Il 2023 si è chiuso con tutte le principali asset class in rialzo, facendo registrare un deciso rimbalzo dopo i cali diffusi del 2022. L’azionario statunitense e l’azionario europeo hanno fatto registrare importanti rialzi, trainati dalle Big Tech e dal comparto bancario. Differente discorso si può fare per l’azionario cinese, asset class che ha sofferto per via del crollo del settore immobiliare domestico.
Il grafico 1 mostra l’andamento dei principali indici azionari europei e statunitensi nel 2023, evidenziando come il NASDAQ (linea arancione) abbia sovraperformato S&P500, Ftse MIB e Dax, con il Ftse MIB che ha sovraperformato rispetto allo S&P500 facendo registrare una crescita che ha sfiorato il 28% su base annua.
Grafico 1 – L’andamento dei principali indici azionari nel 2023
Fonte: elaborazione ufficio studi Davide Berti su dati yahoo finance
Il 2024 si apre con il vento in poppa del 2023 e il driver principale resterà sempre l’inflazione. Le banche centrali hanno risposto, con leggero ritardo, al ritorno dell’inflazione tra il 2021 e il 2023 con massicci rialzi dei tassi.
Il grafico 2 mostra l’andamento dell’inflazione nell’ultimo decennio, evidenziando come l’inflazione core, quindi l’inflazione al netto delle componenti più volatili, dopo una repentina crescita tra il 2021 e il 2022 nelle principali economie del mondo sia tornata, grazie all’intervento delle banche centrali, verso il target del 2%
Grafico 2 – L’andamento dell’inflazione core negli ultimi 10 anni
Fonte: Goldman Sachs, https://www.goldmansachs.com/intelligence/pages/gs-research/global-markets-outlook-2024-towards-a-better-balance/report.pdf
Come riportano gli analisti di Goldman Sachs, l’inflazione galoppante è ormai alle spalle per la prima volta dopo un paio di anni difficili e i rischi futuri per i mercati finanziari e per le economie sono rappresentati da un’inflazione potenzialmente appiccicosa (sticky) che costringerebbe le banche centrali ad inasprire nuovamente le proprie politiche monetarie.
FED e BCE nel 2024 si troveranno quindi a dover proseguire con la propria politica monetaria finalizzata a riportare l’inflazione core ai livelli target ma al contempo dovranno considerare la crescita economica: tassi alti per un periodo prolungato di tempo potrebbero portare ad una contrazione della crescita ma al contempo potrebbero essere necessari per evitare il ritorno di fiammate inflazionistiche. La sfida per FED e BCE si preannuncia tutt’altro che terminata, con le politiche monetarie che dovranno bilanciare correttamente gli obiettivi di crescita ed inflazione delle rispettive economie e con le decisioni delle due banche centrali che dovranno essere ben ponderate.
Le attese sono quindi per una FED e una BCE più accomodanti, con il focus delle due banche centrali che dovrebbe concentrarsi su crescita ed occupazione. I mercati attualmente stanno scontando tagli dei tassi già entro il primo semestre del 2024, attese che hanno portato molta euforia sui mercati finanziari sul finire del 2023.
La tabella 1 mostra il consenso medio degli analisti delle principali case di investimento circa le attese di crescita, misurata dal GDP, per le principali economie del mondo per il 2024 e il 2025
Tabella 1 – Le aspettative di crescita delle principali economie del mondo
|
2024E |
2025E |
Stati Uniti |
1% |
1,8% |
Euro Area |
0,7% |
1,5% |
Giappone |
1% |
1% |
Regno Unito |
0,4% |
1,3% |
Cina |
4,5% |
4,5% |
India |
6,3% |
- |
Brasile |
1,6% |
2% |
Fonte: Morgan Stanley, https://www.morganstanley.com/ideas/global-macro-economy-outlook-2024
Con la crescita economica delle principali economie del globo attesa positiva si andrebbe ad evitare quindi la recessione, scenario paventato da moltissime banche di investimento ad inizio 2023 (https://davideberti.it/blog/cosa-aspettarsi-dai-mercati-finanziari-per-il-2023). Non tutti gli analisti sono concordi su queste stime con alcuni che credono possibile una recessione, seppur lieve, negli Stati Uniti.
Quali asset class sovrappesare?
Con le attese di un’inflazione in calo verso il livello target ed una crescita delle principali economie del globo attesa in rallentamento ma comunque positiva su base annua, lo scenario a cui si assisterà è un ritorno di rendimenti reali positivi (https://davideberti.it/blog/perche-i-nostri-nonni-non-hanno-guadagnato-quello-che-pensano-con-l-investimento-in-btp) dove vi ricordo che il rendimento reale è dato dalla differenza tra rendimento nominale e tasso di inflazione.
