Ha senso studiare a Milano?

La finalità di questo articolo è quella di valutare oggettivamente se studiare, lavorare e vivere a Milano sia davvero un buon investimento.

Per fare ciò, passiamo velocemente in rassegna quali sono i pro e i contro che ho individuato rispetto alla decisione di investire risorse economiche ed energie per studiare e lavorare a Milano per poi analizzare un esempio pratico.

Milano, una città attraente

Milano, da anni diventata la città per eccellenza della moda e degli affari italiani, è stata/è/e sarà sempre una meta ambita per molti giovani aspiranti professionisti.

Milano, infatti, è la città che permette a tanti giovani di sognare una carriera lavorativa importante e dà la possibilità di avere un’ascesa sociale grazie alle opportunità a livello di istruzione e di lavoro che offre (tanto è vero che, spesso, chi lavora o studia a Milano lo indica come motivo di vanto).

Tuttavia, scegliere di trasferirsi in questa città richiede una valutazione attenta ed oggettiva dei pro e dei contro che questa città offre.

I pro di vivere, studiare e lavorare a Milano:

  1. Opportunità di lavoro: Milano da molti anni è diventato il cuore pulsante dell'economia italiana. È sede di numerose aziende nazionali e internazionali, tra cui le più grandi del settore moda, design, finanza, tecnologia e molto altro. Avere accesso a queste opportunità di lavoro potrebbe significare avere un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro.
  2. Opportunità a livello di istruzione: La città ha una vasta gamma di università e istituzioni di istruzione superiore rinomate in Italia, il che significa che è possibile scegliere di intraprendere i propri studi in una vasta gamma di discipline e ricevere una formazione di alto livello.
  3. Vita notturna: Milano è anche nota per la sua vibrante vita notturna, con numerosi bar e ristoranti per tutte le tasche e i gusti. Gli studenti potrebbero approfittare di questa opportunità per socializzare e ampliare il loro network (elemento molto importante e da non sottovalutare).
  4. Cultura e arte: Essendo una delle capitali culturali d'Italia, Milano offre una vasta gamma di musei, gallerie e teatri per gli amanti dell'arte e della cultura in generale. Gli studenti potrebbero trovare in questo modo una fonte di ispirazione e sviluppare il loro interesse per le arti e la conoscenza della storia italiana.

I contro di vivere, studiare e lavorare a Milano:

  1. Costo della vita: Milano è una delle città più costose d'Italia. La richiesta di studiare e lavorare a Milano è elevatissima e gli studi economici indicano che tale grande domanda porta ad un fisiologico aumento dei prezzi, rendendo la vita, lo studio e il lavoro molto costosi.

Questo comporta che le persone potrebbero doversi adattare a un livello di vita più basso o dover cercare opzioni di alloggio più economiche.

  1. Traffico e trasporto pubblico inefficiente: Milano è nota per il traffico pesante e il trasporto pubblico affollato. Bisognerebbe prendere fortemente in considerazione questi fattori, soprattutto se si ha bisogno di spostarsi frequentemente.
  2. Inquinamento: Milano è una delle città più inquinate d'Europa. L'inquinamento atmosferico è un problema serio e potrebbe avere un impatto sulla salute degli individui. Questo potrebbe rappresentare uno svantaggio per coloro che cercano un ambiente di studio e di vita sano e sostenibile.

La decisione di vivere, studiare e lavorare a Milano dipende quindi dallo stile di vita, dalle priorità e dagli obiettivi del singolo individuo. Milano offre numerose opportunità professionali, sociali e culturali, ma non mancano ovviamente cospicui contro come il costo della vita, la congestione del traffico, e l'inquinamento.

Risulta quindi fondamentale valutare oggettivamente i pro e i contro specifici della città in modo da avere la possibilità di fare una scelta motivata e ben ponderata.

Caso pratico

Dopo questo breve panoramica su i pro e i contro che ho identificato e che ritengo fondamentale analizzare prima di decidere di andare a vivere a Milano, esaminiamo adesso due casi esempio dal punto di vista finanziario:

  1. Marco: ragazzo di 20 anni che ha deciso di intraprendere i suoi studi universitari nella sua città natale (Genova) e che a 25 anni inizierà a lavorare in una piccola azienda localizzata nel comune nativo.
  2. Ginevra: ragazza di 20 anni che ha invece deciso di cominciare i propri studi in un’università privata e blasonata di Milano e che a 25 anni inizierà a lavorare in una multinazionale milanese.

