Gli Stati Uniti e la Cina hanno raggiunto a Ginevra un accordo che riduce drasticamente i dazi reciproci per un periodo di 90 giorni, segnando una pausa nella guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali e facendo impennare i mercati.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +3,26%
🇺🇸 NASDAQ: +4,35%
🇮🇹 FTSE MIB: +1,40%
🇪🇺 € STOXX 600: +1,21%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,14%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,80%
🇯🇵 NIKKEI 225: +1,54%
💵 EUR/USD: +0,24%
🥇 ORO: +1,20%
Rally di Wall Street che ha chiuso la giornata di ieri ampiamente in verde. Il Nasdaq protagonista assoluto (+4,35%) e l'S&P 500 in forte rialzo (+3,26%). A catalizzare l'impennata degli indici americani è stato l'annuncio della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, con Washington che ridurrà i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre Pechino abbasserà le sue tariffe sulle merci americane dal 125% al 10%.
Più contenuto ma comunque significativo il rialzo in Europa, con il FTSE MIB italiano in progressione dell'1,40% e l'Euro Stoxx 600 in crescita dell'1,21%. I mercati del Vecchio Continente hanno beneficiato della schiarita sul fronte commerciale internazionale, che ha ridotto i timori di una frenata dell'economia globale.
L'Asia mostra oggi un andamento più contrastato, non riuscendo a replicare pienamente l'euforia di Wall Street. Il Nikkei giapponese si distingue con un solido +1,54%, mentre i mercati cinesi appaiono più cauti: il Shenzhen Component cede leggermente (-0,14%). Anche il Nifty 50 indiano arretra dello 0,80%.
Sul fronte valutario, l'euro/dollaro avanza leggermente (+0,24%), mentre l'oro torna a salire (+1,20%), segnalando che permane una certa cautela tra gli investitori nonostante l'apparente distensione commerciale.
Secondo l'agenzia di rating Fitch, nonostante l'accordo, il tasso effettivo dei dazi USA è ora al 13,1%, un netto calo rispetto al 22,8% precedente ma comunque ai livelli più alti dal 1941 e molto superiore al 2,3% di fine 2024. Gli analisti avvertono che "quando tutto sarà detto e fatto, i dazi rimarranno drammaticamente più alti e peseranno sulla crescita statunitense".
L'attenzione degli investitori si sposta ora su due elementi chiave: i dettagli dell'accordo USA-Cina e cosa accadrà dopo i 90 giorni di tregua, ma soprattutto sui dati sull'inflazione americana attesi per oggi.
Tregua commerciale USA-Cina di 90 giorni: ecco i termini
Un'intesa storica tra Stati Uniti e Cina ha portato a una significativa riduzione delle tariffe tra le due maggiori potenze economiche mondiali, mettendo in pausa quella che rischiava di diventare una guerra commerciale totale. L'accordo, raggiunto dopo 48 ore di negoziati a Ginevra, prevede una sospensione iniziale di 90 giorni delle ostilità commerciali, durante i quali entrambe le parti si impegnano a lavorare per una soluzione più duratura.
Gli Stati Uniti hanno accettato di ridurre i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre Pechino ha abbassato le sue tariffe sui prodotti americani dal 125% al 10%. L'intesa entrerà in vigore "entro il 14 maggio", secondo quanto specificato in un comunicato congiunto.
Come parte dell'accordo, Washington ha anche annunciato una riduzione delle tariffe sulle spedizioni di basso valore dalla Cina, i cosiddetti dazi "de minimis", che scenderanno dal 120% al 54%, con una commissione fissa di 100 dollari invece dei 200 precedentemente previsti. Questo sistema, che riguarda spedizioni fino a 800 dollari, è particolarmente rilevante per piattaforme di e-commerce come Shein e Temu.
"Abbiamo raggiunto un accordo per una pausa di 90 giorni", ha dichiarato il segretario al Tesoro USA Scott Bessent, specificando che le parti abbatteranno i dazi del 115%. Il suo omologo cinese, il vicepremier He Lifeng, ha definito i colloqui "franchi, approfonditi e costruttivi", aggiungendo che sono stati raggiunti "accordi importanti e progressi tangibili".
Secondo l'agenzia di rating Fitch, nonostante l'accordo, il tasso effettivo dei dazi USA è ora al 13,1%, un netto calo rispetto al 22,8% precedente ma comunque ai livelli più alti dal 1941 e molto superiore al 2,3% di fine 2024. Le tariffe su auto, acciaio e alluminio restano in vigore, come ha sottolineato il presidente Trump, che ha definito l'intesa "una vittoria per gli Stati Uniti".
L'accordo USA-Cina ha avuto un effetto immediato sui mercati finanziari, con Wall Street che ha chiuso con un rally straordinario: il Nasdaq è balzato del 4,35% e l'S&P 500 del 3,26%. Più contenuti ma comunque significativi i rialzi in Europa, con il FTSE MIB italiano in progressione dell'1,40%. L'euro ha perso l'1,2% contro il dollaro dopo l'annuncio dell'intesa.
Al di là dei proclami, tuttavia, secondo l'economista Kenneth Rogoff di Harvard, ex capoeconomista del FMI, "l'amministrazione Trump fondamentalmente ha capitolato. Non ha ottenuto nulla". Rogoff sostiene che Trump è stato costretto a cedere alle pressioni dei mercati e allo spettro di scaffali vuoti paventato da molte grandi aziende.
L'intesa ha impatti significativi anche su altri paesi. Il nuovo accordo sta mettendo sotto pressione hub manifatturieri come Vietnam e Messico, che negli ultimi anni avevano beneficiato della strategia "China-plus-one" adottata da molte multinazionali per diversificare le proprie catene di approvvigionamento. Con la riduzione delle tariffe sulla Cina al 30%, paesi come il Vietnam (con dazi al 46%), la Thailandia (36%) e la Malesia (24%) vedono ridursi il loro vantaggio comparativo.
Tra gli altri effetti dell'accordo, la Cina ha rimosso il divieto alle compagnie aeree nazionali di ricevere consegne di aerei Boeing, in vigore da un mese. Inoltre, Pechino si è impegnata a "adottare tutte le misure amministrative necessarie per sospendere o rimuovere le contromisure non tariffarie adottate nei confronti degli Stati Uniti".
Dopo l'adozione di queste misure, le parti istituiranno un meccanismo per proseguire le discussioni sulle relazioni economiche e commerciali. I negoziati potranno svolgersi alternativamente in Cina e negli Stati Uniti, oppure in un paese terzo, previo accordo tra le parti.
La tregua commerciale tra USA e Cina arriva mentre il presidente Trump ha appena iniziato il suo viaggio in Medio Oriente, con tappe in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, il suo primo viaggio programmato all'estero da quando è tornato alla Casa Bianca.