La Federal Reserve lascia i tassi invariati al 4,25%-4,50%, riducendo le previsioni di crescita e alzando quelle sull'inflazione per far fronte alle incertezze generate dalle politiche di Trump.
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Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella seduta di ieri.
Le performance dei mercati finanziari principali
🇺🇸 S&P500: +1,08%
🇺🇸 NASDAQ: +1,41%
🇮🇹 FTSE MIB: +0,45%
🇪🇺 € STOXX 600: +0,19%
🇨🇳 SZSE COMPONENT: -0,91%
🇮🇳 NIFTY 50: +0,89%
🇯🇵 NIKKEI 225: +0,20%
💵 EUR/USD: -0,15%
🥇 ORO: +0,41%
Giornata positiva per i mercati globali, con Wall Street che ha guidato i rialzi sull'onda delle dichiarazioni rassicuranti della Federal Reserve. L'S&P 500 ha guadagnato l'1,08% e il Nasdaq ha messo a segno un +1,41%, in quello che è stato definito il miglior giorno di una decisione della Fed da luglio.
A sostenere i mercati è stata la decisione della Fed di mantenere invariati i tassi, confermando al contempo la previsione di due tagli entro fine anno, nonostante la revisione al rialzo delle stime di inflazione e al ribasso di quelle sulla crescita economica. Particolarmente apprezzati i commenti del presidente Powell secondo cui l'inflazione guidata dai dazi sarebbe "transitoria".
Anche in Europa il sentiment è rimasto positivo, con performance più contenute: il Ftse Mib italiano ha chiuso in rialzo dello 0,45% e lo Stoxx 600 paneuropeo ha guadagnato lo 0,19%.
In Asia, andamento contrastato con il Nikkei giapponese in leggero progresso (+0,20%) e l'indice indiano Nifty 50 in rialzo dello 0,89%, mentre in controtendenza il listino cinese Szse Component ha perso lo 0,91%, con gli indici di riferimento che hanno aperto in calo per poi limitare le perdite nel corso della seduta.
L'oro ha continuato la sua corsa stabilendo un nuovo record a 3.057,21 dollari l'oncia (+0,41%), sostenuto dalla prospettiva di un allentamento monetario della Fed nel corso dell'anno. Sul fronte valutario, l'euro ha ceduto terreno contro il dollaro (-0,15%).
Tassi fermi al 4,25%: la Fed naviga tra recessione e inflazione
La Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di interesse al 4,25%-4,50% per la seconda riunione consecutiva, mentre cerca di destreggiarsi tra le crescenti preoccupazioni per il rallentamento dell'economia e il rischio di un'inflazione ostinatamente elevata. La decisione, annunciata al termine della riunione del FOMC (Federal Open Market Committee), riflette la cautela della banca centrale americana di fronte all'incertezza generata dalle politiche dell'amministrazione Trump.
"L'incertezza sulle prospettive economiche è aumentata", ha dichiarato il comitato nel comunicato post-riunione, eliminando la precedente affermazione secondo cui i rischi per il raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione erano sostanzialmente in equilibrio.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha riconosciuto l'elevato grado di incertezza derivante dai significativi cambiamenti politici introdotti dal presidente Trump, ma ha ribadito che la banca centrale non ha fretta di modificare i costi di finanziamento. "Possiamo aspettare maggiore chiarezza sull'impatto di queste politiche sull'economia prima di agire", ha affermato durante la conferenza stampa.
Le nuove proiezioni economiche mostrano che i funzionari della Fed hanno rivisto al ribasso le loro previsioni di crescita per quest'anno all'1,7% dal 2,1%, mentre hanno aumentato le stime di inflazione. La previsione per l'inflazione "core" (che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia) a fine anno è stata alzata al 2,8% dal 2,5%. I funzionari hanno anche rivisto al rialzo la stima della disoccupazione al 4,4% entro la fine dell'anno, rispetto al 4,3% previsto a dicembre.
Nonostante questi cambiamenti, i funzionari continuano a prevedere un taglio dei tassi di mezzo punto percentuale entro la fine dell'anno, secondo la stima mediana, il che implica due riduzioni di un quarto di punto. Tuttavia, otto funzionari prevedono una sola riduzione o nessuna quest'anno, sottolineando la determinazione dei responsabili politici a tenere sotto controllo l'inflazione anche se la crescita rallenta.
Powell ha sottolineato che "l'inflazione ha iniziato a risalire, pensiamo in parte in risposta ai dazi. E ci potrebbe essere un ritardo nell'ulteriore progresso nel corso di quest'anno". Ha aggiunto che il suo scenario di base è che qualsiasi aumento dell'inflazione guidato dai dazi sarà "transitorio", ma ha ammesso che sarà "molto difficile dire con certezza quanta inflazione derivi dai dazi rispetto ad altri fattori".
La Fed ha anche annunciato che, a partire da aprile, ridurrà il limite mensile sull'importo dei titoli del Tesoro nel suo bilancio che lascia maturare senza essere reinvestiti, portandolo a 5 miliardi di dollari dai precedenti 25 miliardi. Il limite sui titoli garantiti da ipoteca rimarrà invariato a 35 miliardi di dollari. Il governatore Christopher Waller, pur sostenendo il mantenimento dei tassi stabili, ha espresso dissenso da questa decisione sul bilancio.
I mercati hanno reagito positivamente alle dichiarazioni di Powell. L'indice S&P 500 è salito dell'1,1%, segnando la migliore giornata di decisione della Fed da luglio, mentre il rendimento del Treasury a 10 anni è sceso per il terzo giorno consecutivo. È stata la prima volta in otto mesi che entrambi gli asset sono saliti in tandem dopo una decisione della Fed.
Gli investitori sembrano interpretare i commenti di Powell come un segnale che la Fed rimane pronta ad agire rapidamente se i dati iniziano a deteriorarsi. "La conclusione del mercato che la Fed è accomodante è accurata a nostro avviso, ma quell'accomodamento è chiaramente condizionato a un ulteriore deterioramento", ha commentato Garrett Melson, strategist di portafoglio presso Natixis Advisors.
La decisione della Fed arriva in un momento in cui l'ambizioso e spesso erratico programma politico di Trump ha messo l'economia, e la capacità della Fed di mantenerla in carreggiata, sotto crescente pressione. I piani in continua evoluzione del presidente di imporre dazi ai partner commerciali degli Stati Uniti hanno alimentato timori di un rallentamento economico e sollevato nuove preoccupazioni sull'inflazione, una combinazione che potrebbe tirare i responsabili politici in direzioni opposte.
Come muoversi da investitore
Di fronte alle crescenti incertezze sul fronte economico e all'attesa per ulteriori segnali dalla Federal Reserve, gli investitori dovrebbero riconsiderare la composizione dei propri portafogli. Una comprensione approfondita del meccanismo con cui le decisioni di politica monetaria influenzano i mercati diventa ora essenziale. Per approfondire questo tema cruciale, vi consigliamo la lettura dell'articolo "Come la Banca Centrale influenza i tuoi investimenti", che analizza l'impatto delle scelte della Fed sulle diverse asset class e fornisce indicazioni preziose per orientarsi nell'attuale contesto di mercato.