La BCE ha abbassato i tassi di interesse di 25 punti base portando il tasso sui depositi al 2,25%, il settimo taglio in meno di un anno.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +0,13%
🇺🇸 NASDAQ: -0,13%
🇮🇹 FTSE MIB: -0,24%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,13%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,14%
🇮🇳 NIFTY 50: +1,77%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,72%
💵 EUR/USD: +0,06%
🥇 ORO: -0,15%
Chiusura fiacca per le principali piazze globali. Wall Street ha registrato una seduta in leggero rialzo con l'S&P 500 che ha guadagnato lo 0,13%, mentre il Nasdaq ha ceduto appena lo 0,13%. Gli investitori americani sembrano aver trovato un equilibrio tra le preoccupazioni sui dazi e i segnali positivi provenienti dai colloqui commerciali con vari partner internazionali.
In Europa, il FTSE MIB italiano ha chiuso in leggero calo dello 0,24%, fermandosi poco sotto la soglia psicologica dei 36.000 punti. Performance simile per l'Euro Stoxx 600 che ha ceduto lo 0,13%, con gli investitori che hanno digerito il taglio dei tassi di 25 punti base da parte della BCE, una mossa ampiamente attesa dal mercato.
I mercati asiatici mostrano stamattina un andamento positivo, guidati dal Nikkei giapponese che avanza dello 0,72%, registrando la sua migliore settimana in tre mesi con un balzo settimanale del 3,41%. Il listino di Tokyo beneficia dell'ottimismo generato dai colloqui commerciali tra Giappone e Stati Uniti, con Trump che ha definito un accordo con il Giappone una "priorità assoluta" e ha parlato di "grandi progressi" nei negoziati.
Più cauta la Cina, con il Component di Shenzhen che ha registrato un leggero calo dello 0,14%, mentre oggi le borse di Hong Kong e Sydney restano chiuse per le festività pasquali.
Sul fronte valutario, l'euro si mantiene stabile con un modesto +0,06% sul dollaro, mentre l'oro cede leggermente (-0,15%) dopo aver toccato ieri un nuovo record storico a 3.357 dollari l'oncia, sostenuto dalle tensioni commerciali globali e dall'incertezza sui mercati.
BCE, settimo taglio dei tassi in un anno: Lagarde preoccupata per la crescita
La Banca Centrale Europea ha ridotto ieri i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%. Si tratta del settimo taglio in meno di un anno, in un contesto economico caratterizzato da crescenti incertezze e preoccupazioni per gli effetti delle tensioni commerciali globali.
Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso all'unanimità di abbassare il tasso sui depositi dal 2,5% al 2,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali dal 2,65% al 2,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale dal 2,9% al 2,65%. Le modifiche entreranno in vigore dal 23 aprile.
Durante la conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha precisato che la decisione è stata presa all'unanimità, un segnale importante considerando che a marzo l'Austria si era astenuta. Lagarde ha anche rivelato che non è stato discusso un eventuale taglio di 50 punti base, sebbene alcuni analisti ritengano che l'ipotesi sia stata ventilata.
La BCE ha evidenziato che il processo di disinflazione è ben avviato e che l'andamento dell'inflazione ha continuato a rispecchiare le attese. L'inflazione dei servizi ha segnato una marcata attenuazione negli ultimi mesi e la maggior parte delle misure dell'inflazione di fondo suggerisce che l'inflazione si attesterà stabilmente intorno all'obiettivo del 2% a medio termine.
Tuttavia, l'istituto di Francoforte ha espresso preoccupazione per le prospettive di crescita, che "si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali". Il Consiglio ha riconosciuto che l'economia dell'eurozona ha acquisito una certa resilienza agli shock mondiali, ma ha avvertito che "la maggiore incertezza è probabile che riduca la fiducia di famiglie e imprese" e che "la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali potrebbe determinare un inasprimento delle condizioni di finanziamento".
Un elemento significativo nella comunicazione della BCE è stato l'abbandono del riferimento alla politica "restrittiva". Durante la conferenza stampa, Lagarde ha osservato che il tasso neutrale "non sarebbe valido in periodi di shock", lasciando intendere che, in un contesto di forti rischi al ribasso sulla crescita come quello attuale, la BCE potrebbe portare il tasso sui depositi ben al di sotto del 2%.
In questo momento, le priorità della BCE sembrano essere due: bilanciare l'impatto negativo dei dazi sulla crescita e frenare l'apprezzamento dell'euro, che danneggerebbe le esportazioni europee.
Quale sarà l'impatto sui mutui? Gli esperti prevedono che l'Euribor scenderà a circa 1,6-1,7% nella seconda metà dell'anno, con un beneficio diretto per le famiglie con mutui. Ad esempio, i risparmi su un prestito decennale potrebbero variare tra 37 e 182 euro, mentre quelli con mutui trentennali potrebbero vedere riduzioni superiori a 200 euro al mese.