L'economia giapponese rallenta

L'economia giapponese ha subito una contrazione dello 0,2% nel primo trimestre 2025, segnando il primo calo dopo un anno di crescita. Il risultato, peggiore delle attese, è stato causato principalmente dal rallentamento delle esportazioni e dalla stagnazione dei consumi.

Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: +0,41% 

🇺🇸 NASDAQ: -0,18%

🇮🇹 FTSE MIB: +0,15%

🇪🇺 € STOXX 600: +0,56%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,23%

🇮🇳 NIFTY 50: -0,35%

🇯🇵 NIKKEI 225: -0,05%

💵 EUR/USD: +0,30% 

🥇 ORO: -0,20%

Chiusura contrastata per Wall Street , con l'S&P 500 in rialzo dello 0,41% mentre il Nasdaq ha ceduto lo 0,18%. Il mercato americano è stato influenzato dalle dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell, che ha indicato la probabilità di tassi di interesse più alti nel lungo periodo per rispondere ai cambiamenti strutturali dell'economia.

In Europa, il FTSE MIB italiano ha recuperato nel finale chiudendo a +0,15%, a 40.418 punti, positive per Leonardo, le utility Hera e Italgas e Tim. In territorio positivo anche l'Euro Stoxx 600 che ha registrato un rialzo dello 0,56%.

I mercati asiatici mostrano stamane un andamento incerto. Il Shenzhen Component che guadagna un modesto 0,23%, mentre il Nikkei giapponese cede lo 0,05% dopo la pubblicazione di dati sul PIL del primo trimestre deludenti, che mostrano una contrazione dello 0,7% su base annua, ben peggiore delle attese (-0,2%). Anche il Nifty 50 indiano è in calo dello 0,35%. Hong Kong perde lo 0,54%, penalizzata dal crollo di Alibaba (-5%) dopo ricavi trimestrali sotto le attese.

Sul fronte valutario, l'euro/dollaro ha guadagnato lo 0,30%, mentre lo yen continua a rafforzarsi contro il dollaro. L'oro mostra una leggera debolezza (-0,20%), mentre il petrolio ha registrato ieri una flessione significativa, con il WTI americano in calo di quasi il 4% a 60,6 dollari al barile.

Giappone: l'ombra dei dazi USA pesa sul PIL

L'economia giapponese ha registrato una contrazione dello 0,2% nel primo trimestre 2025, segnando il primo calo dopo un anno di crescita, secondo i dati preliminari diffusi venerdì dall'Ufficio di Gabinetto di Tokyo. Il risultato è peggiore rispetto alle previsioni degli economisti, che si aspettavano una flessione più contenuta dello 0,1%.

Su base annualizzata, il Prodotto Interno Lordo è diminuito dello 0,7%, ben al di sotto delle attese che indicavano un calo dello 0,2%. Questi numeri evidenziano chiaramente la fragilità della ripresa economica nipponica, in un momento in cui le politiche commerciali del presidente americano Donald Trump rappresentano un'ulteriore minaccia per l'economia export-oriented del paese.

"L'economia giapponese manca di un motore di crescita a causa della debolezza delle esportazioni e dei consumi. È molto vulnerabile agli shock come quello derivante dai dazi di Trump", ha dichiarato Yoshiki Shinke, economista senior presso il Dai-ichi Life Research Institute, sottolineando la preoccupante combinazione di fattori interni ed esterni che stanno frenando l'economia.

Un'analisi più approfondita dei dati rivela che a pesare sul risultato sono stati principalmente due fattori critici: il consumo privato, che è rimasto stagnante rispetto alle previsioni di un aumento dello 0,1%, e le esportazioni, diminuite dello 0,6% mentre le importazioni sono aumentate del 2,9%. Questa combinazione ha portato la domanda esterna a sottrarre 0,8 punti percentuali alla crescita del PIL, evidenziando la vulnerabilità del Giappone alle dinamiche commerciali globali.

In risposta a questi dati preoccupanti, il Ministro per la Rivitalizzazione Economica del Giappone, Ryosei Akazawa, ha cercato di mantenere un tono cautamente ottimista, affermando che gli aumenti salariali offerti dalle aziende probabilmente sosterranno una moderata ripresa economica. Tuttavia, non ha potuto ignorare i rischi imminenti, avvertendo chiaramente: "Dobbiamo essere consapevoli dei rischi al ribasso per l'economia derivanti dalla politica tariffaria statunitense. L'impatto sui consumi e sul sentiment delle famiglie a causa del continuo aumento dei prezzi è anch'esso un rischio per la crescita."

Il timing di questi dati è particolarmente significativo, poiché il Giappone si trova attualmente impegnato in delicati negoziati commerciali con gli Stati Uniti. L'amministrazione Trump ha imposto dazi del 10% su tutti i paesi ad eccezione di Canada, Messico e Cina, accompagnati da tariffe ancora più elevate per molti grandi partner commerciali. Per il Giappone, la situazione è particolarmente critica: il paese dovrà affrontare un'aliquota tariffaria del 24% a partire da luglio, a meno che non riesca a negoziare un accordo favorevole con Washington.

Oltre all'impatto immediato sull'economia, questo rallentamento potrebbe complicare significativamente i piani di politica monetaria della Bank of Japan (BOJ). Dopo aver concluso un decennio di massicci stimoli monetari lo scorso anno, la BOJ ha avviato un cauto percorso di normalizzazione, alzando i tassi allo 0,5% a gennaio. La banca centrale ha segnalato la sua disponibilità a continuare ad aumentare gradualmente i costi di finanziamento, ma questa strategia dipende da una ripresa economica sostenibile.

Il panorama è ora cambiato drasticamente: il timore di un rallentamento globale indotto dalle politiche protezionistiche di Trump ha già costretto la BOJ a rivedere nettamente al ribasso le sue previsioni di crescita durante la riunione di politica monetaria del 30 aprile-1 maggio. Questo sviluppo mette in serio dubbio la visione ottimistica della banca centrale, secondo cui gli aumenti salariali avrebbero dovuto sostenere i consumi e l'economia in generale.

Nonostante il quadro complessivamente negativo, emergono anche alcuni elementi incoraggianti dall'analisi dettagliata dei dati economici. Il PIL del quarto trimestre dello scorso anno è stato rivisto leggermente al rialzo, passando dal 2,2% al 2,4%. Un altro segnale positivo viene dagli investimenti fissi lordi, aumentati dell'1,4% - un risultato superiore alle aspettative che ha permesso alla domanda interna di contribuire positivamente alla crescita, aggiungendo 0,7 punti percentuali al PIL. Inoltre, esaminando i dati su base annua, il PIL del Giappone ha registrato una crescita dell'1,7%, segnando la maggiore espansione dal primo trimestre del 2023.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

 

 

 

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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