Dazi USA: per la BCE mezzo punto di PIL a rischio

Le tariffe USA del 25% sulle importazioni europee potrebbero costare all'Eurozona mezzo punto di PIL e spingere l'inflazione, secondo le stime della BCE presentate da Lagarde al Parlamento europeo.

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Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: -0,22% 

🇺🇸 NASDAQ: -0,33%

🇮🇹 FTSE MIB: -1,32%

🇪🇺 € STOXX 600: -0,43%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: -1,76%

🇮🇳 NIFTY 50: +0,70%

🇯🇵 NIKKEI 225: -0,51%

💵 EUR/USD: -0,06% 

🥇 ORO: -0,20%

Giornata difficile per i mercati finanziari, con il segno meno che ha dominato quasi ovunque. Particolarmente pesante la seduta per Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha lasciato sul terreno l'1,32% chiudendo a quota 39.188 punti. In Europa il clima non è stato migliore, con l'Euro Stoxx 600 in calo dello 0,43%. Negli Stati Uniti, Wall Street ha chiuso in territorio leggermente negativo, con l'S&P500 a -0,22% e il Nasdaq a -0,33%. A Milano la peggiore è stata Stm (-3,7%), seguita da Stellantis (-3%) e A2a (-3,2%). In controtendenza Nexi, con un rally del 4,3% grazie alle indiscrezioni su un'offerta da 850 milioni per la divisione Digital Banking Solutions. Sui mercati continua a pesare un clima di incertezza generale, alimentato dalle tensioni geopolitiche, dai timori sulla crescita globale e dalle preoccupazioni per i potenziali dazi commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea.

In Asia il quadro resta complesso, con il Nikkei giapponese che ha ceduto lo 0,51% e l'indice SZSE Component cinese in forte calo del 1,76%. In controtendenza l'India, dove il Nifty 50 ha guadagnato lo 0,70%.

Sul fronte valutario, l'euro ha ceduto terreno contro il dollaro (-0,06%), mentre l'oro ha chiuso in ribasso dello 0,20%.

BCE: i dazi minacciano crescita e inflazione

Il processo di disinflazione nell'Eurozona procede "ben avviato", ma l'incertezza legata alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti costringe la Banca Centrale Europea a mantenere un approccio cauto sulle future mosse sui tassi di interesse. È quanto emerso dalle dichiarazioni della presidente Christine Lagarde durante la sua audizione presso la Commissione Economia del Parlamento europeo.

Secondo le analisi della BCE, l'imposizione di tariffe statunitensi del 25% sulle importazioni europee potrebbe ridurre la crescita economica dell'area euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Le eventuali misure di ritorsione da parte dell'Unione Europea potrebbero ulteriormente aggravare l'impatto, portandolo a circa mezzo punto percentuale di PIL.

"Il peso dell'impatto sulla crescita economica si concentrerebbe intorno al primo anno dopo l'aumento delle tariffe; poi diminuirebbe nel tempo, lasciando tuttavia un effetto negativo persistente sul livello di produzione", ha precisato Lagarde.

Sul fronte dell'inflazione, l'istituto di Francoforte prevede che le possibili misure di ritorsione dell'UE e un potenziale indebolimento del tasso di cambio dell'euro "potrebbero aumentare l'inflazione di circa mezzo punto percentuale", sebbene queste stime siano "soggette a un'incertezza molto elevata".

Nonostante le minacce esterne, l'economia europea mostra alcuni segnali di ripresa. L'inflazione complessiva è scesa dal 2,5% di gennaio al 2,3% di febbraio, principalmente a causa di un calo dell'inflazione energetica. Anche l'inflazione di fondo è diminuita leggermente, passando dal 2,7% al 2,6%.

"Il settore manifatturiero rimane in contrazione, sebbene gli indicatori dei sondaggi stiano migliorando", ha spiegato Lagarde, aggiungendo che "i servizi rimangono resilienti" e che "l'aumento dei redditi delle famiglie e un solido mercato del lavoro stanno sostenendo una graduale ripresa dei consumi".

Le ultime proiezioni dello staff della BCE prevedono che l'economia cresca dello 0,9% nel 2025, dell'1,2% nel 2026 e dell'1,3% nel 2027, sebbene queste stime siano ora messe alla prova dagli sviluppi recenti nel contesto commerciale globale.

In questo scenario di crescente incertezza, la BCE si mantiene flessibile riguardo alla politica monetaria futura. "Siamo determinati a garantire che l'inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al nostro obiettivo di medio termine del 2%. Soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza, seguiremo un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione", ha affermato Lagarde.

"Non ci stiamo impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso", ha sottolineato la presidente, lasciando aperte tutte le opzioni per i prossimi meeting.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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