Il 5 novembre il popolo americano ha deciso chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America e, dopo una campagna elettorale molto combattuta, a spuntarla è stato il Repubblicano Donald Trump, vittorioso grazie all’esito del voto negli swing state.
Nonostante i principali sondaggisti del mondo dessero in leggero vantaggio la Harris fino al giorno delle elezioni (vedi immagine 1), a spuntarla è stato Donald Trump.
Immagine 1 – Chi sarà il prossimo presidente degli USA?
Fonte: https://www.aljazeera.com/news/2024/10/17/trump-vs-harris-who-is-leading-in-us-election-polls
Nell’approfondimento, considerata la vittoria del tycoon, andremo a vedere quali sono le conseguenze attese dai principali analisti per l’andamento delle principali asset class, analizzando quelli che sono i settori che potrebbero avere maggior spinta con la vittoria Repubblicana.
Azionario
Gli analisti di Wolfe Research, considerando il programma politico di Trump, sono favorevoli all’acquisto di azionario ciclico e di azionario value, attendendosi una potenziale rotazione settoriale dal tech al value. Tra le azioni value, quelle che potrebbero beneficiarne maggiormente sono quelle legate alla produzione di energia da combustibili fossili, le azioni della difesa e dell’aerospazio e le azioni di aziende di costruzione e strutturazione di infrastrutture.
Un catalizzatore che potrebbe favorire la rotazione da tech a value e la compressione dei multipli di alcune aziende del tech eccessivamente sopravvalutate è l’innalzamento della curva dei rendimenti: un aumento dei rendimenti su tutta la curva implica un maggior tasso di sconto per la valutazione del fair value delle singole azioni, con le azioni che quotano a multipli esageratamente alti che potrebbero soffrire.
Gli analisti di Wolfe Research si attendono possano soffrire tutte le azioni green per via dell’avversione del presidente statunitense alle tematiche ESG. Potrebbero soffrire anche tutte le azioni di quelle aziende che sono esposte ai dazi cinesi, ferma restando la volontà di proseguire nella guerra commerciale con la Cina.
Oltre ai settori appena citati il bitcoin e le crypto potrebbero vedere un ciclo ascendente, con le aziende del settore che potrebbero registrare una fase di crescita. Le dichiarazioni di Trump di voler far diventare gli Stati Uniti un polo centrale per le criptovalute hanno già alimentato la corsa del bitcoin, prossimo ormai a nuovi massimi storici, con la criptovaluta che con la vittoria in alcuni swing state da parte di Trump ha toccato nuovi massimi storici.
Chiaramente, quelle degli analisti di Wolfe Research sono aspettative basate sulla campagna elettorale di Trump e non vanno a considerare un elemento importantissimo: i fondamentali delle azioni, elemento che guida le quotazioni nel lungo periodo, suggerendo prudenza e un corretto processo valutativo di ogni asset class da sovra o sottopesare.
Gli analisti di Deutsche Bank si sono soffermati su un’altra importantissima variabile: gli afflussi di capitale in fondi azionari prima e dopo la settimana delle elezioni nelle ultime 3 occasioni confrontandole con il 2024 (grafico 2).
Grafico 2 – Flussi in fondi azionari prima e dopo l’election week
Fonte: DB
Come mostrato dal grafico, rispetto ai precedenti del 2012, 2016 e 2020, gli operatori di mercato, complici una crescita attesa di ricavi e utili ed il momentum positivo per l’azionario statunitense, non hanno rallentato i flussi di acquisto nelle settimane pre-elezioni, scenario mai verificatosi nei precedenti analizzati.
Tale elemento suggerisce il sentment positivo degli operatori di mercato sull’azionario, operatori che hanno considerato le elezioni presidenziali come un “rumore di fondo” e non hanno ridotto i flussi di acquisto. Tali forti inflow pre-elettorali potrebbero suggerire che i movimenti post-elezioni potrebbero essere modesti, con il mercato azionario che ha già scontato, in parte, l’esito elettorale.
Obbligazionario
Visto come potrebbe reagire l’azionario, vediamo ora come potrebbe reagire l’obbligazionario, focalizzandoci in particolare sulla curva dei tassi.
