Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Honda e Nissan, i due giganti dell'automotive giapponese, sono in trattative per una possibile fusione che potrebbe ridisegnare gli equilibri del mercato globale.
Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: -0,39%
🇺🇸 NASDAQ: -0,32%
🇮🇹 FTSE MIB: -1,22%
🇪🇺 € STOXX 600: -0,42%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,51%
🇮🇳 NIFTY 50: -0,44%
🇯🇵 NIKKEI 225: -0,57%
💵 EUR/USD: +0,16%
🥇 ORO: -0,04%
Seduta negativa per le principali piazze finanziarie, con gli investitori in attesa delle decisioni della Federal Reserve in programma oggi. A pesare sul sentiment anche un possibile rallentamento dei tagli dei tassi nel 2025.
Piazza Affari ha guidato i ribassi in Europa, con il FTSE MIB in calo dell'1,22% a 34.269 punti. A penalizzare il listino milanese soprattutto utilities e titoli oil, con BPER (-2,7%), Unipol (-2,7%) ed ENI (-2,4%) tra i peggiori. In controtendenza STM (+0,45%) .
Perdite più contenute per gli indici americani, con l'S&P 500 che ha ceduto lo 0,39% e il Nasdaq in calo dello 0,32%. Gli investitori attendono le indicazioni della Fed sui futuri tagli dei tassi, con il mercato che sconta ormai al 100% una riduzione di 25 punti base oggi.
In Asia performance contrastata: il Nikkei ha perso lo 0,57%, mentre l'indice cinese di Shenzhen è salito dello 0,51%, sostenuto dalle attese per un aumento del deficit di bilancio cinese al 4% del PIL nel 2025.
Sul mercato valutario, l'euro si è rafforzato leggermente sul dollaro (+0,16%), mentre l'oro è rimasto sostanzialmente stabile (-0,04%) in attesa delle decisioni di politica monetaria. Gli operatori guardano anche alle riunioni della Bank of Japan e della Bank of England in programma domani.
Sul mercato valutario, l'euro si rafforza sul dollaro, con il cambio EUR/USD che si attesta a 1,05 recupera leggermente dai minimi degli ultimi mesi in attesa delle decisioni di politica monetaria della Fed oggi e della BCE domani. Il membro del Consiglio Direttivo Olli Rehn ha confermato che il tasso di riferimento della Banca Centrale Europea scenderà a un livello neutrale nella prima metà del 2025, aggiungendo che la velocità e l'entità dei tagli saranno determinati in base ai dati macro disponibili. L'oro è rimasto sostanzialmente stabile (-0,04%) in attesa delle indicazioni sui tassi.
Honda e Nissan in trattative per unire le forze contro la concorrenza EV
Il settore automobilistico giapponese si prepara alla più grande rivoluzione degli ultimi decenni. Honda e Nissan, secondo e terzo costruttore del Sol Levante, studiano una fusione che potrebbe creare un colosso da 8 milioni di veicoli all'anno, ridisegnando gli equilibri del mercato globale. La partita che si sta giocando va oltre la semplice fusione tra due storici costruttori, in un mercato sempre più dominato dalla rivoluzione elettrica e dalla concorrenza cinese.
Una notizia che ha scosso il mercato azionario giapponese, con il titolo Nissan che ha registrato una performance storica: +23,7% a 418 yen, recuperando parte delle pesanti perdite accumulate da inizio anno (-25,9%). In controtendenza Honda, che ha chiuso in calo del 3,04% a 1.244 yen, con gli investitori che sembrano preoccupati per la complessità dell'operazione. Il mercato sembra comunque scommettere sulla possibilità di creare un gruppo in grado di competere con i colossi globali dell'automotive.
Secondo fonti vicine al dossier, le due case automobilistiche stanno conducendo colloqui preliminari su diverse opzioni, tra cui una fusione completa o la creazione di una holding comune. Lo stesso vicepresidente esecutivo di Honda, Shinji Aoyama, ha confermato che sono allo studio "varie possibilità di collaborazione", con un possibile annuncio il 23 dicembre secondo l'emittente TBS.
L'operazione potrebbe coinvolgere anche Mitsubishi Motors, di cui Nissan detiene il 34%, creando di fatto una polarizzazione del settore auto giapponese in due blocchi: da una parte il nuovo gruppo Honda-Nissan-Mitsubishi, dall'altra il polo Toyota con le sue partecipate Subaru, Suzuki e Mazda. Una consolidamento che ridefinirebbe gli equilibri non solo in Giappone ma nell'intero settore automobilistico globale.
La mossa arriva in un momento particolarmente delicato per entrambe le case automobilistiche. Nissan ha recentemente annunciato un drastico piano di ristrutturazione con 9.000 esuberi globali e un taglio del 20% della capacità produttiva, mentre Honda fatica a tenere il passo negli investimenti sulle nuove tecnologie. Insieme, i tre costruttori hanno venduto circa 4 milioni di veicoli nel primo semestre, ancora lontani dai 5,2 milioni della sola Toyota, ma una fusione permetterebbe di creare economie di scala fondamentali per affrontare la transizione elettrica.
"Entrambi i player hanno da guadagnare da questa fusione", commenta Vivek Vaidya di Frost & Sullivan, sottolineando come l'entità combinata sarebbe in grado di competere meglio nella transizione verso l'elettrico contro rivali come Tesla e i costruttori cinesi, che dominano il mercato dell'auto elettrica con il 70% delle vendite globali. Una necessità sempre più urgente in un settore che vede BYD superare Tesla nei ricavi trimestrali e numerosi costruttori tradizionali annunciare tagli e ristrutturazioni.
L'operazione presenta tuttavia diverse complessità, dalle resistenze politiche in Giappone legate ai tagli occupazionali alla necessità per Nissan di gestire lo smantellamento della storica alleanza con Renault. A questo si aggiunge la prospettiva di nuovi dazi commerciali con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, che potrebbero costringere a una costosa riorganizzazione delle catene di approvvigionamento globali.
Gli occhi sono ora puntati sul 23 dicembre, quando potrebbe arrivare l'annuncio ufficiale che chiarirà le reali intenzioni dei due costruttori giapponesi.
Come muoversi da investitori
Il possibile consolidamento tra Honda e Nissan riflette le crescenti pressioni che il settore automobilistico sta affrontando a livello globale. La transizione verso l'elettrico richiede investimenti colossali in un momento in cui i costruttori tradizionali vedono erodere le loro quote di mercato dai produttori cinesi, che controllano il 70% del mercato EV globale. BYD ha recentemente superato Tesla nei ricavi trimestrali, mentre numerosi costruttori tradizionali annunciano tagli e ristrutturazioni: Volkswagen chiuderà fabbriche e ridurrà la forza lavoro in Germania, General Motors ha fermato il progetto di taxi autonomi Cruise, mentre Ford ha drasticamente ridotto la produzione di veicoli elettrici.
A questo quadro si aggiunge l’incertezza legata alla prospettiva di nuovi dazi commerciali con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, che potrebbero portare a costose riorganizzazioni delle catene di approvvigionamento globali. Questo scenario evidenzia l'importanza di applicare strategie di diversificazione del portafoglio di investimenti, riducendo l’esposizione a singoli settori o mercati particolarmente volatili, come quello automobilistico. Per approfondire come la diversificazione possa proteggere il tuo capitale, consulta la serie di articoli dedicati e scopri come eliminare il rischio specifico.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.
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