Quanto serve per vivere di rendita?

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Il sogno di raggiungere l'indipendenza finanziaria è profondamente radicato in molti di noi. Immaginate di svegliarvi una mattina sapendo che il vostro patrimonio genera abbastanza reddito per coprire tutte le vostre spese, permettendovi di vivere serenamente senza dipendere da uno stipendio. 

Ma quanto capitale serve realmente per realizzare questo obiettivo? La risposta, come vedremo, è più sfumata di quanto si possa pensare e merita un'analisi approfondita che va oltre i semplici numeri.

Nel corso della mia esperienza professionale, ho incontrato molte persone attratte dall'idea di vivere di rendita, ma spesso con aspettative non realistiche sui tempi e sugli sforzi necessari. È importante essere chiari su un punto: raggiungere l'indipendenza finanziaria è possibile, ma richiede pazienza, flessibilità e soprattutto una pianificazione precisa e ben strutturata.

Le variabili chiave in gioco

Quando si parla di vivere di rendita, la domanda più frequente è sempre la stessa: "Quanto denaro mi serve?". La risposta, per quanto possa sembrare frustrante, non è mai univoca. 

Il capitale necessario per vivere di rendita è profondamente soggettivo e dipende da una serie di fattori che si intrecciano tra loro. In passato ho affrontato proprio questo tema in un articolo dove mi chiedevo se fosse possibile vivere di rendita con un milione di euro, dimostrando come anche una cifra apparentemente importante possa essere sufficiente per alcuni ma insufficiente per altri.

Prima di addentrarci nei calcoli e nelle strategie, è fondamentale comprendere che il percorso verso la rendita finanziaria si basa su tre pilastri fondamentali: la capacità di guadagnare, l'abilità di risparmiare e la competenza nell'investire. Questi tre elementi sono interconnessi e devono lavorare in sinergia per costruire un patrimonio capace di generare una rendita sostenibile nel tempo.

Il primo pilastro, la capacità di guadagnare, rappresenta il fondamento su cui costruire tutto il percorso. Questa capacità non si limita al solo stipendio o al reddito principale, ma si estende a un ventaglio più ampio di possibilità. Nel contesto della rendita finanziaria, diventa cruciale sviluppare diverse fonti di reddito: oltre al lavoro principale, si possono considerare entrate da immobili in affitto, royalties o altre attività parallele. La diversificazione delle fonti di guadagno non solo aumenta il reddito complessivo, ma riduce anche i rischi legati alla dipendenza da un'unica fonte di entrate. 

Il secondo pilastro, l'abilità di risparmiare, merita un'attenzione particolare poiché rappresenta il ponte essenziale tra il guadagno e l'investimento. Al cuore di questa abilità si trova la gestione delle spese, che richiede un'analisi attenta e stratificata del nostro fabbisogno finanziario.

Partiamo dalle spese fisse, vero e proprio fondamento di qualsiasi piano di indipendenza finanziaria. Queste rappresentano il cuore pulsante del nostro fabbisogno mensile: l'affitto o la rata del mutuo che garantisce un tetto sulla testa, le bollette di luce e gas che assicurano i servizi essenziali, l'assicurazione dell'auto che ci permette di muoverci in sicurezza, la spesa alimentare che sostiene il nostro benessere quotidiano, i trasporti che ci connettono al mondo. Sono tutte quelle uscite che, con una regolarità quasi matematica, si presentano ogni mese, creando una base prevedibile su cui costruire il nostro piano finanziario.

Tuttavia, le spese fisse sono solo il primo capitolo di una storia più complessa. Ad esse si aggiungono necessariamente le spese variabili, quelle che colorano la nostra vita quotidiana e variano da mese a mese: una cena al ristorante per celebrare un'occasione speciale, lo shopping per rinnovare il guardaroba, le attività ricreative che arricchiscono il nostro tempo libero. Queste spese, seppur meno prevedibili, sono parte integrante del nostro benessere e non vanno demonizzate, ma piuttosto gestite con consapevolezza.

