Washington Post: Trump pensa a dazi mirati, lui smentisce

Benvenuto al quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sui mercati finanziari. Il Washington Post rivela un possibile cambio di rotta sui dazi dell'amministrazione Trump: dalle tariffe universali a un approccio mirato su settori strategici. "Fake news", ha tuonato il presidente su Truth Social, ma la notizia ha già iniziato a muovere i mercati.

Prima di affrontare nel dettaglio questi sviluppi, diamo uno sguardo all'andamento dei principali indici nella giornata di ieri.

Le performance dei mercati finanziari principali

🇺🇸 S&P500: +0,55%

🇺🇸 NASDAQ: +1,24%

🇮🇹 FTSE MIB: +1,91%

🇪🇺 € STOXX 600: +0,95%

🇨🇳 SZSE COMPONENT: +0,51%

🇮🇳 NIFTY 50: +0,52%

🇯🇵 NIKKEI 225: +2,11%

💵 EUR/USD: +0,11%

🥇 ORO: +0,35%

Seduta fortemente positiva per i mercati globali, trainati dal comparto tecnologico. A Wall Street spicca il Nasdaq (+1,24%) grazie al rally dei semiconduttori, con Nvidia che tocca nuovi massimi in vista dell'intervento del CEO Jensen Huang al Consumer Electronics Show di Las Vegas.

In Europa performance brillante per il FTSE MIB (+1,91%) dove svetta STM (+6,6%) insieme all'intero settore chip, sostenuto dall'annuncio di Microsoft di investimenti per 80 miliardi di dollari in data center e AI.

Seduta positiva anche in Asia, con il Nikkei che balza del 2,11%. Più cauta la Cina (+0,51%) dopo l'inserimento di Tencent e CATL nella blacklist USA delle aziende legate all'esercito cinese.

Sul fronte materie prime, continua il rally del petrolio con il Brent che tocca i 77 dollari (+1,1%) e il WTI oltre i 74 dollari (+1,2%), spinti dalla domanda invernale e dalle tensioni geopolitiche. Sul fronte valutario l'euro si mantiene sopra 1,04 dollari.

Trump smentisce il Washington Post: "dazi mirati? Fake news"

L'amministrazione Trump starebbe valutando una sostanziale revisione del piano dazi promesso in campagna elettorale: secondo fonti citate dal Washington Post, invece di tariffe universali del 10-20% su tutte le importazioni, il team del presidente eletto starebbe considerando un approccio selettivo, concentrato solo su settori ritenuti strategici per la sicurezza nazionale e l'economia americana.

Nel mirino finirebbero principalmente tre macro-aree: il comparto difesa con dazi su acciaio, ferro, alluminio e rame per proteggere le catene di approvvigionamento militari; le forniture mediche critiche come siringhe, aghi e materiali farmaceutici, settore la cui importanza strategica è emersa durante la pandemia; e il comparto energetico con particolare attenzione a batterie, terre rare e pannelli solari, componenti essenziali per la transizione verde e l'indipendenza energetica.

Una svolta che, nonostante la smentita dello stesso Trump su Truth Social ("fake news"), ha alimentato le speranze dei mercati di un approccio più pragmatico. L'euro ha toccato quota 1,04 sul dollaro mentre i titoli automotive europei hanno registrato forti rialzi (Stellantis +3,94%, Volkswagen +3,10%), data la loro elevata esposizione al mercato USA. Significativo anche l'impatto sui titoli dell'acciaio americani, con US Steel e Cleveland-Cliffs in forte rialzo.

Restano tuttavia diverse incognite. In primo luogo, la compatibilità con i dazi specifici promessi su Cina (60%), Canada e Messico (25%), legati rispettivamente alla competizione tecnologica e al controllo dell'immigrazione. C'è poi il nodo dell'inflazione: anche dazi mirati potrebbero avere un effetto domino sui prezzi attraverso le catene di fornitura globali, complicando il lavoro della Fed che al momento prevede solo due tagli dei tassi nel 2025.

Gli analisti sono divisi sulle conseguenze. Kimberly Clausing della UCLA sottolinea i rischi: "Se colpisci le importazioni da ogni paese, non è che puoi importare da Marte. La maggior parte delle importazioni USA sono beni intermedi nelle catene di fornitura, non prodotti finiti". Secondo Goldman Sachs, solo l'incertezza sulle politiche commerciali potrebbe costare all'economia globale lo 0,3% di PIL. Di parere opposto Charles Benoit del Coalition for a Prosperous America: "I dazi settoriali sono più facili da digerire e darebbero comunque alle aziende un forte incentivo a riportare la produzione negli USA".

Le aziende non stanno a guardare: molte hanno già iniziato ad anticipare ordini e diversificare fornitori, altre valutano di spostare parte della produzione negli USA. Toyota e BMW hanno già annunciato piani per aumentare la produzione locale, mentre colossi tech come Apple stanno accelerando i piani di diversificazione dalla Cina verso India e Vietnam.

La svolta protezionistica di Trump, in qualsiasi forma si concretizzerà, si preannuncia come uno dei temi chiave per i mercati nel 2025. L'approccio mirato potrebbe rappresentare un compromesso tra le esigenze di sicurezza nazionale e il mantenimento di catene del valore globali efficienti, ma molto dipenderà dai dettagli implementativi e dalla reazione dei partner commerciali.

Come muoversi da investitore

In un contesto di crescente incertezza legato al possibile cambio di strategia protezionistica dell’amministrazione Trump, è fondamentale per gli investitori adottare un approccio prudente e diversificato. Le tensioni geopolitiche e i cambiamenti nelle politiche commerciali, storicamente, hanno spesso un impatto significativo su diverse asset class, con effetti particolarmente rilevanti sulle materie prime e sull’inflazione. Approfondimenti utili in tal senso sono disponibili nell’articolo Cosa successe all'inflazione negli anni Settanta e perché la storia potrebbe ripetersi. Per chi desidera invece comprendere meglio l’impatto dell'immininente insediamento di Trump come Presidente degli Stati Uniti sulle diverse asset class suggerisco l’articolo Quale impatto potrebbe avere sulle principali asset class la vittoria di Trump?.

Mantenere un approccio informato e lungimirante consente di costruire portafogli resilienti e affrontare le fluttuazioni di mercato con maggiore serenità.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda e noi ci sentiamo, come sempre, all’aggiornamento di domani.

 

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Davide Berti, consulente finanziario

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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