STEP 1: 20 anni

Marco:

Esaminiamo per primo il caso di Marco:

Una volta terminati gli studi di scuola superiore, Marco decide di intraprendere gli studi triennali e magistrali nell’università pubblica di Genova.

Questa decisione ha un forte impatto dal punto di vista economico, finanziario e personale:

  • non avrà spese per affittare/acquistare un appartamento in quanto tendenzialmente rimarrà a vivere a casa con i genitori;
  • potrà rimanere accanto alla sua famiglia e ai suoi amici e potrà continuare a portare avanti le sue routine;
  • le spese universitarie si aggireranno all’incirca attorno ai 15.000€ per cinque anni (sono quindi circa 3.000€ all’anno per una persona con un ISEE alto)

Marco quindi non dovrà sostenere spese per l’alloggio e avrà un esborso di soli 15.000€ per portare avanti e completare dignitosamente i suoi studi.

Ginevra:

Esaminando poi la situazione di Ginevra, possiamo notare come la situazione cambi drasticamente:

  • dovrà cercare una stanza o un monolocale da affittare. Questa ricerca, soprattutto negli ultimi anni, risulta non semplice e difficilmente si riescono a trovare soluzioni abitative che rientrino negli standard dell’accettabilità. Non è difficile che una stanza in un appartamento condiviso possa venire a costare 500€ al mese più spese e che un monolocale possa costare non meno di 800€ al mese in una “zona accettabile” (e con zona accettabile intendo entro 30/40 min di mezzi dal posto di studio/lavoro);
  • non avrà la possibilità di vedere regolarmente la sua famiglia e i suoi amici, in quanto il viaggio per tornare nella sua città natale comporta più di 4 ore di viaggio (senza tenere conto che è necessario tenere in conto anche l’aspetto economico dei trasferimenti);
  • deve essere fin dal principio cosciente del fatto che solitamente chi studia a Milano, trova anche lavoro a Milano (o addirittura in altre nazioni). Per rendere economicamente sensate le spese sostenute per l’università milanese, Ginevra sarà praticamente costretta a lavorare a Milano o a trasferirsi all’estero;
  • le spese sostenute per studiare in un’università privata blasonata si aggireranno all’incirca attorno ai 60.000€ per cinque anni (sono quindi quantificabili in circa 12.000€ all’anno)
  • Ginevra dovrà quindi sostenere diverse ed importanti spese derivate dalla sua decisione di intraprendere gli studi a Milano. Tirando le somme, annualmente dovrà sostenere costi per circa 22.000€ (tenendo conto dei costi per l’università, dell’affitto, dei mezzi di trasporto e degli extra). Nell’arco dei 5 anni i costi in più rispetto che studiare a casa ammonteranno a circa 95.000€ (ovvero 9000€ in più all’anno di retta universitaria e circa 11000€ in più tra affitto e trasporti che stando a casa non avrebbe spese. Tutte spese che si presume vengano sostenute dalla famiglia di Ginevra).

STEP 2: 25-30 anni

Una volta terminati gli studi (presumiamo ai 25 anni di età), Marco e Ginevra iniziano a muovere i primi passi nel mondo del lavoro.

Come abbiamo fatto in precedenza, andiamo a considerare prima il caso di Marco e poi quello di Ginevra nella fascia temporale 25-30 anni.

Marco:

In questo periodo della sua vita, Marco inizia a lavorare presso un’azienda locale e contestualmente sente l’esigenza di andare a vivere da solo.

Bisogna tener presente che a Genova ci sono opportunità lavorative, ma ovviamente queste sono numericamente inferiori rispetto quelle che offre Milano. Il percorso lavorativo di Marco si articola quindi in queste due fasi:

  1. Contratto di lavoro a tempo determinato con una paga base (circa 1.100€ al mese) per un anno (dai 25 ai 26 anni);
  2. Contratto di lavoro a tempo indeterminato con una paga un po' più alta rispetto a quella corrisposta durante il contratto a tempo indeterminato (circa 1.500€ al mese fino ai 30 anni).

Lo stipendio con il passare degli anni potrebbe gradualmente aumentare, ma tendenzialmente la curva di crescita risulta abbastanza statica (lo stipendio nel lungo periodo potrebbe arrivare a circa 2.200-2.500€ al mese).

Marco decide di affittare un bilocale comodo al lavoro, adeguato alle sue necessità di vita e di reddito. Il solo canone di affitto per l’appartamento è di 600€ al mese, al quale Marco deve poi aggiungere circa 100€ di spese di amministrazione. Questo porta l’esborso mensile ricorrente per l’appartamento ad una somma complessiva di 700€.