Ma il quadro non sarebbe completo senza considerare le spese straordinarie, quelle che, pur non potendo prevedere con esattezza quando si presenteranno, sappiamo con certezza che arriveranno. La manutenzione dell'auto che inizia a dare segni di stanchezza, le spese mediche che possono coglierci di sorpresa, la sostituzione degli elettrodomestici che inevitabilmente raggiungono il termine della loro vita utile. È qui che entra in gioco l'importanza di costruire un "cuscinetto" di sicurezza, un fondo emergenza che ci permetta di affrontare questi imprevisti senza compromettere il nostro equilibrio finanziario complessivo.

La vera arte del risparmio sta nel trovare un equilibrio armonioso tra queste diverse categorie di spese, creando un sistema che sia sostenibile nel lungo periodo senza sacrificare eccessivamente la qualità della vita presente. Questo richiede non solo un'attenta pianificazione, ma anche una costante revisione e adattamento delle nostre scelte finanziarie, sempre tenendo a mente che il risparmio non è un fine in sé, ma uno strumento per costruire il nostro futuro finanziario.

Il terzo pilastro, la competenza nell'investire, è ciò che trasforma i risparmi accumulati in un patrimonio generativo. Questa competenza si manifesta prima di tutto nella comprensione dell'orizzonte temporale del proprio progetto di vita. Chi inizia il percorso verso la rendita finanziaria a 35 anni affronta sfide diverse rispetto a chi lo inizia a 60: il capitale necessario sarà significativamente maggiore poiché dovrà sostenere le spese per un periodo più lungo. In questo contesto, l'inflazione emerge come un nemico silenzioso ma implacabile: un tasso apparentemente modesto del 2% annuo può erodere il potere d'acquisto del 40% in vent'anni. Per questo, la strategia d'investimento deve necessariamente puntare a rendimenti che superino il tasso d'inflazione atteso.

La competenza nell'investire si riflette anche nella capacità di adattare la strategia al proprio profilo di rischio e ai propri obiettivi. Chi ha una bassa propensione al rischio tenderà verso investimenti più sicuri come obbligazioni di alta qualità e titoli di Stato, accettando rendimenti più contenuti in cambio di maggiore stabilità. Al contrario, chi può tollerare una maggiore volatilità potrà orientarsi verso il mercato azionario, puntando a rendimenti più elevati ma dovendo gestire oscillazioni più ampie del portafoglio.

Alcune simulazioni

Ma come si traducono queste considerazioni sulla propensione al rischio e sugli obiettivi in numeri concreti? L'analisi dei dati storici dei mercati finanziari offre una prospettiva illuminante, che sfata molti miti sulla difficoltà di generare rendimenti adeguati. Nell'immaginario collettivo, vivere di rendita viene spesso dipinto come un privilegio riservato a pochi fortunati, o come il risultato di strategie d'investimento rischiose e spregiudicate. La realtà dei mercati finanziari, tuttavia, racconta una storia molto diversa.

Molte persone rinunciano al sogno dell'indipendenza finanziaria prima ancora di esplorarne concretamente le possibilità, intimorite dall'idea che servano performance eccezionali o strategie spregiudicate per generare rendimenti sufficienti. Non servono formule magiche o investimenti esotici: bastano strategia, disciplina e una corretta comprensione delle opportunità offerte dai mercati.

Prendiamo ad esempio uno degli investimenti più semplici e accessibili: un ETF che replica l'indice mondiale delle principali società quotate, come il VWCE. Dal 2009 ad oggi, questo strumento ha generato un rendimento medio annuo dell'11,6% (vedi Grafico 1). Considerando la tassazione fiscale del 26% (che scende al 12,5% per i titoli di Stato), il rendimento netto rimane comunque superiore al 6%. Una performance che rende l'obiettivo di un 4-5% annuo non solo realistico, ma prudente.

Non è necessario puntare tutto sul mercato azionario. I dati storici mostrano come strategie diversificate possano offrire rendimenti ottimali con rischi contenuti. Il classico portafoglio bilanciato 60/40, che investe il 60% in azioni e il 40% in obbligazioni, ha generato un rendimento dell'8% annuo (6% al netto della tassazione), con una volatilità significativamente inferiore rispetto a un investimento puramente azionario. Per chi cerca un approccio ancora più prudente, la strategia All Weather ha dimostrato di poter generare un rendimento del 6,6% (4,9% al netto delle tasse).

