Come non perdere soldi in caso di successione

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Con il termine successione a causa di morte si indica il subentro in un rapporto giuridico di un soggetto, definito successore o avente causa, a un altro soggetto giuridico, il dante causa.

La successione mortis causa può essere di due tipologie: testamentaria o legittima. La successione testamentaria è quella regolata da testamento, l’unico strumento che consente di decidere, rispettando la quota necessaria, delle sorti del proprio patrimonio. La successione legittima è quella che avviene in mancanza di un testamento e prevede la ripartizione del patrimonio del defunto tra gli eredi legittimi, rispettando precise quote minime che non vanno a danneggiare gli eredi legittimi. 

Il tema successorio molto spesso è un tabù con la diretta conseguenza che non trattando l’argomento, al sopraggiungere dello sfortunato evento (la morte di un membro della famiglia), si vanno a pagare eventuali costi non previsti per via dell’assenza di una pianificazione successoria efficiente. 

Prima di addentrarci nel cuore dell’approfondimento, ossia capire come non perdere soldi in caso di successione,  occorre passare brevemente in rassegna quelle che sono le imposte di successione, già trattate da me in un precedente approfondimento (https://davideberti.it/blog/l-italia-da-un-punto-di-vista-successorio-e-un-paradiso-fiscale). 

La normativa italiana prevede per il coniuge del defunto o i parenti in linea retta (figli e genitori ad esempio) l’esenzione dall’imposta di successione fino a 1.000.000€ di lascito per erede, con un’imposta del 4% che si andrebbe ad applicare solamente sul differenziale tra l’eredità spettante a ciascun erede ed un milione di euro. 

Per quanto concerne invece la successione in cui l’erede è fratello o sorella del defunto, l’esenzione da imposta di successione è fino ai 100.000€ di eredità; superata tale soglia si va a pagare il 6% sul differenziale tra l’eredità spettante a ciascun erede e i centomila euro. 

Nel caso in cui gli eredi del defunto fossero parenti oltre il quarto grado o terzi estranei al nucleo familiare non è prevista alcuna franchigia e l’imposta di successione è pari all’8%. 

Appare evidente come le imposte di successione, nel caso in cui gli eredi non siano parenti diretti del defunto (un amico ad esempio) o nel caso di eredità ben superiore al milione di euro, possano andare ad incidere pesantemente sull’eredità.

Conoscere la normativa in materia di diritto successorio è quindi fondamentale al fine di ottimizzare il passaggio generazionale ed evitare che il proprio patrimonio venga dilapidato da costi che è possibile evitare.

Come non perdere soldi in imposte di successione?

È possibile, agendo in piena compliance con la legge, azzerare il pagamento di imposte di successione attraverso una pianificazione successoria efficiente che vada a considerare il patrimonio dell’individuo, ancora in vita. 

In questo approfondimento, per non dilungarmi troppo in quanto la materia è molto vasta, vedremo due tipologie di strumenti che permettono di non pagare imposte di successione: le polizze sulla vita e i titoli di Stato

Le polizze sulla vita

La polizza vita è un contratto stipulato tra due parti, contraente e compagnia assicurativa, dove a fronte del pagamento di un premio viene garantito al beneficiario un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (morte o sopravvivenza). 

Lo strumento della polizza vita presenta l’importante vantaggio di essere esente da imposte di successione non rientrando nell’asse ereditario del defunto. Con la polizza sulla vita, utilizzata in combinata al testamento e andando a rispettare la quota necessaria da destinare ad ogni erede legittimo, colui o colei che pianifica la propria successione può designare un beneficiario esterno all’asse ereditario e non far pagare allo stesso e sgravarlo del pagamento dell’imposta dell’8%. 

Di contro, lo strumento della polizza vita presenta molti svantaggi, su tutti il costo tendenzialmente molto elevato.

Prima di sottoscrivere tale tipologia di prodotto occorre, nel caso stessi ottimizzando la tua allocazione patrimoniale con focus sulla tematica successoria, valutare se ogni erede potrebbe andare oltre al milione di euro di eredità, limite oltre il quale si pagherebbe il 4% sul differenziale tra l’eredità e il milione di euro. Nel caso in cui avessi tre figli e tre milioni di euro di patrimonio mobiliare, gli eredi non pagherebbero imposte di successione e la polizza vita sarebbe del tutto inutile. Mi è spesso capitato di interagire con persone che, perché malinformati o persuasi dal nome “polizza vita”, hanno sottoscritto tale tipologia di prodotto allo scopo di tutelare gli eredi. 

