Tassi, la settimana delle banche centrali
I mercati si preparano a una settimana cruciale con le decisioni di Federal Reserve e Banca Centrale Europea sui tassi d'interesse, in uno scenario complicato dalle minacce di dazi di Trump. La Fed dovrebbe mantenere i tassi fermi nel range 4,25-4,5%, mentre dalla BCE è atteso un taglio di 25 punti base, segnando una crescente divergenza nelle politiche monetarie delle due sponde dell'Atlantico.
Gli analisti prevedono che il presidente Powell manterrà un tono prudente nella conferenza stampa di mercoledì, evitando di impegnarsi su un calendario preciso per i futuri tagli. Il mercato sconta attualmente solo una probabilità del 30% di un taglio a marzo, mentre l'attenzione si concentra sull'impatto che le politiche di Trump potrebbero avere sull'inflazione. "Vogliono mantenere la massima flessibilità possibile per aggiustare i tassi nel corso dell'anno", spiega Gregory Daco, capo economista di EY.
La BCE invece, secondo i trader, potrebbe dover accelerare il ritmo dei tagli se Trump dovesse imporre dazi sulle importazioni europee. I mercati scommettono su almeno quattro riduzioni nel 2025, che porterebbero il tasso sui depositi al 2%. Alcuni analisti, come quelli di Fidelity International, prevedono tagli fino a 150 punti base. "Questo è l'unico modo per proteggersi dal rischio dazi", sottolinea Salman Ahmed, responsabile globale macro di Fidelity.
Il divario nelle politiche monetarie si riflette sul mercato valutario, dove gli operatori si posizionano per un possibile indebolimento dell'euro sotto la parità con il dollaro. Secondo Tim Brooks di Optiver, "basta un solo annuncio di dazi contro l'Europa per tornare verso la parità". Il costo delle opzioni per proteggersi da un indebolimento dell'euro entro fine anno è vicino ai massimi da giugno.
Gli investitori intanto mostrano un'elevata propensione al rischio sui Treasury USA, con il sondaggio di JPMorgan che indica la più alta posizione lunga netta sul debito americano degli ultimi 15 anni. "Gli operatori hanno molto in gioco sulle parole di Powell", nota Edward Bolingbroke di Bloomberg, sottolineando come le aspettative di ulteriori allentamenti siano aumentate all'inizio della settimana durante il sell-off tecnologico.
La riunione della Fed arriva in un momento particolarmente delicato, con Powell che dovrà probabilmente rispondere anche alle critiche di Trump, che la scorsa settimana ha dichiarato di "conoscere i tassi d'interesse molto meglio di loro". Come nota Michael Feroli, capo economista USA di JPMorgan, questa potrebbe essere "una noiosa partenza per un anno tumultuoso per la Fed".
Per la BCE, la decisione di giovedì sarà influenzata anche dai dati sul PIL dell'Eurozona attesi lo stesso giorno, che secondo gli analisti dovrebbero mostrare una crescita di appena lo 0,1% nel quarto trimestre. Un rallentamento che, unito alle minacce di dazi e alle turbolenze politiche in Francia e Germania, potrebbe spingere l'istituto di Francoforte a un approccio più aggressivo sui tagli.