A questo costo devono essere aggiunte le spese per mangiare e tutte quelle spese extra e per gli svaghi.

  • Ogni mese Marco sosterrà una spesa complessiva di 1.100€, a fronte di uno stipendio di 1.500€. Riuscirà così a costruirsi un “tesoretto” di 400€ che potrà decidere di investire in un piano di accumulo (risparmio di 4.800€ all’anno che per 5 anni corrispondono ad € 24.000 – non tenendo conto degli interessi derivanti dal piano di accumulo).

Ginevra:

Terminata l’università, grazie al titolo di studio e ad alcune referenze, Ginevra inizia a lavorare per una grossa multinazionale e continua a risiedere nello stesso appartamento affittato durante il periodo degli studi.

Il percorso lavorativo di Ginevra inizia quindi con la stipulazione di un contratto per 1.500€ al mese fino ai 30 anni di età.

  • Ogni mese Ginevra sosterrà una spesa complessiva che è assimilabile alla cifra presa con lo stipendio. Difficilmente quindi riuscirà a mettere da parte un po' di soldi.

STEP 3: 30-35 anni

Considerando invece Marco e Ginevra nella fascia di età 30-35, possiamo notare ancora alcuni cambiamenti che seppur di piccola entità comportano modifiche fondamentali nella pianificazione finanziaria dei due individui.

Marco:

In questo caso Marco, dopo 5 anni di lavoro ben svolto in azienda, avrà finalmente un aumento ed inizierà a prendere uno stipendio mensile di 2.000€ e per questo motivo (anche per premiarsi un po’) decide di aumentare la qualità della sua vita (aumentando di conseguenza le spese mensili). Questo fatto però non comporta la cessazione del piano di accumulo dell’importo di 400€ al mese.

Ginevra:

A partire da questa età Ginevra può contare sul “vantaggio del milanese”, infatti inizia a guadagnare uno stipendio di 3.000€ al mese, ben di più della media nazionale.

Potendo godere di un raddoppio del proprio reddito, Ginevra decide di aumentare le proprie spese mensili per cercare di fare un piccolo upgrade di vita, cambiando per esempio appartamento (ad oggi poteva stare solo in un monolocale) o utilizzando i soldi per spese extra che prima non poteva permettersi.

Lo stipendio è aumentato a 3.000€, le spese (cambiando casa e facendo, finalmente, una cena fuori ogni tanto) di conseguenza sono aumentate a 2.300€, ma Ginevra adesso riesce a risparmiare qualcosa. Decide così di iniziare un piano di accumulo di 500€ al mese (sta mettendo via circa 300€ al mese in più di Marco).

STEP 4: più di 35 anni

Consideriamo infine il caso di Marco e Ginevra passati i 35 anni di età.

Marco:

Marco riceve un piccolo aumento dato che ormai celebra i 10 anni in azienda ed inizia a guadagnare 2.200€ al mese.

Decide di avere un figlio e contestualmente si trasferisce in un appartamento più grande e consono alle sue mutate esigenze.

Le spese di vita quindi aumentano, perché deve tenere in considerazione non solo l’aumento del costo dell’affitto (passato a 1.000€ al mese), ma anche le spese relative al nucleo familiare che ora si è moltiplicato per 3 (circa 1.200€ al mese).

  • In questo periodo della sua vita Marco non riuscirà a mettere da parte i risparmi come aveva fatto in precedenza, ma potrà comunque contare su un gruzzoletto che ha costruito durante i primi anni di lavoro.

Ginevra:

Ginevra a 35 anni ha un’ulteriore “scalata” all’interno dell’azienda diventando dirigente ed il suo stipendio inizia a crescere sensibilmente, arrivando a raggiungere i 4.000€ mensili.

Ovviamente con l’avanzare dell’età anche Ginevra sente il bisogno di crearsi una famiglia (quindi diventa mamma) e di spostarsi in un nuovo appartamento più adatto alle sue esigenze di vita.

Il fatto di poter contare su uno stipendio maggiorato, dovrebbe dare la possibilità a Ginevra di aumentare la sua qualità di vita sotto differenti aspetti.

E dico dovrebbe perché:

  • un appartamento “formato famiglia” in una buona zona di Milano può arrivare a costare addirittura 2.300€ al mese
  • Il costo per vivere, mantenendo 3 persone, aumenta a 1.700€ al mese

Di conseguenza anche Ginevra, pur guadagnando quasi il doppio di Marco, non riuscirà a mettersi via nulla alla fine del mese!

