Con il termine” diversificazione finanziaria” si intende distribuire le proprie risorse economiche su numerosi e diversi strumenti finanziari i cui rendimenti non sono perfettamente correlati, in modo tale da bilanciare il rischio e ottimizzare i profitti nel medio-lungo termine.
I vantaggi di un’ampia diversificazione risiedono nel fatto che possa essere matematicamente ridotto o addirittura annullato il rischio specifico del portafoglio titoli, che possa essere ridotta la sua volatilità e che possa essere generato un rendimento atteso costante.
Diversificare è quindi utile perché aiuta a gestire e limitare il rischio dell’investimento e dovrebbe essere la regola d’oro di ogni investitore, piccolo o grande che sia.
La diversificazione del portafoglio titoli può evitare che una potenziale performance negativa di uno strumento finanziario vada a corrodere il patrimonio dell’investitore, in quanto questa può essere controbilanciata dalla performance positiva di un’altra asset class o di un altro titolo presente nel portafoglio.
I criteri
Diversificare non vuol dire comprare un gran numero di strumenti finanziari “a caso”, vuol dire invece fare un’allocazione delle proprie disponibilità secondo i seguenti criteri:
Diversificazione geografica
Chiamata anche diversificazione per paese. L’investitore consapevole non deve investire in azioni collegate ad un singolo Paese o ad una singola area, ma deve investire considerando azioni appartenenti ad una molteplicità di Paesi o mercati. In questo modo l’investitore non espone i propri investimenti alle sorti di un singolo mercato.
Diversificazione geografica non significa solo selezionare titoli appartenenti a diversi Paesi ma anche selezionarli seguendo criteri logici e razionali. Spesso viene utilizzata la spartizione per capitalizzazione per decidere come diversificare il portafoglio titoli. La spartizione per capitalizzazione consiste nel dedicare maggior investimenti di capitale nei Paesi maggiormente capitalizzati e nelle società più grosse.
Esempio
L’Italia oggi pesa lo 0,5% delle capitalizzazioni mondiali: non si dovrebbe destinare all’Italia più dello 0,5% della disponibilità di portafoglio (ciò non viene quasi mai fatto dagli investitori italiani).
Diversificazione settoriale
Chiamata anche diversificazione per settori industriali. È importante selezionare non solo azioni che si trovano in luoghi diversi geograficamente parlando ma anche che appartengano a settori differenti. In un portafoglio ben diversificato è necessario investire in un’ampia selezione di settori quali energia, servizi finanziari, telecomunicazioni, industria ed altri.
Diversificazione degli strumenti finanziari
Chiamata anche diversificazione per classe di investimento. Questa tipologia di diversificazione consiste nel ripartire il proprio patrimonio tra una pluralità di strumenti finanziari e non finanziari, come ad esempio azioni, obbligazioni, liquidità e immobili.
Se un portafoglio è ben diversificato e coerente con il profilo di rischio dell’investitore e se gli strumenti in portafoglio sono efficienti (non costano troppo, hanno performance storiche di qualità, sono affidabili gli emittenti, lo strumento in sè è liquido), l’investitore può stare tranquillo sulla sua solidità. Questo perché nel medio-lungo termine i mercati finanziari tendono a crescere, e se ben strutturato, il portafoglio crescerà seguendo l’andamento dei mercati stessi. Avere un portafoglio diversificato permette di non subire troppo l’andamento negativo di certe fasi di mercato.
Importante è considerare il fattore temporale quando si compone un portafoglio. I discorsi fatti fino ad ora si incentrano tutti su un’ottica di medio lungo-termine. Nel breve termine garantire un rendimento adeguato è qualcosa che nessuno è in grado di fare, mentre nel medio-lungo termine l’investitore ha delle ottime probabilità di avere un risultato soddisfacente.
Non bisogna pensare che la diversificazione comporti rendimenti contenuti: grazie alla capitalizzazione, all’ottica di medio-lungo periodo e al fatto che con una struttura simile l’investitore non si mette nella condizione di chiudere delle posizioni in perdita, i rendimenti che verranno generati nel medio-lungo termine saranno più che soddisfacenti.
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