Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Northvolt, simbolo delle ambizioni europee nel settore delle batterie EV, dichiara fallimento.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,53%
🇺🇸 NASDAQ: +0,03%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,20%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,42%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -3,52%
🇮🇳 NIFTY 50: +1,34%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,84%
💵 EUR/USD: +0,04%
🥇 ORO: +0,75%
Wall Street sale moderatamente con l'S&P 500 che guadagna lo 0,53%, mentre il Nasdaq chiude poco sopra la parità (+0,03%). In evidenza Nvidia che inverte rotta e chiude toccando nuovi massimi storici, trainando l'intero comparto dei chip. Crolla Warner Music (-9%) dopo aver riportato un calo dell'utile netto del 69% a 48 milioni nel quarto trimestre. Pressione anche su Alphabet dopo le raccomandazioni delle autorità USA per lo smembramento del monopolio nella ricerca online.
Chiusura positiva per Piazza Affari (+0,20%) in una seduta complessivamente fiacca. Svetta Leonardo (+2%) spinta dalle crescenti tensioni geopolitiche in Ucraina. In coda Nexi (-3,1%) dopo i conti.
Performance contrastata in Asia, dove il Nikkei giapponese sale dello 0,84% nonostante dati PMI deludenti, trainato dai titoli tech e ciclici. Vola il produttore di chip SK Hynix (+4%) sulla scia di Nvidia. Pesante calo invece per i listini cinesi, con il Shenzhen Component che perde il 3,52% per la mancanza di dettagli su nuove misure di stimolo. Rimbalza il Nifty indiano (+1,34%) dopo essere scivolato ai minimi da cinque mesi per il caso Adani.
Sul mercato valutario l'euro è poco mosso sul dollaro (+0,04%), mentre l'oro guadagna lo 0,75% rafforzato dalle tensioni geopolitiche che si intensificano dopo il lancio di un missile ipersonico russo su una struttura ucraina e le minacce di ritorsione nucleare per l'uso di missili occidentali a lungo raggio da parte di Kiev.
Northvolt al Chapter 11: crolla il sogno europeo delle batterie EV
Northvolt, società svedese attiva nello sviluppo e produzione di accumulatori agli ioni di litio per veicoli elettrici e simbolo delle ambizioni continentali di indipendenza nel settore, ha presentato istanza di protezione dal fallimento negli Stati Uniti secondo il Chapter 11. La situazione finanziaria appare critica, con soli 30 milioni di dollari di liquidità disponibile a fronte di 5,84 miliardi di debiti. La mossa segna un duro colpo per le ambizioni europee di sviluppare una filiera indipendente nel settore delle batterie EV, in un mercato dominato dai produttori asiatici.
Il produttore svedese ha optato per la procedura legale statunitense per fornire un quadro normativo consolidato agli investitori esistenti e a terze parti interessate a fornire finanziamenti. L'azienda ha confermato che il principale stabilimento vicino al Circolo Polare Artico in Svezia continuerà a operare normalmente durante la riorganizzazione, mantenendo le consegne ai clienti e gli obblighi verso i fornitori critici. "L'azienda continuerà a effettuare consegne ai clienti, adempiendo agli obblighi verso i fornitori critici e al pagamento degli stipendi ai dipendenti", si legge nel comunicato.
Durante il processo di ristrutturazione, Northvolt avrà accesso a circa 145 milioni di dollari in garanzie collaterali, mentre Scania, unità di Volkswagen e cliente chiave, fornirà 100 milioni in finanziamenti DIP (debtor-in-possession). Le filiali responsabili degli stabilimenti pianificati in Germania e Canada rimangono fuori dalla procedura Chapter 11, anche se i progetti saranno posticipati.
La crisi di Northvolt si è intensificata nel 2024, con una perdita di 1,2 miliardi di dollari attribuita alla pressione sui prezzi dei produttori asiatici. A giugno, BMW ha cancellato un ordine di batterie da 2 miliardi di dollari per problemi di qualità, portando l'azienda a tagliare il 20% della forza lavoro globale. Il colpo di grazia è arrivato quando l'azienda ha perso l'accesso a garanzie sui prestiti per 1,5 miliardi di dollari. Secondo il CEO Peter Carlsson, servirebbero oltre 900 milioni di dollari per garantire stabilmente le finanze dell'azienda, che sta cercando partnership anche in Asia.
La vicenda Northvolt è particolarmente significativa perché rappresenta il fallimento del principale tentativo europeo di creare un player indipendente di batterie in grado di competere con i giganti asiatici ed americani. Un caso che evidenzia le enormi difficoltà di sviluppare una filiera europea dei veicoli elettrici in un mercato che richiede investimenti miliardari e dove la pressione sui prezzi dei produttori asiatici sta rendendo impossibile la sopravvivenza dei player più piccoli.
Come muoversi da investitori?
Il caso Northvolt evidenzia i rischi di puntare esclusivamente sul potenziale di crescita di un mercato, seppur promettente come quello dei veicoli elettrici. Si tratta di un perfetto esempio di "rischio specifico", tema approfondito nell'articolo "Rischio specifico: come eliminarlo". Nonostante le proiezioni di forte espansione della domanda di batterie EV, fattori come la pressione competitiva sui prezzi, gli elevati requisiti di capitale e le sfide tecnologiche possono rapidamente compromettere anche progetti ben finanziati e sostenuti politicamente. Un monito sull'importanza di guardare oltre le prospettive di mercato e valutare attentamente la solidità dei singoli player, la loro capacità di competere e la sostenibilità finanziaria del loro modello di business. Per approfondimenti: Rischio specifico, come eliminarlo.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.
Hai dubbi sull'efficienza o la pianificazione del tuo portafoglio di investimenti? Clicca qui e compila il modulo!
Se vuoi rimanere aggiornato sui contenuti finanziari in tempo reale seguimi sulla mia pagina instagram!