Regno Unito: bond e sterlina sotto attacco

Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. I mercati perdono fiducia nel Regno Unito: rendimenti dei gilt ai massimi dal 2008 e sterlina in picchiata riaccendono i timori di una nuova crisi del debito.

Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella giornata di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: +0,16%

🇺🇸 NASDAQ: -0,06%

🇮🇹 FTSE MIB: +0,59%

🇪🇺 € STOXX 600: +0,42%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: -1,81%

🇮🇳 NIFTY 50: +0,03%

🇯🇵 NIKKEI 225: -1,04%

💵 EUR/USD: -0,09%

🥇 ORO: +0,37%

Seduta positiva per le Borse europee, con il FTSE MIB che torna sopra i 35mila punti (35.315, +0,59%), livelli che non si vedevano da maggio. Sprint di Iveco (+5,8%) dopo una call con BNP Paribas Exane in cui il management si è detto molto soddisfatto dell'andamento trimestrale. Bene anche Prysmian (+3,8%), che valuta un dual listing a New York.

Wall Street è rimasta chiusa per commemorare l'ex presidente Jimmy Carter, mentre gli investitori restano cauti in attesa dell'insediamento di Trump il 20 gennaio e delle sue politiche sui dazi. I verbali della Fed alimentano le incertezze sui tagli dei tassi, mentre il bollettino della BCE conferma il rallentamento dell'inflazione ma anche i rischi per la crescita.

In Asia vendite sul Nikkei (-1,04%) e sul listino cinese (-1,81%). Sul fronte valutario, l'euro resta sotto quota 1,03 dollari.

Regno Unito sotto pressione: bond ai massimi dal 2008

I mercati britannici lanciano un chiaro segnale d'allarme: il rendimento dei gilt (titoli di Stato emessi dal governo del Regno Unito) a 10 anni è balzato al 4,85%, ai massimi dalla crisi del 2008, mentre quello trentennale ha toccato il 5,47%, livelli che non si vedevano dal 1998 (per un confronto, il BTP decennale rende il 3,71% e il Treasury americano il 4,67%). In contemporanea, la sterlina crolla sotto quota 1,23 dollari, ai minimi da novembre 2023, dopo aver iniziato l'anno sopra 1,25.
Grafico 1: Rendimento decennale UK
Grafico 2: Cambio GBP/USD

Una combinazione che, secondo l'ex membro della Bank of England Martin Weale, ricorda pericolosamente la crisi del 1976 quando il Regno Unito fu costretto a chiedere l'aiuto del FMI. La situazione attuale, caratterizzata dalla simultanea vendita di bond e valuta, appare infatti più simile a quella crisi che non al caos scatenato dal mini-budget di Liz Truss nel 2022.

Al centro delle preoccupazioni c'è il piano fiscale del governo Labour, con il Cancelliere Rachel Reeves che si è lasciata un margine di manovra di appena 9,9 miliardi di sterline, ora messo a rischio dall'impennata dei rendimenti. I piani di prendere in prestito ulteriori 140 miliardi per clima e infrastrutture hanno allarmato gli investitori, essendo circa il doppio delle attese, mentre la crescita si è fermata nei tre mesi fino a settembre e potrebbe essere rimasta stagnante fino alla fine del 2024.

La situazione è finita in Parlamento, dove Reeves è stata chiamata a rispondere alle domande dell'opposizione conservatrice, mentre gli analisti lanciano l'allarme stagflazione. Deutsche Bank stima che il costo degli interessi nel 2029/30 sarà 10 miliardi di sterline più alto del previsto, con Bloomberg Economics che alza la stima a 12 miliardi. Il Tesoro ha già indicato che preferirà tagliare la spesa piuttosto che aumentare le tasse.

Secondo Mike Riddell di Fidelity International, la combinazione di sterlina debole e rendimenti in aumento ha "inquietanti echi di agosto-settembre 2022" e potrebbe segnalare una fuga di capitali. La preoccupazione è che la situazione possa peggiorare venerdì con i dati sul lavoro USA, che potrebbero innescare un'ulteriore ondata di vendite sui bond globali. Il Tesoro difende la sua posizione sottolineando come il debito britannico sia il secondo più basso tra i paesi del G7, ma il deficit dovrebbe rimanere elevato al 4,5% del PIL nel 2024-25, riducendosi più lentamente di quanto previsto dal precedente governo.

Come muoversi da investitore

La crisi britannica offre un caso studio perfetto sull'importanza della diversificazione, sia geografica che valutaria. Gli investitori concentrati sul mercato UK si trovano infatti a fronteggiare una tempesta perfetta: non solo il crollo dei prezzi dei bond sta erodendo il valore dei portafogli obbligazionari, ma la contemporanea debolezza della sterlina sta amplificando le perdite per chi investe dalla zona euro. Un doppio colpo che sottolinea come, in un mondo sempre più interconnesso ma caratterizzato da dinamiche economiche e monetarie divergenti, sia fondamentale costruire portafogli che attingano a mercati e valute diverse. Per approfondire questi temi, ti suggerisco di leggere i miei articoli sulla "Diversificazione valutaria e la sua importanza in un portafoglio", sul "Carry trade e perché se ne è parlato molto nel 2024" e più in generale sulla sezione del blog dedicata alla diversificazione, dove troverai numerosi spunti per proteggere i tuoi investimenti da situazioni come quella che sta vivendo il Regno Unito.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

 

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Davide Berti, consulente finanziario

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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