Il termine investimento, spiegato in parole semplici, consiste nell’allocare il proprio denaro in qualche asset con la probabilità che questo aumenti dopo un certo arco temporale.
Come ben sappiamo, esistono svariate tipologie di investimenti.
Tra i più noti possiamo ricordare:
- Investimenti finanziari: possono essere fatti su diverse tipologie di strumenti finanziari (per esempio etf, fondi, azioni, obbligazioni, certificati, ecc.) e possono essere strutturati seguendo varie metodologie di approccio sui mercati finanziari (investendo il proprio denaro in tranche tramite piani di accumulo, oppure investendo i risparmi tutti insieme – strategia denominata “PIC”);
- Investimenti immobiliari: questa modalità di investimento può consistere nell’acquistare un immobile per poi affittarlo a lungo o breve termine (per esempio airbnb o locazioni a studenti/famiglie) oppure nel prestare il proprio denaro per finanziare un’operazione immobiliare, iniziativa meglio nota come lending crowdfunding;
- Investimenti in formazione: tra i quali possono essere menzionati gli investimenti per gli studi universitari, i master, i corsi di aggiornamento o di specializzazione, ecc..
Però, per chi ha un’attività in proprio, che sia una semplice partita iva o un’azienda, esiste una possibilità di investimento extra: investire sulla propria attività!
In questo articolo ti spiego perché in questa fase della mia vita sto investendo la maggior parte dei miei risparmi sull’azienda e spero che questo possa essere di spunto a tanti aspiranti giovani (e meno giovani) imprenditori.
Motivazioni per cui investo in azienda
Queste sono le cinque principali motivazioni per cui ho deciso di investire nella mia azienda:
- È un investimento necessario: come per un lavoratore dipendente il focus deve essere sull’impegno, sulla crescita delle skills e delle competenze per poter ambire ad una crescita reddituale, per un imprenditore il focus deve essere non solo sull’impegno e sull’incremento costante delle proprie skills, ma anche sul “far girar bene i soldi” della propria azienda perché sono quelli che determinano l’arrivo di altro denaro.
Investire sulla propria azienda significa mettersi nella condizione di avere la possibilità di crescere in termini di margini, utile e reddito.
È necessario poter contare su un cash flow per poter fare tutte le altre tipologie di investimento: non posso far studiare i miei figli all’università se non ho risorse, non posso investire in immobili se non ho risorse, non posso fare un piano d’accumulo se non ho risorse.
Ma chi mi fornisce il reddito? La mia attività. È dunque giusto e corretto investire in ciò che mi permette di alimentare qualsiasi altra forma di investimento.
Ciò che dico sempre ai clienti è che gli investimenti, di qualunque tipo essi siano, sono un potenziatore dei risultati lavorativi. Il focus deve essere sempre sulla propria attività e sul proprio lavoro perché la crescita reddituale è fondamentale per aver successo dal punto di vista patrimoniale (soprattutto se si è nella prima parte della propria carriera lavorativa).
- Mi diverte: gli investimenti di carattere finanziario ed immobiliare sono interessanti, ma noiosi.
Una celebre frase che Warren Buffett, noto come l’oracolo di Omaha ed uno dei più grandi investitori della storia, ha sempre detto a proposito degli investimenti finanziari è la seguente: “Se vuoi emozioni prendi 800$ e vai a Las Vegas”.
Questo ovviamente vale per qualsiasi tipo di investimento passivo.
La celebre frase di Buffett ci fa capire come, realisticamente, l’investimento se ben strutturato non è emozionante.
Investire in azienda (avendo la fortuna e possibilità di farlo) mi permette di vedere da vicino e vivere step by step il suo percorso di crescita. È proprio osservare e respirare la continua crescita ed evoluzione aziendale che rende tutto il percorso stimolante, non solamente il risultato finale.
- Ha delle peculiarità fiscali interessanti: gli investimenti fatti in azienda sono deducibili al 100%, mentre un investimento in un piano d’accumulo o in un’immobile nella maggior parte dei casi non li sono perché non inerenti all’attività. Proprio per il “principio di inerenza all’attività” posso contare su una base monetaria molto maggiore da allocare. Avere una base monetaria maggiore da investire significa poter raggiungere un risultato in valore assoluto maggiore nel momento in cui l’investimento rende uguale o addirittura un poco meno di un investimento sui mercati finanziari e/o immobiliare.
È un po' come un piano d’accumulo da 1.000€ al mese in strumenti finanziari non molto efficienti: renderà comunque di più di un piano d’accumulo di 500€ al mese in strumenti più efficienti e redditizi.
Facciamo un esempio per cercare di spiegare il concetto in modo chiaro: se alla fine dell’anno ho 200.000€ di utile aziendale lordo e decido di reinvestire nell’attività, posso reinvestire la totalità del mio utile lordo (ovvero 200.000€). Se invece scelgo di utilizzare l’utile prodotto per investire in strumenti finanziari, su questo utile devo pagare prima le tasse. Mi rimangono così circa 100.000€ da utilizzare per gli investimenti.
