Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Il mercato dei veicoli elettrici crolla dopo le indiscrezioni sulla possibile eliminazione del credito d'imposta EV da 7.500$ da parte di Trump.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,60%
🇺🇸 NASDAQ: -0,64%
🇮🇹 FTSE MIB: +1,93%
🇪🇺 € STOXX 600: -1,98%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -2,46%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,11%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,35%
💵 EUR/USD: +0,25%
🥇 ORO: -0,26%
Wall Street chiude in rosso con l'S&P 500 che perde lo 0,60% e il Nasdaq lo 0,64%. A pesare le dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, che ha raffreddato le aspettative di un taglio dei tassi imminente, sottolineando come la forza dell'economia americana non richieda una riduzione affrettata del costo del denaro. Powell ha ribadito che l'inflazione è "su un percorso sostenibile" verso l'obiettivo del 2%, ma le tempistiche delle future mosse non sono prestabilite.
Performance brillante per Piazza Affari (+1,93%), migliore tra le borse europee. Sprint di MPS (+11,6%) che festeggia il collocamento del 15% da parte del Tesoro. In evidenza anche TIM (+9,21%) dopo l'apertura dell'AD Labriola a un possibile ritorno del dividendo. Spread BTP/Bund rientra a 121 punti.
Pressione sui listini asiatici dopo i dati macro cinesi contrastanti. La produzione industriale è cresciuta meno delle attese in ottobre, così come gli investimenti fissi, mentre le vendite al dettaglio hanno superato le previsioni grazie alla settimana del Golden Week. L'indice cinese di Shenzhen cede il 2,46%, penalizzato anche dai timori di nuove tensioni commerciali con gli USA dopo la vittoria elettorale di Trump. Vicina alla parità l'India (-0,11%) mentre in territorio positivo troviamo l'indice giapponese (+0,35%), sostenuto dalla debolezza dello yen.
Sul mercato valutario l'euro recupera terreno sul dollaro (+0,25%), mentre l'oro scende dello 0,26% a 2.566 dollari l'oncia ai minimi da due mesi, penalizzato dalla forza del biglietto verde.
Timore sul mercato EV: Trump pronto a eliminare il credito d'imposta
Il mercato dei veicoli elettrici subisce un duro colpo dopo le indiscrezioni secondo cui il presidente eletto Donald Trump intende eliminare il credito d'imposta di 7.500 dollari per l'acquisto di auto elettriche. In un settore già in profonda trasformazione, dove il dominio di Tesla e del colosso cinese BYD sta ridefinendo gli equilibri globali (sopratutto a scapito de poroduttori di auto europei), la notizia, riportata da Reuters citando fonti dirette, ha scatenato forti vendite sui titoli del settore: Rivian crolla del 14%, Tesla cede il 5,8%, mentre anche i tradizionali costruttori come GM e Ford chiudono in territorio negativo.
L'eliminazione del sussidio, elemento chiave dell'Inflation Reduction Act di Biden, richiederebbe l'approvazione del Congresso e potrebbe avere gravi implicazioni per la transizione verso la mobilità elettrica negli USA, già in difficoltà a causa degli alti prezzi dei veicoli e di un'infrastruttura di ricarica ancora limitata. Sorprendentemente, rappresentanti di Tesla avrebbero espresso supporto per l'eliminazione dell'incentivo, con Elon Musk che ha sottolineato come la misura potrebbe danneggiare maggiormente i concorrenti.
Le ripercussioni si sono estese anche al mercato asiatico, con il produttore di batterie LG Energy Solution in calo del 10% alla borsa di Seul. L'azienda, che fornisce batterie a Tesla e GM, ha visto il suo titolo crollare insieme a quello dell'altro colosso coreano, SK Innovation, la cui controllata SK On produce anch'essa batterie per il settore automotive.
La potenziale eliminazione degli incentivi potrebbe avvantaggiare Tesla rispetto ai concorrenti grazie alla sua maggiore efficienza produttiva, ma rischia di compromettere seriamente i piani di elettrificazione di tutti gli altri competitor, che stanno ancora cercando di raggiungere la redditività nel segmento EV. Il sindacato UAW (United Automobile Workers), tramite il loro profilo X, ha criticato duramente la proposta, sostenendo che "centinaia di migliaia" di posti di lavoro nel settore automotive sarebbero a rischio.
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