Gli eredi legittimi sono tutelati dalla legge in quanto a loro spetterà una quota di patrimonio (anche in assenza di testamento) e la loro tutela dal pagamento di imposte di successione con la polizza vita si manifesterebbe qualora l’ammontare destinato ad ogni erede diretto eccedesse il milione di euro.

In sintesi quindi tale strumento potrebbe risultare utile nel caso di patrimoni importanti, dove occorre diversificare tra strumenti esenti da imposte di successione per tutelare gli eredi e minimizzare l’impatto delle imposte. Se hai una polizza vita e il beneficiario designato rispetta la franchigia esente da imposte di successione, il prodotto finanziario non ha senso (https://davideberti.it/blog/polizza-assicurativa-sicuro-di-averne-effettivamente-bisogno).

I Titoli di Stato

La seconda tipologia di strumento che analizzeremo in questo contenuto che permette di non pagare imposte di successione sono i titoli del debito pubblico e gli altri Titoli di Stato equiparati. Con il ritorno dell’inflazione i rendimenti dei Titoli di Stato italiani (e di altri Paesi del mondo) sono tornati su livelli che non si vedevano da decenni, facendo tornare la voglia a molti risparmiatori di allocare i propri risparmi in tali strumenti finanziari (https://www.davideberti.it/blog/investire-in-btp-e-tornato-un-treno-da-non-perdere). 

Esistono differenti tipologie di Titoli di Stato emessi dallo stato italiano che differiscono per meccanismo di remunerazione dell’investitore (cedola fissa o indicizzata) e durata e scopo di tale approfondimento non è approfondirne le caratteristiche. 

Una delle importanti caratteristiche dei Titoli di Stato italiani (o equiparati quali ad esempio obbligazioni della Bei e della World bank) è quella di essere esenti da imposte di successione. 

Anche i fondi comuni di investimento, sia a gestione attiva che a gestione passiva, i cui sottostanti sono Titoli di Stato italiani o equiparati sono esenti da imposta di successione per la quota parte di patrimonio del fondo allocato negli strumenti. 

Anche in questo caso, così come nel caso delle polizze vita, l’allocazione del capitale esclusivamente in Titoli di Stato italiani per non pagare imposte di successione assume rilevanza solamente in caso di eccedenza della franchigia per erede. Se il tuo patrimonio ammonta a 500.000€ e hai un erede diretto, allocare il capitale solo in Btp e Bot per motivi successori è scelta insensata in quanto verrebbero meno le logiche di gestione efficiente del portafoglio investimenti, esponendoti al rischio Paese (https://davideberti.it/blog/e-se-l-italia-diventasse-un-obbligazione-spazzatura).

In sintesi quindi, la peculiarità dell’esenzione da imposta di successione dei Titoli di Stato è allettante per quelle persone che vogliono pianificare la propria successione efficientemente e vanno ad eccedere la franchigia per ogni erede diretto. D’altra parte, trattandosi di un investimento con un certo grado di rischio, il focus non dev’essere solamente sull’efficientamento da un punto di vista successorio ma anche su una corretta gestione di portafoglio in quanto il costo opportunità derivante da un’allocazione inefficiente potrebbe eccedere l’eventuale costo per imposte di successione sul capitale che eccede la franchigia. 

Conclusione

Le imposte di successione in Italia sono al di sotto delle imposte di successione medie applicante negli altri Paesi europei, con la franchigia per gli eredi diretti posta ad un milione che, nella maggior parte dei casi dove circola patrimonio mobiliare, evita a chi riceve l’eredità il pagamento di imposte di successione. 

Il tema delle imposte di successione tende quindi a riguardare quei patrimoni più importanti in termini dimensionali, dove la quota spettante per erede diretto supera il limite della franchigia. In questi casi una pianificazione successoria oculata ed efficace va ad ottimizzare il passaggio successorio, efficientando la trasmissione del patrimonio e evitando il dissipamento dello stesso. 

Chiaramente l’atto di pianificare efficientemente ed efficacemente l’allocazione del proprio patrimonio al fine di evitare problematiche e/o imposte successorie è un atto di estrema lungimiranza e saggezza che il possessore del patrimonio può fare fin tanto che è in vita e può decidere circa le sorti della propria ricchezza. Compiere tale atto può essere, in alcuni casi, un gesto fondamentale per i propri famigliari evitando imposte inutili e, soprattutto, contenziosi per l’eredità. 

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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