Perché sono in affitto?

Pagare l’affitto, per molti italiani, è una delle scelte finanziarie più sbagliate che si possano fare. Il commento che solitamente riceve chi dice di essere in affitto è: “Perché butti via i soldi in affitto? Fatti un mutuo e comprati casa almeno hai qualcosa di tuo!”. Personalmente non mi trovo d’accordo con tale pensiero.

Le scelte degli italiani circa l’acquisto dell’immobile in cui vivere o l’affitto emerge chiaramente anche dai dati: il 70% degli italiani è proprietario della casa in cui vive mentre solamente il 20% vive in affitto.

Gli elementi che mi hanno portato a propendere per l’affitto

In questo approfondimento ti spiego le motivazioni per cui io ho scelto, felicemente e consapevolmente, di andare in affitto:

1. Esigenze di vita

Attualmente vivo con la mia compagna (non ho figli) in un immobile di circa 70 metri quadrati vicino ai miei uffici nel centro di Genova. Questo mi permette di andare e tornare dà lavoro a piedi. Chi mi conosce sa quanto io sia in focus sull’attività lavorativa e quanto sia per me importante non avere distrazioni e perdite di tempo.

Ad oggi, se mi proponessero di cambiare l’appartamento dove vivo per una villa con piscina (allo stesso canone d’affitto) situata a 45min di distanza da dove lavoro direi assolutamente di no anche se in termini di qualità-prezzo non ci sarebbe, ovviamente, paragone. Ragionerò in questo modo per tutta la vita? Ovviamente no. È molto probabile che la mia casa ideale cambi con l’avanzare dell’età e delle esigenze di vita. Sicuramente quando avrò famiglia mi servirà una casa più grande. Tuttavia in questo momento sarebbe una spesa ed un impegno inutile.

2. L’impegno del mutuo

Impegnarmi oggi con un mutuo su una casa che magari tra qualche anno non mi andrà più bene è insensato per i motivi che seguono:

  1. Le rate dei mutui sono composte inizialmente dalla quasi totalità di quota interessi (almeno un 90% nei primi anni). Il che significa che, su una rata di 1000 euro, sto rimborsando 100 euro di capitale e 900 euro di interessi e dunque un mutuo chiuso in anticipo farebbe si che il suo costo di interessi sia molto più alto di quello pattuito sul contratto.
  2. I costi per comprare e rivendere un immobile in Italia sono tanti ed alti. Infatti tra imposta di registro, costi per il notaio, costi per l’agenzia, bolli vari possono esserci svariate migliaia/decine di migliaia di euro di costi. Pagarli due volte nel giro di pochi anni (una volta direttamente, l’altra indirettamente poiché li paga il compratore e, almeno in parte, influenzano il prezzo di vendita) non mi pare conveniente (Compro casa o vado in affitto? Tutti gli elementi da considerare prima di prendere un’importante decisione).
  3. Eventuali problematiche che possono sorgere circa lavori straordinari posso evitarmele non essendo direttamente proprietario dell’immobile. Ed in questo momento di vita in cui ho l’esigenza di non avere problematiche esterne al lavoro è per me l’ideale la soluzione dell’affitto perché ti rende “meno responsabile” su questo fronte.

3. Costo – opportunità

investire oggi in un immobile mi “congelerebbe” un patrimonio ed una capacità di credito che, imprenditorialmente parlando, non sono assolutamente propenso ad impegnare.

Per “patrimonio congelato” intendo la cifra che eventualmente, se comprassi, spenderei per l’anticipo dell’immobile e l’eventuale ristrutturazione (ed arredo).

Per “capacità di credito congelata” intendo che l’erogazione di un mutuo per l’acquisto mi porterebbe a non poter usufruire di quella somma prestatami dalla banca per altri eventuali investimenti più redditizi.

Essendo un libero professionista ed un imprenditore è molto probabile che io necessiti di liquidità: per gli uffici che ho comprato ho avuto necessità di usare la mia capacità di credito facendomi fornire del capitale dalla banca. Se io mi impegnassi finanziariamente in un immobile abitativo oggi ridurrei notevolmente questa potenzialità.
Quindi posso affermare con sicurezza che, nel mio caso, immobilizzare del capitale dismettendo delle attività (ovvero degli investimenti in essere che nel tempo mi fruttano interessi) e limitare la mia capacità di credito è qualcosa che ora non voglio assolutamente fare. Se il prezzo di questo è pagare un affitto mensile, lo faccio senza problemi.

4. Sviluppo reddituale

In media, più guadagniamo più aumentiamo il nostro tenore di vita. Un consiglio saggio è aumentarlo meno che proporzionalmente. Se proprio si vuole esagerare si aumenta il tenore di vita proporzionalmente all’aumento di reddito.

Facciamo un esempio: Mario guadagna 2000 euro al mese e ne spende circa 1500 per vivere. Nel suo lavoro è molto bravo e dunque ottiene un bell’aumento tale per cui il suo reddito diventa di 3000 euro al mese. Ovviamente Mario avrà piacere nel godersi questi “soldi extra” che gli arriveranno con costanza ogni mese. È dunque molto probabile che le sue spese aumentino. Di quanto è corretto aumentino al massimo? Se Mario prima spendeva il 75% del suo reddito (ovvero 1500 euro di spese su 2000 euro di reddito) dovrà rimanere al massimo su quel livello di spesa ovvero 2250 euro (corrispondenti al 75% di 3000 euro di reddito). Tra le opzioni di Mario potrebbe quindi esserci quella di andare a vivere in un appartamento migliore avendo 750 euro in più al mese come budget di spesa.

La mia situazione lavorativa è, fortunatamente, in forte crescita e dunque la casa idonea per me oggi non è detto che lo sia un domani. Se ad esempio il mio reddito triplicasse nei prossimi anni è molto probabile che mi sentirei “stretto” in una casa esageratamente economica per le mie potenzialità patrimoniali.

Se mi impegnassi nell’acquisto di un immobile mi ritroverei con una casa da (s)vendere o mi adeguerei alla situazione riducendo la qualità di vita per me adeguata a quel reddito. Questa situazione di instabilità reddituale positiva è presente in tanti giovani che stanno facendo carriera, o in azienda o in proprio, ed a mio parere deve essere considerata. Una casa da 500.000€ può sembrare un sogno in una fase di vita, normale in un’altra, sottotono in un’altra ancora.

Quindi mi comprerò mai casa o continuerò a “buttare soldi” nell’affitto?


In questa fase della vita, per i motivi appena spiegati, ti dico con certezza che non ho alcun interesse a comprare casa. Potrei forse farlo, intorno ai 50 anni, nel momento in cui la mia “strada lavorativa” è tracciata e le mie esigenze di vita sono ormai chiare.

Fino ad allora rimarrò un felice locatario!

Spero che questo contenuto sia stato piacevole e che la mia esperienza personale possa esserti utile per prendere con maggior consapevolezza scelte importanti come comprare casa o andare in affitto. Se ci fossero dei dubbi non esitare a contattarmi!

Grazie per l’attenzione!

Hai dubbi sull'efficienza o la pianificazione del tuo portafoglio di investimenti? Clicca qui e compila il modulo!

Davide Berti, consulente finanziario

Se vuoi rimanere aggiornato sui contenuti finanziari in tempo reale seguimi sulla mia pagina instagram!

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.