Trump conferma dazi alla Cina: 10% da febbraio

Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Dalle promesse elettorali ai fatti: Donald Trump inizia a concretizzare la sua offensiva commerciale e annuncia i primi dettagli sui dazi alla Cina, fissando al 10% l'aliquota che potrebbe entrare in vigore già da febbraio.

Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella giornata di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: -0,00%

🇺🇸 NASDAQ: +0,64%

🇮🇹 FTSE MIB: +0,05%

🇪🇺 € STOXX 600: +0,40%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,78%

🇮🇳 NIFTY 50: -0,08%

🇯🇵 NIKKEI 225: +1,58%

💵 EUR/USD: -0,17%

🥇 ORO: +0,11%

Le Borse hanno accolto positivamente il primo giorno di Trump alla Casa Bianca, chiudendo in rialzo grazie soprattutto al comparto tecnologico. L'attesa svolta protezionistica del neo presidente è stata più graduale del previsto, mentre i mercati hanno festeggiato l'annuncio della partnership da 500 miliardi di dollari di OpenAI per le infrastrutture di intelligenza artificiale negli USA. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,64%, spinto anche dai risultati oltre le attese di Netflix (+14% nell'aftermarket). In Asia il Nikkei ha guidato i rialzi con un balzo dell'1,58%, trainato da SoftBank (+11%), partner chiave nel progetto OpenAI.

Più deboli i listini cinesi, con Shenzhen in calo dello 0,78% dopo che Trump ha ventilato la possibilità di imporre dazi del 10% sulle importazioni dalla Cina già da febbraio. Sul mercato valutario, l'euro si è indebolito dello 0,17% sul dollaro, mentre l'oro ha guadagnato lo 0,11%.

La mancata imposizione immediata di dazi da parte di Trump ha portato a un allentamento delle pressioni sui rendimenti del Tesoro USA, anche se le prospettive di tagli dei tassi Fed si sono ridotte, con i futures che ora scontano solo 37 punti base di riduzione nel 2025.

Trump passa dalle promesse ai fatti: dazi del 10% alla Cina

L'offensiva commerciale di Donald Trump entra nel vivo. Dopo aver minacciato dazi del 25% su Canada e Messico nel giorno del suo insediamento, il neo presidente USA punta ora il dito contro la Cina, annunciando possibili tariffe del 10% su tutte le importazioni dal 1° febbraio.

"Stiamo parlando di dazi del 10% sulla Cina, dal momento che sta inviando fentanyl in Messico e Canada", ha dichiarato Trump durante un evento alla Casa Bianca. Una mossa che ha immediatamente scosso i mercati asiatici, con l'Hang Seng in calo dell'1,7% e Shanghai dell'1,1%.

Il livello delle tariffe è più contenuto rispetto al 60% ventilato durante la campagna elettorale, ma secondo gli analisti è sufficiente a preparare i mercati a una maggiore volatilità. "Da qui in poi diventa solo più dura", commenta Xin-Yao Ng di abrdn Plc. "È un promemoria che Trump qualcosa farà, perché il primo giorno potrebbe aver dato ad alcuni la falsa impressione che avrebbe potuto non agire".

Trump ha anche messo nel mirino l'Unione Europea, definita "molto, molto cattiva" nei confronti degli Stati Uniti. "Abbiamo un deficit di 350 miliardi di dollari con l'UE. Ci trattano molto male, quindi dovranno prepararsi ai dazi", ha affermato il presidente, delineando un approccio aggressivo su più fronti.

Non è ancora chiaro quale sarà la base legale per l'imposizione di questi dazi. Nell'ordine esecutivo di lunedì, Trump ha chiesto ai funzionari di "valutare i flussi di migrazione illegale e di fentanyl" da Canada, Messico e Cina e di riferire entro il 1° aprile. Secondo un report dello studio legale BakerMckenzie, citato da Bloomberg, "sebbene le azioni immediate dell'amministrazione Trump non portino all'imposizione immediata di nuove tariffe, il memorandum dimostra uno sforzo chiaro e metodico per gettare le basi di future azioni".

Le minacce di Trump arrivano nonostante la recente telefonata con il presidente cinese Xi Jinping, avvenuta venerdì 17 gennaio prima dell'insediamento, in cui i due leader hanno discusso di commercio, fentanyl e di TikTok. Un segnale che la tregua commerciale potrebbe essere di breve durata, mentre si profila all'orizzonte una nuova era di tensioni tra le due superpotenze economiche.

Gli occhi sono puntati sul World Economic Forum di Davos, l'annuale summit che riunisce in Svizzera i principali leader politici ed economici mondiali. Il vice premier cinese Ding Xuexiang ha cercato di stemperare le tensioni, dichiarando che la Cina non cerca un "surplus commerciale" e intende anzi ampliare le importazioni dagli USA: "Vogliamo importare prodotti e servizi più competitivi e di qualità per promuovere un commercio equilibrato", ha affermato. Con l'economia globale che deve già gestire inflazione e transizione energetica, la minaccia di una nuova guerra commerciale rende questo summit particolarmente cruciale.

Come muoversi da investitore

La minaccia dei dazi di Trump evidenzia come le tensioni geopolitiche possano influire sui mercati, specialmente quelli emergenti. Investire in questo contesto richiede una conoscenza approfondita non solo dei fondamentali finanziari, ma anche del quadro politico e commerciale, come dimostrano i recenti sviluppi nelle relazioni USA-Cina.

In uno scenario globale sempre più complesso, diversificare a livello geografico e settoriale diventa fondamentale per costruire un portafoglio resiliente. Per approfondire le opportunità e i rischi legati a questa asset class, vi invito a leggere il mio articolo dedicato: "Azionario dei Paesi Emergenti", dove analizzo nel dettaglio le strategie per navigare le acque agitate dei mercati emergenti in un contesto di crescenti tensioni commerciali.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

 

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Davide Berti, consulente finanziario

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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