Conclusioni

Portare avanti questo confronto sugli stipendi e sui costi di Marco e Ginevra durante l’arco di tutta la loro vita risulterebbe troppo aleatorio.

Cerchiamo quindi di tirare le fila del discorso per arrivare ad una conclusione.

Analizziamo la situazione finanziaria di Marco e Ginevra a partire dall’inizio degli studi fino ai 35 anni di età:

Marco si è messo nella condizione di non spendere troppi soldi per gli studi universitari, di portare avanti un piano di accumulo sostanzioso dai 25 ai 35 anni e di non riuscire a risparmiare praticamente nulla dopo i 35 anni. Possiamo quindi dire che Marco ha accumulato 400€ al mese per 10 anni, che corrispondono a circa 48.000€ ed ha evitato un esborso aggiuntivo di 85.000€ per le spese universitarie.

Questi soldi “risparmiati” dagli studi sono stati investiti da Marco in un portafoglio dal rendimento bilanciato, che dopo 10 anni hanno creato un montante di circa 150.000€ (ovvero 500€ al mese di rendita da un semplice portafoglio a dividendi).

Per stimare la somma totale del patrimonio derivante dagli investimenti di Marco bisogna quindi andare a sommare gli investimenti sopra menzionati con il piano di accumulo iniziato a 25 anni (48000 euro accantonati che con interessi diventano circa 65000 euro).

In questo caso il portafoglio totale sarebbe pari a 215.000€.

Una struttura di portafoglio a dividendi su un portafoglio di circa 215.000€ genera circa 800€ mensili.

Dopo i 35 anni, il reddito effettivo di Marco risulterebbe quindi pari ad 3.000€ al mese (800€ degli investimenti finanziari + 2.200€ di stipendio). Questo fa si che anche a 35 anni Marco non vada ad intaccare il capitale e si metta nella condizione di avere un risparmio di circa 800€ mensili che poi va a riallocare nei suoi investimenti dato che i suoi costi di vita li alimenta con lo stipendio (2200€ mensili).

Ginevra ha deciso di intraprendere i suoi studi a Milano, e questo ha comportato un esborso di 110.00€ per cinque anni (tenendo in considerazione i costi di vita e di studio). Ginevra fino ai 35 anni è riuscita a crearsi dei risparmi per soli 44000€ pur guadagnando il doppio di Marco (con gli interessi intorno ai 50000€ totali, redditività da dividendi di circa 2000 euro annui).

E a 36 anni, con l’aumento dei costi di vita non riuscirà comunque a mettere via nulla pur avendo un ottimo reddito.

Si nota quindi facilmente la notevole differenza tra le due posizioni finanziarie.

Concludo dicendo che è evidente che vivere nella città natale come nell’esempio, in cui magari si ha accesso al mare, poco inquinamento, un ritmo rilassato (ad esempio si può andare a lavoro a piedi), i “nonni” vicini nel caso in cui si abbiano figli (risparmio finanziario importantissimo che se lo avessi incluso nel confronto avrebbe reso ancora più ostica la vita finanziaria di Ginevra) implica un alto valore aggiunto per la propria qualità di vita.

La decisione di vivere a Milano (se si vuole vivere con uno stile di vita decoroso) dovrebbe essere presa solo da chi pensa di avere la capacità di raggiungere risultati straordinari.

In caso contrario, il rischio è di farsi prendere nella cosiddetta “corsa del topo”: lavorare per sopravvivere, mantenendo uno stile di vita mediocre in una città costosa che non permette di raggiungere la così tanto discussa ma da pochi raggiunta: libertà finanziaria!

Questo non implica da parte mia alcuna opposizione nei confronti di Milano o della realtà finanziaria che è diventata. L’obiettivo di questo contenuto è esortare i giovani a ragionare con la propria testa perché una scelta “che fanno tutti” non è detto che sia, talvolta, la scelta giusta. Ad oggi gli stipendi Milanesi non sono adeguati al costo della vita e dunque, nella maggior parte dei casi, il trasferimento a Milano non è valutabile come un buon investimento finanziario.

Hai dubbi sull'efficienza o la pianificazione del tuo portafoglio di investimenti? Clicca qui e compila il modulo!

Davide Berti, consulente finanziario

Se vuoi rimanere aggiornato sui contenuti finanziari in tempo reale seguimi sulla mia pagina instagram!

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.