Investire in azienda vuol dire poter contare sul doppio della base monetaria e quindi se perdessi il 50% dell’investimento arriverei comunque alla stessa cifra di partenza del piano d’accumulo.
Questo delta di capacità monetaria rende l’investimento aziendale molto più attraente per coloro che hanno la possibilità di farlo.
- Posso creare valore aziendale o equity (valore azionario): investire sulla mia attività mi permette di avere sempre più collaboratori, migliorare la qualità e la tempestività del servizio che offro ai clienti ed aumentare progressivamente nel tempo la massa clientelare. Inoltre, il know how acquisito negli anni ed integrato con figure esterne di supporto potrà permettermi di espandermi anche in altri business legati al tema finanziario, creando così una forte sinergia con il business della consulenza. Questo è sicuramente un valore difficilmente quantificabile, ma allo stesso tempo però è tangibile. Ed è tanto più tangibile quanto più l’attività va bene. Se un giorno, tra tantissimi anni, dovessi decidere di cedere la mia attività, sarebbe come ricevere un “grosso cedolone” finale alla scadenza di una obbligazione.
- Mi libera tempo: mentre un investimento a carattere finanziario (come un piano di accumulo) o un investimento immobiliare in un’ottica di lungo periodo (salvo imprevisti) non porta via tempo alle persone, che possono quindi dedicarsi al proprio lavoro, famiglia o hobby, un investimento in azienda, se ben fatto, può permettere di slegarmi sempre più dall’attività stessa facendo sì che possano essere delegate attività a basso valore aggiunto.
Questo comporterebbe un incremento del mio tempo libero o la possibilità di inserirmi in altri business (cosa che in questa fase della mia vita più mi interessa). Di conseguenza, anche a parità di ritorno, non solo ho il fatto di avere lo stesso tempo che avrei con un investimento finanziario, ma addirittura potrei avere più tempo. Quindi il vantaggio monetario di questo investimento è DENARO e TEMPO.
Punti deboli
Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica. Anche l’investimento in azienda ha dei punti deboli:
- Mancata diversificazione: vengono impegnate delle risorse su una singola attività che, se dovesse avere dei momenti di difficoltà, renderebbe l’investimento più pesante ed emotivamente difficile da sostenere rispetto, ad esempio, investimenti su strumenti finanziari diversificati che, sebbene possano avere delle oscillazioni più o meno forti durante il gli anni, portano comunque ad una tranquillità diversa.
- Rischio maggiore: investendo in azienda si decide di concentrare tutto il rischio in un’unica attività.
Attività che è sicuramente meno certa e più aleatoria di quella che può essere caratterizzante la sommatoria delle attività di tutte le imprese più grandi di tutti i paesi del mondo (rischio che vado a prendermi con un ETF sull’MSCI World).
Questo rischio deve essere tollerato.
Nel mio caso, il mio profilo di rischio mi consente di sostenerlo e quindi scelgo di sostenerlo.
Ma ciò non vuol dire che sia per tutti.
- Difficile stima dei risultati: quando si struttura un piano di accumulo si può più o meno sapere fin dal principio quale sarà il risultato effettivo atteso dell’investimento a scadenza. Questo accade perché non solo si possono analizzare le serie storiche degli anni precedenti, ma anche le statistiche future. Invece, per quanto riguarda l’investimento in azienda, non si possono avere dei dati certi e delle serie storiche su cui basarsi.
L’attività potrebbe andare bene e avere delle aspettative rosee, ma allo stesso tempo l’attività potrebbe inavvertitamente andare male. Di conseguenza è più difficile l’allocazione del budget. Non è remota la possibilità di perdere tutto o in parte il denaro allocato o, viceversa, riuscire a generare ritorni molto alti.
Una pianificazione aziendale ben fatta è più complessa di una pianificazione finanziaria personale.
In conclusione
Investire in azienda non è quindi un investimento che può essere nelle corde di tutti.
Ovviamente la prima caratteristica per poterlo fare è possedere un’azienda, ma allo stesso tempo bisogna anche essere propensi ad investire sull’azienda (quando ha senso farlo).
Quello che raccomando è di investire con prudenza, cercando di ponderare anticipatamente i rischi e i ritorni attesi, anche se questi sono difficilmente stimabili.
Ad oggi la scelta di investire sulla mia azienda è qualcosa che ho intenzione di continuare a fare: non solo perché questo investimento ha generato e sta generando ottimi rendimenti, ma anche perché ha elevate possibilità di crescita, è un investimento dinamico ed è soprattutto molto stimolante.
Spero che questo mio racconto circa la pianificazione finanziaria, patrimoniale ed aziendale personale sia stato gradito.
Se ci fossero dubbi e domande come sempre sono a disposizione.