Nuovi record a Wall Street, Jamie Dimon invita alla cautela
Il CEO di JPMorgan Jamie Dimon lancia l'allarme sulle valutazioni di Wall Street dal World Economic Forum di Davos. "I prezzi degli asset sono gonfiati secondo qualsiasi parametro e si trovano nel top 10-15% delle valutazioni storiche", ha dichiarato il banchiere in un'intervista a CNBC, sottolineando come serviranno "risultati molto positivi per giustificare questi livelli".
L'avvertimento arriva in un momento di forte ottimismo dei mercati, con l'S&P 500 che ha registrato guadagni superiori al 20% sia nel 2023 che nel 2024, performance che non si vedeva da oltre 25 anni. I multipli del mercato USA sono ai massimi storici, con un P/E trailing di 28,5x, molto al di sopra della mediana storica di 15,04x. Il rapporto di Shiller a 38,35x suggerisce potenziali rendimenti futuri bassi, simili ai periodi pre-Grande Depressione e bolla dot-com.
Il sentiment a Wall Street resta comunque positivo, con il co-responsabile del global banking di JPMorgan, Filippo Gori, che ha parlato di un "senso di euforia" tra i clienti, aggiungendo che la nuova amministrazione Trump "ha chiaramente risvegliato gli animal spirits del mercato". Un ottimismo condiviso da Daniel Pinto, presidente uscente della banca, secondo cui l'economia USA è in buona salute, anche se inflazione e geopolitica potrebbero far deragliare questo sentiment positivo.
Dimon, che guida JPMorgan da quasi 20 anni ed è considerato uno dei banchieri più influenti al mondo, ha evidenziato tre rischi principali che potrebbero minacciare l'attuale rally: l'elevata spesa in deficit a livello globale, che definisce "una questione non solo americana", un'inflazione che potrebbe non scomparire facilmente come molti sperano, e le crescenti tensioni geopolitiche, dall'Ucraina al Medio Oriente fino alla Cina, che secondo il banchiere "influenzeranno il nostro mondo per i prossimi 100 anni".
L'"uragano" che il CEO di JPMorgan aveva predetto nel 2022 non si è materializzato, con l'economia USA che ha continuato a superare le attese. Ma Dimon resta cauto: "Ci sono fattori negativi là fuori che possono tendere a sorprenderti", ha avvertito, suggerendo che l'attuale euforia di mercato potrebbe nascondere rischi sottostanti. "La crescita è l'unica vera soluzione per ridurre i deficit", ha sottolineato, "ma dobbiamo essere preparati a scenari meno favorevoli".
Il numero uno di Goldman Sachs, David Solomon, ha fatto eco alle preoccupazioni di Dimon sulle valutazioni elevate, pur vedendo potenziali giustificazioni nell'entusiasmo sia per l'impatto dell'intelligenza artificiale che per l'attesa deregolamentazione sotto Trump. Secondo Solomon, se l'amministrazione permetterà più fusioni e acquisizioni, stimolando l'attività dei mercati dei capitali, potrebbe aggiungere mezzo punto percentuale alla crescita del PIL.
Wall Street ha infatti abbracciato con entusiasmo il ritorno di Trump, visto dagli executive finanziari come più favorevole al business e orientato alla crescita rispetto al suo predecessore. Lo stesso Dimon aveva dichiarato dopo le elezioni di novembre che molti banchieri stavano "ballando per strada". Da allora l'S&P 500 ha guadagnato il 4,6%, toccando nuovi massimi storici sopra quota 6.100 punti.
Ma il numero uno di JPMorgan invita ora alla cautela, ricordando come le sorprese negative tendano a manifestarsi proprio nei momenti di maggiore euforia. Un monito che assume particolare rilevanza considerando che l'attuale fase rialzista di Wall Street è una delle più lunghe della storia, sostenuta da valutazioni che secondo molti analisti sono difficilmente giustificabili senza una crescita degli utili superiore alle attese.