società ha annunciato lo spin-off e quotazione di una controllata alla Borsa di Hong Kong, strategia mirata a migliorare l'indipendenza operativa e la crescita sostenibile. Inoltre, Zijin ha aperto il suo fondo oro e rame agli investitori professionali di Hong Kong, capitalizzando sul sentiment positivo per questi metalli in un contesto di incertezze geopolitiche e commerciali.
Flop titoli della settimana
🇮🇹 Italia - Nexi: -8,56%
Settimana difficile per il leader italiano nei pagamenti digitali, che ha subito un calo dell'8,56% in un contesto che permane difficile per il titolo.
Il ribasso arriva nonostante l'aggiornamento sul programma di buyback, con l'acquisto di 3,8 milioni di azioni proprie al prezzo medio di 5,27 euro tra il 2 e il 6 giugno. Dal lancio del programma il 21 maggio, Nexi ha riacquistato complessivamente 10,6 milioni di azioni (0,86% del capitale) per 56,1 milioni di euro.
🇺🇸 Stati Uniti - JM Smucker: -13,67%
Crollo per il produttore di alimenti e snack dopo risultati trimestrali deludenti e una guidance per il 2026 che ha deluso gli analisti. La società ha riportato ricavi del quarto trimestre in calo del 3% a 2,14 miliardi, sotto le attese di 2,19 miliardi.
La guidance per l'EPS aggiustato 2026 di 8,50-9,50 dollari è risultata inferiore del 13% rispetto al consensus nel punto medio, evidenziando le pressioni competitive e l'impatto negativo dell'acquisizione mal tempificata di Hostess Brands. Il segmento Sweet Baked Snacks ha registrato un calo del 26% delle vendite.
🇨🇳 Asia - Geely Automobile: -9,15%
Il costruttore cinese di veicoli elettrici ha subito le conseguenze dell'escalation della guerra dei prezzi nel settore EV cinese. Geely ha pubblicamente supportato le accuse di Great Wall Motor contro BYD riguardo al mancato rispetto degli standard sulle emissioni.
Il vice presidente di Geely, Victor Yang, ha confermato che l'azienda ha condotto test indipendenti raggiungendo le stesse conclusioni di Great Wall sui modelli ibridi BYD Qin Plus e Song Plus. La disputa tecnica sui serbatoi non pressurizzati si è intensificata proprio mentre il settore affronta una competizione feroce innescata dai tagli di prezzo aggressivi di BYD.
Il Ministero dell'Industria cinese ha convocato i produttori auto per fermare la guerra dei prezzi, ma l'incertezza continua a penalizzare l'intero comparto EV cinese.
La settimana che verrà
La prossima settimana sarà dominata dalla riunione Fed di mercoledì, dove non sono attesi cambiamenti sui tassi ma l'attenzione si concentrerà sui commenti di Powell riguardo l'evoluzione della politica monetaria. I recenti dati inflazionistici incoraggianti potrebbero aprire la strada a discussioni sui futuri tagli.
Sul fronte economico, martedì arrivano i dati delle vendite al dettaglio di maggio, cruciali per valutare la tenuta dei consumi americani. Lunedì l'Empire State Manufacturing fornirà indicazioni sul settore manifatturiero, mentre venerdì il Philadelphia Fed Index completerà il quadro sull'attività industriale.
L'evoluzione della crisi mediorientale rimane il fattore di rischio principale, con gli investitori che monitoreranno attentamente eventuali escalation tra Israele e Iran. Storicamente, le tensioni geopolitiche hanno avuto impatti di breve termine sui mercati, ma l'incertezza potrebbe persistere.
I negoziati commerciali tornano sotto i riflettori con la scadenza del 9 luglio per la pausa sui dazi ai partner non-cinesi. Il Segretario Bessent ha indicato possibili estensioni per i Paesi che mostrano "buona fede" nei negoziati, elemento chiave per la stabilità dei mercati nelle prossime settimane.