Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Pechino, al fine di rilanciare l'economia del Paese, apre ad una politica monetaria espansiva dopo 14 anni, riaccendendo l'ottimismo sui mercati asiatici.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,61%
🇺🇸 NASDAQ: -0,62%
🇮🇹 FTSE MIB: -0,55%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,14%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,75%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,27%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,55%
💵 EUR/USD: +0,09%
🥇 ORO: +0,18%
Inizio di settimana con il segno meno sui principali listini mondiali, in una giornata caratterizzata da crescenti tensioni geopolitiche e attesa per i dati macro.
Wall Street archivia una seduta in rosso, dopo i massimi storici della scorsa settimana. A pesare sul sentiment l'apertura di un'indagine antitrust da parte delle autorità cinesi su Nvidia, che ha trascinato al ribasso l'intero comparto dei semiconduttori, insieme ai conti deludenti di Oracle.
In Europa performance contrastata, con l'Euro Stoxx 600 che salva il segno positivo mentre il Ftse Mib arretra. A Milano protagonista il settore bancario, con Banco BPM in evidenza dopo l'annuncio di Credit Agricole di voler salire al 15,2% del capitale. Riflettori puntati anche su Anima Holding, dove Caltagirone ha incrementato la partecipazione al 5,3%.
Chiusura positiva in Asia, con il Nikkei giapponese che avanza, sostenuto dalla debolezza dello yen. La Cina vede il listino di Shenzhen in rialzo nonostante i dati macro deludenti di novembre, con l'export in rallentamento al +6,7% (sotto le attese a +8,5%) e l'import in contrazione del 3,9%, segnalando una persistente debolezza della domanda interna.
Sul mercato valutario l'euro si rafforza marginalmente sul dollaro. Il petrolio mostra debolezza con il Brent a 71,83 dollari e il gas naturale stabile a 44,74 euro/MWh. Gli investitori guardano con attenzione ai dati sull'inflazione USA attesi per mercoledì e alla riunione BCE di giovedì, mentre crescono le tensioni geopolitiche dalla Francia alla Siria, complicando ulteriormente il quadro in Medio Oriente.
Pechino rilancia l'economia: via libera alla politica monetaria espansiva
Il governo cinese ha annunciato una svolta storica nella sua politica economica, dichiarando l'adozione di una strategia monetaria "moderatamente espansiva" per il 2025, abbandonando l'approccio "prudente" mantenuto dal 2011. Una mossa che ha immediatamente catalizzato l'attenzione dei mercati globali.
La decisione, emersa dal Politburo guidato da Xi Jinping, rappresenta un cambiamento radicale nella strategia economica del paese. L'ultima volta che Pechino aveva adottato una posizione simile risale al 2008, in risposta alla crisi finanziaria globale, per poi abbandonarla alla fine del 2010.
I mercati hanno reagito positivamente all'annuncio. I rendimenti dei titoli di Stato decennali cinesi sono scesi ai minimi storici dell'1,92%, mentre l'indice Hang Seng China Enterprises di Hong Kong ha registrato un balzo del 3,14%. La svolta è stata interpretata dagli investitori come un segnale della determinazione del governo nell'affrontare le difficoltà economiche del paese.
La nuova direzione politica arriva in un momento critico per l'economia cinese, alle prese con pressioni deflazionistiche e un mercato immobiliare in crisi. L'indice dei prezzi al consumo ha registrato un modesto incremento dello 0,2% su base annua a novembre, il dato più basso degli ultimi cinque mesi, mentre i prezzi alla produzione continuano a mostrare una tendenza al ribasso da due anni.
Tra le misure annunciate, il Politburo ha sottolineato la necessità di "attuare politiche fiscali più proattive" e "stimolare vigorosamente i consumi". Il governo ha inoltre confermato l'obiettivo ambizioso di una crescita del PIL al 5% per il prossimo anno, promettendo sostegno ai mercati immobiliari e azionari.
La svolta arriva alla vigilia della Central Economic Work Conference, l'importante riunione annuale che delineerà l'agenda economica del paese per il 2025. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, l'incontro sarà cruciale per comprendere come Pechino intenda affrontare le crescenti preoccupazioni economiche e stabilizzare la crescita.
Tuttavia, nonostante l'ottimismo dei mercati, molti economisti ritengono che le misure finora adottate non siano ancora sufficienti. Secondo gli analisti di Brown Brothers Harriman, "per uscire dal ciclo di debito-deflazione, i policymaker cinesi devono rafforzare le misure fiscali per stimolare i consumi".
L'ottimismo si è esteso anche agli altri mercati asiatici, con il Nikkei giapponese in rialzo dello 0,55% e il KOSPI sudcoreano che ha registrato un rimbalzo del 2,43%, recuperando dalle perdite della sessione precedente nonostante le persistenti tensioni politiche nel paese. Prudenza degli investitori nei confronti del settore tecnologico, alla luce delle crescenti tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Particolarmente positiva la reazione del settore minerario australiano, che ha beneficiato delle prospettive di stimolo dell'economia cinese. I titoli dei principali operatori hanno registrato guadagni consistenti: Fortescue ha chiuso in rialzo del 7%, mentre Rio Tinto e BHP hanno guadagnato rispettivamente il 5% e il 4%.
Come muoversi da investitori
La svolta espansiva cinese riaccende i riflettori sulle opportunità offerte dai mercati emergenti, un'asset class che negli ultimi mesi ha mostrato ancora una volta la sua natura volatile ma potenzialmente remunerativa.
Per approfondire le dinamiche dei mercati emergenti e comprendere meglio le caratteristiche di questo segmento, vi invitiamo a leggere il nostro articolo "Azionario dei Paesi emergenti: tutto quello che devi sapere sull'asset class"
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