Colpo di scena: UniCredit lancia un'offerta pubblica di scambio volontaria su Banco BPM, puntando a diventare la prima banca italiana per totale attivi.
UniCredit accelera su Banco BPM: il secondo fronte di Orcel
UniCredit accelera il consolidamento del settore bancario italiano lanciando un'offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco BPM, del valore complessivo di 10,1 miliardi di euro. L'operazione segna l'apertura di un secondo importante fronte per l'AD Andrea Orcel, già impegnato nei negoziati per l'acquisizione della tedesca Commerzbank, nonostante le difficoltà legate all'opposizione del governo di Berlino.
L'operazione, che prevede un concambio di 0,175 azioni UniCredit di nuova emissione per ogni azione Banco BPM, rappresenta un premio dello 0,5% rispetto alla chiusura di venerdì. Il mercato, all’apertura dei mercati, ha reagito positivamente per Banco BPM, salita del 6,2%, mentre UniCredit ha ceduto il 2,9%.
L'operazione arriva in una fase di intensa attività di M&A nel settore, dopo che Banco BPM ha recentemente acquisito una partecipazione in Monte dei Paschi e sta cercando di prendere il controllo del gestore patrimoniale Anima.
L'operazione, che dovrà essere finanziata attraverso un aumento di capitale pari al 13,9% del capitale di UniCredit, prevede sinergie totali per 1,2 miliardi di euro, di cui 900 milioni dai costi e 300 milioni dai ricavi. Gli oneri di integrazione sono stimati in circa 2 miliardi di euro, da sostenere nel primo anno, senza impatti sui dividendi 2024.
"Non possiamo rimanere assenti dal consolidamento bancario in Italia," ha dichiarato l'AD Andrea Orcel, sottolineando come l'acquisizione di Banco BPM, obiettivo strategico di lungo termine, potrebbe rendere UniCredit il maggiore istituto di credito italiano per totale attivi.
La mossa di UniCredit si inserisce in un più ampio contesto di consolidamento del settore bancario italiano, iniziato con l'acquisizione di UBI da parte di Intesa Sanpaolo nel 2020, seguito dall'acquisto di Credito Valtellinese da parte di Crédit Agricole nel 2021 e di Carige da parte di BPER nel 2022. Tuttavia, questa operazione potrebbe complicare i piani del governo Meloni di favorire la creazione di un terzo polo bancario nazionale.
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