Mentre le principali piazze occidentali restavano chiuse per le festività natalizie, la borsa di Tokyo ha archiviato l'ennesima seduta trionfale di un 2024 che sta riscrivendo la storia dei mercati finanziari giapponesi. Il Nikkei 225 ha infatti chiuso con un balzo dell'1,77% a 40.281,16 punti, consolidando il superamento dei massimi toccati nel lontano 1989. Un traguardo storico che segna il riscatto del mercato nipponico dopo oltre tre decenni di stagnazione e deflazione, con un guadagno da inizio anno che sfiora il 20%.
A catalizzare gli acquisti è stato l'annuncio del Ministero delle Finanze di una manovra di bilancio record da 735 miliardi di dollari per l'anno fiscale 2025, destinata principalmente alla spesa sociale per fronteggiare l'invecchiamento della popolazione, con circa un terzo del budget (38.280 miliardi di yen) dedicato al welfare. Il governo giapponese ha anche annunciato il piano di ridurre le nuove emissioni di bond sotto i 30 trilioni di yen per la prima volta in 17 anni, segnalando un cambio di passo nella gestione del debito pubblico.
Protagonista assoluto della sessione il comparto automobilistico, con Toyota Motor in evidenza (+6%) dopo l'annuncio di voler raddoppiare il RoE portandolo al 20% entro il 2030, mentre Honda (+3,8%) e Nissan (+6,6%) hanno beneficiato delle indiscrezioni sulla possibile fusione prevista per il 2026, un'operazione che potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore a livello globale.
La performance positiva è stata ulteriormente sostenuta dalla forza del settore manifatturiero, con rialzi significativi nei comparti dei beni durevoli, utility e logistica, e dai dati macro migliori delle attese, con le vendite al dettaglio in crescita del +2,8% annuo e la produzione industriale in calo meno del previsto (-2,3% mensile).
A sostenere il sentiment ha contribuito anche la persistente debolezza dello yen, scivolato ai minimi da cinque mesi contro il dollaro a quota 158 dopo che il governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda ha confermato la permanenza dei tassi reali in territorio negativo. Un livello che favorisce le operazioni di carry trade (se volete approfondire il tema qui un articolo scritto qualche tempo fa) e sostiene di riflesso il listino nipponico: gli investitori internazionali sfruttano infatti i tassi quasi a zero della BoJ per finanziare investimenti in mercati che offrono rendimenti più elevati. Questa dinamica, oltre a indebolire ulteriormente lo yen, aumenta la competitività dell'export giapponese e gonfia i profitti in valuta locale delle aziende esportatrici quotate sul Nikkei.
Gli analisti tuttavia mantengono un approccio cauto sulle prospettive a breve termine: se da un lato la debolezza dello yen continua a sostenere i titoli export-oriented, dall'altro crescono i timori per possibili interventi della BoJ dopo le dichiarazioni del ministro delle Finanze Katsunobu Kato sulla possibilità di adottare "misure appropriate" contro movimenti eccessivi del cambio, che potrebbero segnalare un cambio di rotta imminente nella politica monetaria nipponica.
Il 2024 si conferma comunque un anno eccezionale per il listino nipponico, con performance stellari in particolare nel comparto industriale e tecnologico: su tutti spiccano Mitsubishi Heavy Industries (+175,45%), Advantest Corp (+96,94%) e Hitachi (+96,85%) da inizio anno, a testimonianza della rinnovata attrattività del mercato azionario giapponese per gli investitori internazionali.
Le sfide per il 2025 non mancano: dalla gestione di uno yen ai minimi da 5 mesi alle pressioni per un cambio di rotta nella politica monetaria, passando per le riforme strutturali necessarie ad affrontare l'invecchiamento della popolazione. Il nuovo anno dirà se questo storico rally del Nikkei rappresenta davvero l'inizio di una nuova era per il Sol Levante o solo un fuoco di paglia alimentato dalla debolezza della valuta.