Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Trump sospende i dazi su Canada e Messico per 30 giorni, la Cina risponde con nuove tariffe ma apre al dialogo
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella giornata di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,76%
🇺🇸 NASDAQ: -1,20%
🇮🇹 FTSE MIB: -0,69%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,87%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: 0,00% (chiusura per Capodanno cinese)
🇮🇳 NIFTY 50: +1,22%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,61%
💵 EUR/USD: -0,32%
🥇 ORO: -0,50%
I mercati globali hanno chiuso una seduta contrastata, dominata dall'entrata in vigore dei dazi USA sulla Cina e dalle trattative in corso con Canada e Messico. Wall Street è riuscita a contenere le perdite dopo un'apertura decisamente negativa: l'S&P 500 ha chiuso a -0,76% e il Nasdaq a -1,20%, recuperando dai minimi grazie alla sospensione delle tariffe su Canada e Messico.
Più pesante la chiusura in Europa, dove lo Stoxx 600 ha perso lo 0,87% e il FTSE MIB ha ceduto lo 0,69%, con gli investitori preoccupati per la minaccia di Trump di estendere i dazi anche al Vecchio Continente. L'Asia ha invece mostrato maggiore resilienza: il Nikkei giapponese ha guadagnato lo 0,61% e il Nifty 50 indiano ha messo a segno un rialzo dell'1,22%, mentre i mercati cinesi sono rimasti chiusi per le festività del Capodanno lunare.
Sul fronte valutario, l'euro ha perso terreno contro il dollaro (-0,32%), mentre l'oro ha registrato una flessione dello 0,50% dopo i recenti massimi storici, in una giornata caratterizzata da una generale avversione al rischio.
Trump allenta la morsa dei dazi: tregua con Canada e Messico
Nel giorno in cui dovevano entrare in vigore i controversi dazi annunciati da Trump nel fine settimana, lo scenario globale mostra i primi segnali di distensione. Il presidente americano ha concesso una tregua di 30 giorni a Canada e Messico, mentre la Cina apre al dialogo proponendo un ritorno all'accordo del 2020.
La svolta è arrivata dopo intense trattative diplomatiche. Il Messico ha accettato di schierare 10.000 soldati al confine per contrastare i flussi migratori, mentre il Canada ha annunciato un pacchetto di misure che include lo schieramento di 10.000 militari alla frontiera comune, nuovi elicotteri e la nomina di uno "zar" contro il traffico di fentanyl. In entrambi i casi, Trump ha sospeso per un mese l'applicazione dei dazi del 25% per consentire la negoziazione di accordi stabili.
Un’analisi di J.P. Morgan conferma come Canada e Messico siano i paesi più esposti ai dazi statunitensi, data l'elevata quota di esportazioni verso gli USA rispetto al loro PIL. Questo spiega la rapidità con cui entrambi hanno negoziato concessioni per evitare un impatto economico immediato.
Sul fronte cinese, dove i dazi del 10% sono entrati in vigore come previsto, Pechino ha risposto con misure calibrate: tariffe del 15% su carbone e gas naturale americani e del 10% su petrolio e attrezzature agricole. Ma ha anche lanciato segnali di apertura, proponendo di tornare all'accordo commerciale del 2020 e mettendo sul tavolo questioni chiave come yuan, investimenti, fentanyl e potenzialmente anche TikTok.
L'attenzione si sposta ora sull'Europa, con Trump che apre alla possibilità di un accordo "equo". L'Italia, attraverso il ministro Tajani, si propone come ponte tra USA e UE, mentre Germania e Francia mostrano i muscoli: il cancelliere Scholz si dice pronto a rispondere "dazi con dazi" e Macron sottolinea che l'Unione "dovrà farsi rispettare e reagire".
I mercati hanno reagito con cauto ottimismo alla de-escalation delle tensioni. Wall Street ha chiuso in territorio negativo ma recuperando dalle perdite iniziali: il Dow Jones ha ceduto lo 0,3%, l'S&P 500 lo 0,76% a 5.994,57 punti e il Nasdaq l'1,20% a 19.391,96, dopo essere arrivati a perdere fino all'1,8% in apertura.
Particolarmente colpiti i settori più esposti alle tensioni commerciali: nell'automotive GM ha perso il 6% per i timori legati alle catene di fornitura nordamericane, Ford il 3,9% e Tesla il 4,4%. Nel tech, Nvidia ha ceduto il 5,4% per le preoccupazioni sull'approvvigionamento dalla Cina, mentre Constellation Brands, importatore di Corona e Modelo, ha perso il 4,9%.
Gli analisti di JPMorgan avvertono che dazi prolungati su Canada e Messico potrebbero ridurre la crescita USA dello 0,5-1% e aumentare l'inflazione della stessa misura. Ma dietro le mosse di Trump sembra emergere una visione più ampia, che va oltre il semplice protezionismo commerciale: nei suoi discorsi pubblici e post sui social media emergono obiettivi ambiziosi come trasformare i dazi nella principale fonte di entrate federali e persino perseguire un'agenda di espansione territoriale.
Gli occhi sono ora puntati sul colloquio tra Trump e Xi Jinping nelle prossime ore, che potrebbe portare sviluppi sul fronte cinese, mentre resta alta l'attenzione sulla minaccia di estendere i dazi all'Unione Europea. Una cosa è certa: il "Tariff Man" sembra determinato a ridisegnare gli equilibri commerciali globali, anche a costo di scuotere alleanze storiche e mercati finanziari.
Come muoversi da investitori
Le nuove mosse di Trump sui dazi confermano un ritorno a politiche commerciali aggressive, con implicazioni importanti per i mercati. Come ho analizzato nel mio precedente articolo, "Quale impatto potrebbe avere sulle principali asset class la vittoria di Trump", il protezionismo e le tensioni geopolitiche possono alimentare volatilità, influenzando valute, obbligazioni, materie prime e azioni in modo non uniforme. In questo contesto, gli investitori dovrebbero prestare attenzione agli effetti di lungo periodo sulle catene di approvvigionamento e ai possibili impatti sull’inflazione, mantenendo un approccio prudente e diversificato.