I mercati asiatici rimbalzano, con Tokyo in forte recupero dopo le aperture negoziali tra Giappone e Stati Uniti sul fronte dei dazi commerciali.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,23%
🇺🇸 NASDAQ: +0,10%
🇮🇹 FTSE MIB: -5,18%
🇪🇺 € STOXX 600: -4,50%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,20%
🇮🇳 NIFTY 50: -3,24%
🇯🇵 NIKKEI 225: +5,83%
💵 EUR/USD: +0,11%
🥇 ORO: +1,25%
Una giornata di panico ha travolto ieri i listini europei, mentre Wall Street è riuscita a contenere i danni dopo un avvio in profondo rosso. Le Borse del Vecchio Continente hanno chiuso tutte in forte calo: Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 5,18%, scendendo a 32.853 punti in una seduta caratterizzata da estrema volatilità. Perdite significative anche per Francoforte (-3,4%), Parigi (-4,8%) e Madrid (-4%).
Decisamente più contenuti i ribassi a Wall Street, dove gli indici americani sono riusciti a recuperare gran parte delle perdite iniziali: l'S&P 500 ha chiuso a -0,23% e il Nasdaq addirittura in positivo a +0,10%, sostenuto da alcune voci su possibili pause nell'applicazione dei dazi, prontamente smentite dalla Casa Bianca. L'indice VIX della volatilità è salito del 6,5%, segnalando che la tensione sui mercati resta elevata.
La giornata è stata caratterizzata da ampie oscillazioni, alimentate dalla notizia di una riunione d'emergenza della Federal Reserve e da dichiarazioni contrastanti dell'amministrazione Trump sui dazi. Il presidente ha ribadito che gli Stati Uniti "non stanno pensando" a una sospensione delle tariffe e ha minacciato nuovi dazi del 50% sulla Cina a partire dal 9 aprile se Pechino non rimuoverà le misure di ritorsione.
Sul mercato obbligazionario, lo spread BTP/Bund è balzato fino a 127 punti base, il livello più alto da fine novembre, per poi chiudere a quota 125. Particolarmente allarmante il commento del CEO di BlackRock, Larry Fink, secondo cui "la maggior parte dei CEO con cui parlo direbbe che siamo probabilmente in recessione in questo momento".
In Asia, la seduta odierna mostra segnali contrastanti: balzo del Nikkei giapponese che recupera il 5,83% dopo le forti perdite della scorsa settimana, mentre restano in territorio negativo l'India (-3,24%). Poco mossi i mercati cinesi con lo Shenzhen Component a +0,20%.
Dazi: Giappone in prima fila nei negoziati
Il mercato azionario giapponese guida il rimbalzo dei mercati asiatici all'indomani di un lunedì nero che ha visto i listini europei crollare sotto i colpi della guerra commerciale scatenata da Trump. Il Nikkei è balzato del 5,83%, la migliore performance dal 2022, mentre il più ampio indice Topix è salito fino al 7,2%.
Il forte recupero della borsa di Tokyo è arrivato dopo una telefonata tra il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba e il presidente americano Donald Trump, che ha alimentato le speranze di un potenziale accordo commerciale per evitare il dazio del 24% in scadenza mercoledì. Segno concreto di questa apertura è stata la nomina del segretario al Tesoro Bessent e del rappresentante per il Commercio Greer a guidare i negoziati con Tokyo.
A trascinare il rialzo sono stati soprattutto i titoli degli esportatori come i produttori di elettronica, con Hitachi che ha guadagnato fino al 15%. La ripresa è stata favorita anche dal recente indebolimento dello yen, che ha perso terreno contro il dollaro nelle ultime due sedute. Anche il settore bancario ha registrato forti aumenti, con l'indice Topix delle banche in rialzo di oltre l'11%: Mitsubishi UFJ Financial Group ha guadagnato fino al 13%, il massimo dal 6 agosto, quando il mercato si riprese da un crollo innescato da un inatteso aumento dei tassi da parte della Banca del Giappone.
Il rimbalzo giapponese ha contagiato anche altri mercati asiatici, con l'Hang Seng di Hong Kong in rialzo dell'1,7% e gli indici della Cina continentale in crescita dello 0,2%. In controtendenza Taiwan, dove l'indice principale è sceso del 3% dopo la peggior seduta di sempre lunedì, quando è crollato del 10%. Il settore dei semiconduttori resta sotto pressione, particolarmente esposto ai rischi dei dazi americani.
I futures azionari statunitensi puntano verso l'alto questa mattina, segnalando che Wall Street potrebbe proseguire il tentativo di stabilizzazione già iniziato nella seduta di ieri, quando l'S&P 500 ha limitato le perdite a -0,23% e il Nasdaq è riuscito addirittura a chiudere in territorio positivo (+0,10%).
Sul fronte obbligazionario, il rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni è salito di circa 11 punti base all'1,215% mentre il clima di avversione al rischio si è attenuato grazie alle speranze che i negoziati possano ammorbidire l'impatto economico dei dazi.
Nel frattempo, Trump continua a mantenere una linea dura con la Cina, minacciando ulteriori dazi del 50% se Pechino non ritirerà le misure di ritorsione. Le autorità cinesi hanno risposto oggi che non accetteranno mai la "natura di ricatto" delle minacce tariffarie statunitensi, facendo presagire che il confronto tra le due più grandi economie del mondo potrebbe protrarsi.
I leader aziendali americani hanno iniziato a esprimere preoccupazione per i danni che la guerra commerciale globale potrebbe causare all'economia. Il CEO di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, ha messo in guardia lunedì sui rischi di inflazione e di un rallentamento economico negli Stati Uniti, mentre il CEO di BlackRock, Larry Fink, ha dichiarato che "la maggior parte dei CEO con cui parlo direbbe che siamo probabilmente in recessione in questo momento".
Il focus degli investitori resta sui negoziati commerciali tra USA e i principali partner, con il Giappone che sembra ora in prima fila per raggiungere un compromesso, mentre l'attenzione si sposta sui prossimi appuntamenti chiave: i verbali dell'ultima riunione della Fed e il dato sull'inflazione USA in uscita questa settimana.
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