Gli analisti di JPM, con una vittoria di Trump e con una maggioranza repubblicana al Congresso, hanno previsto (vedi tabella 1) nelle due settimane successive all’esito elettorale un potenziale irripidimento della curva dei tassi, con un aumento atteso di 40 punti base sul decennale statunitense (elemento che potrebbe portare ribassi nei prezzi delle obbligazioni statunitensi a lunga scadenza).
Tabella 1 – Le aspettative degli analisti di JPM per la curva dei tassi post elezioni
Fonte: JP Morgan
Tale scenario, in parte, si è già paventato, con i rendimenti sulla parte lunga della curva che hanno fatto registrare importanti rialzi complici le aspettative dei mercati di un potenziale ritorno dell’inflazione viste le attese di una politica fiscale espansiva da parte di Trump.
Gli analisti di Wolfe Research sono concordi in quello che potrebbe essere un potenziale steepeningdella curva dei rendimenti, con i rendimenti a lunga che potrebbero crescere maggiormente rispetto ai rendimenti a breve (con attese che vanno dai 25 ai 50 punti base) per effetto di una crescita attesa superiore a quanto già scontata dai mercati.
Il grafico 1 mostra la curva dei rendimenti al 5 novembre (linea blu) confrontandola con la yield curve ad inizio anno. Ciò che emerge dall’analisi della curva dei rendimenti è che i rendimenti a breve sono scesi (per via di una politica monetaria più espansiva considerando il rallentamento dell’inflazione) mentre i rendimenti a media-lunga scadenza sono saliti, evidenziando come, eccezion fatta per le brevissime scadenze, la curva 2-10 anni sia oggi inclinata positivamente, elemento che potrebbe accentuarsi maggiormente con l’aumento dei rendimenti attesi per le lunghe scadenze.
Grafico 3 – La curva dei rendimenti statunitense al 5 novembre 2024 vs 1 gennaio 2024
Fonte: Ufficio Studi Davide Berti su dati FRED
Chiaramente, anche lato obbligazionario i cambiamenti nella curva dei rendimenti saranno determinati dall’andamento dell’economia, con i dati su inflazione, indice dei prezzi al consumo e occupazione negli Stati Uniti che resteranno il principale driver e potrebbero portare a movimenti inattesi nella curva dei rendimenti.
Materie prime
Lato materie prime la vittoria di Trump sembra poter favorire la crescita del petrolio, il cui andamento è e resta sempre influenzato dallo scenario geopolitico, dalla domanda e dall’offerta. Con la riduzione della percezione del rischio geopolitico e l’abbondante offerta di petrolio, il prezzo dell’oro nero è in calo rispetto all’inizio del conflitto Israele-Hamas, con le quotazioni del petrolio che potrebbero lateralizzare per alcuni mesi per crescere su eventuali politiche “non green” di Trump.
Grafico 4 – La forte offerta e la riduzione del rischio geopolitico stanno spingendo in ribasso il prezzo del petrolio
Fonte: Bloomberg
Se per il petrolio l’andamento dipende, oltre che dalle politiche di Trump, anche da domanda, offerta e rischi geopolitici, per l’oro lo scenario potrebbe continuare ad essere favorevole. Molti analisti delle principali banche d’investimento statunitense vedono la crescita del metallo prezioso proseguire verso i 3000$ l’oncia. A favorire il prosieguo del trend rialzista ci sono le aspettative di incremento della spesa pubblica da parte di Trump ed il conseguente aumento del deficit statunitense, variabili che vanno a favorire la crescita delle quotazioni del metallo prezioso.
Come ha senso posizionarsi dopo la vittoria di Trump?
La vittoria di Trump è stata accolta positivamente dai mercati azionari, con i principali futures che fanno presagire un’apertura al rialzo per S&P500, Nasdaq 100 e Dow Jones. Il rendimento decennale statunitense ha invece virato al rialzo, come da attese degli analisti.
I prossimi mesi, con la decisione della FED del 7 novembre circa il taglio dei tassi e i dati su inflazione, disoccupazione e crescita negli Stati Uniti saranno fondamentali per delineare l’andamento dei mercati che è resta guidato dai dati macroeconomici.
Riposizionarsi con la totalità dei propri asset dopo la vittoria di Trump, se in precedenza si aveva già un asset allocation diversificata e ben strutturata, non è scelta saggia in quanto i movimenti post elezioni potrebbero assorbirsi nel breve periodo.
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