Grafico 1: Performance strategie

 Grafico 1: Performance strategie

Fonte: Curvo

Mettiamo questi numeri in prospettiva: per generare una rendita mensile di 2.000 euro (24.000 euro annui) con un rendimento netto del 5%, servirebbero 480.000 euro di capitale. Con un approccio più conservativo al 4% netto, il capitale necessario salirebbe a 600.000 euro.

Per raggiungere questo capitale obiettivo di 600.000 euro iniziando a 25 anni e puntando ai 55 (orizzonte trentennale), con un rendimento medio annuo del 6% servirebbero circa 600 euro mensili. Con un rendimento dell'8%, l'importo scenderebbe a circa 400 euro mensili

Parliamoci chiaro: investire 400-600 euro al mese non è alla portata di tutti, specialmente all'inizio della carriera. Sono cifre importanti che possono incidere significativamente sul budget mensile di molte famiglie. Tuttavia, non dobbiamo vedere questi numeri come un "tutto o niente". L'obiettivo della rendita finanziaria può essere modulato e adattato alle proprie possibilità.

L'approccio può essere molto più flessibile di quanto sembri. Si potrebbe puntare a una rendita integrativa più modesta di 500-1.000 euro mensili, che richiederebbe un capitale e quindi versamenti mensili significativamente inferiori. È possibile iniziare con quello che si può, magari 50-100 euro al mese, per poi aumentare gradualmente i versamenti con la crescita professionale. Questo percorso può essere arricchito combinando l'investimento con altri strumenti previdenziali, come fondi pensione che offrono vantaggi fiscali, o semplicemente estendendo l'orizzonte temporale per dare più tempo al capitale di crescere.

L'obiettivo non deve necessariamente essere quello di sostituire completamente il reddito da lavoro. Una rendita integrativa che aggiunga anche solo 500 euro mensili alla pensione può fare una differenza significativa nella qualità della vita. Con un rendimento del 4%, per generare 500 euro mensili (6.000 euro annui) servirebbero 150.000 euro di capitale - un obiettivo più raggiungibile che richiederebbe versamenti mensili di circa 150-200 euro su un orizzonte trentennale (di possibili combinazioni ne possono esistere infinite, di seguito il link per fare le tue valutazioni personali con un calcolatore che ho sviluppato appositamente: Calcolatore

Questi non sono numeri teorici, ma risultati supportati dai dati storici di lungo periodo, che includono crisi finanziarie, pandemie e altre turbolenze di mercato. Per approfondire il potere dell'interesse composto nel lungo periodo, consiglio la lettura dell'articolo "Interesse composto: la più forte arma per i tuoi investimenti" di Davide Berti.

Conclusioni

Il percorso verso l'indipendenza finanziaria non si riduce a una semplice formula matematica. Richiede una pianificazione accurata che integri tre elementi fondamentali: una solida capacità di guadagno, un'efficiente gestione del risparmio e una competente strategia d'investimento.

Il successo si basa su un approccio realistico e prudente. I rendimenti del 4-5% sono raggiungibili attraverso una gestione diversificata del portafoglio, ma richiedono disciplina e una comprensione profonda dei mercati. La chiave sta nella flessibilità: le strategie devono potersi adattare ai cambiamenti del mercato e dell'evoluzione personale, dalle spese mediche crescenti agli obiettivi futuri come viaggi o sostegno familiare.

L'approccio più saggio è spesso quello graduale, iniziando magari con una rendita integrativa che affianchi altre fonti di reddito. Questo permette di acquisire esperienza nella gestione patrimoniale mentre si costruisce il proprio percorso verso una maggiore indipendenza finanziaria.

Non esiste una cifra magica che garantisca la rendita ideale: il vero successo sta nella capacità di costruire una strategia personalizzata che faccia lavorare in armonia guadagno, risparmio e investimento, creando un sistema sostenibile e adattabile nel tempo.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.

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Davide Berti, consulente finanziario

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Mission

In un mondo basato sulle dinamiche economiche, dove troppo spesso le conoscenze finanziarie sono limitate o assenti, verificare la professionalità di un consulente è necessario quanto difficile. Per questo affianco al mio lavoro questo progetto di consapevolizzazione.

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