Il grafico 3 mostra a quanto ammontavano a fine 2023 ed in altri fasi storiche i rendimenti reali per le principali asset class.
Grafico 3 – Il ritorno dei rendimenti reali
Fonte: Goldman Sachs, https://www.goldmansachs.com/intelligence/pages/gs-research/global-markets-outlook-2024-towards-a-better-balance/report.pdf
Come mostra il grafico elaborato dagli analisti di Goldman Sachs, sono attesi rendimenti reali positivi su tutte le principali asset class, con le obbligazioni a lunga duration che potrebbero offrire rendimenti superiori alle altre asset class.
Obbligazionario
Con il ritorno di rendimenti reali positivi, con un’inflazione attesa in calo e con i tassi di interesse delle banche centrali che potrebbero vedere una riduzione qualora le economie dovessero rallentare la propria crescita, i principali analisti delle banche d’investimento del globo sono concordi sull’aumentare l’esposizione verso l’obbligazionario investment grade a media-lunga duration.
Tale asset class tende a ben performare anche in caso di recessione, rappresentando una protezione da tale scenario macroeconomico per gli investitori che andranno a sovrappesarla (sempre mantenendo il focus sulla costruzione efficiente di portafoglio ed evitando la concentrazione).
Chiaramente, in caso di mancata recessione ed eventuale ulteriore stretta monetaria da parte delle banche centrali tale asset class potrebbe perdere qualche punto percentuale, motivo per il quale occorre sempre mantenere un’asset strategica di portafoglio efficiente (https://mail.davideberti.it/blog/asset-allocation-strategia-dinamica-e-tattica).
Strumenti del mercato monetario
Con il ritorno di rendimenti reali positivi, per i meno propensi al rischio che tendono a mantenere la liquidità sul conto corrente è opportuno rivedere la propria “strategia di investimento”, allocando i risparmi in strumenti efficienti a breve scadenza in grado di rivalutare i risparmi correndo un rischio limitato.
Tra gli strumenti a breve scadenza rientrano i cosiddetti strumenti del mercato monetario, ossia tutti quegli asset con scadenza inferiore ai 12 (o 18) mesi. Per via della scadenza breve tali strumenti sono tendenzialmente considerati, a seconda dell’emittente ovviamente, risk free.
Con la crescita dell’inflazione tra il 2021 ed il 2022 (vedi grafico 2) la liquidità parcheggiata in conto corrente ha subito forti svalutazioni e visto il livello dei tassi di inizio 2024 ha senso trovare soluzioni a basso rischio per rivalutarla, soluzioni rese possibili grazie all’attuale livello dei tassi di interesse.
Azionario
Gli analisti delle principali banche d’investimento del globo si mantengono prudenti circa le proprie aspettative per l’azionario statunitense ed europeo per il 2024. Dopo la crescita del 2023, inaspettata per molti analisti che raccomandavano già da inizio 2023 di sovrappesare i bond a lunga duration, la parola d’ordine per il 2024 è prudenza.
D’altra parte, con le attese di un potenziale indebolimento del dollaro, cigno nero permettendo, l’azionario dei paesi emergenti potrebbe ripartire dai ribassi del 2023, trainando al rialzo la crescita dell’azionario globale.
Anche in questo caso, così come nel caso dell’obbligazionario investment grade, molto dipende dal profilo di rischio e dall’orizzonte temporale di ogni investitore in quanto, allocando i propri capitali tatticamente e non strategicamente si potrebbero perdere importanti rialzi di mercato (vedi il 2023).
In ogni caso, gli analisti sono tendenzialmente concordi nel sovrappesare l’azionario statunitense a discapito di quello europeo, monitorando sempre con attenzione ciclo monetario e ciclo economico e sovrappesando o sottopesando i comparti azionari che tendono a beneficiare di più a seconda della fase in cui ci si troverà.
Conclusione
Dopo un 2022 negativo, nel 2023 i mercati sono rimbalzati disattendendo le attese dei principali analisti delle più grandi banche di investimento. All’inizio dello scorso anno le attese erano per una crescita stagnante dei mercati azionari ed obbligazionari, con l’inflazione che sarebbe rimasta ben al di sopra del 2%. I mercati hanno fatto registrare forti crescite penalizzato tutti quegli investitori che sono andati “tatticamente” a vendere la parte azionaria del loro portafoglio per sovrappesare la componente obbligazionaria a lunga duration.
Gli analisti finanziari, gli economisti e gli esperti di mercato possono sbagliare e quanto detto da una banca di investimento piuttosto che da un’altra potrebbe essere completamente disatteso: chi alla fine del 2022 pronosticava stagflazione, mercati azionari in caduta libera e obbligazionario unico porto sicuro per i propri risparmi ha sbagliato completamente, ha lasciato per strada tutto il rialzo fatto registrare dai mercati nel 2023.
In sintesi quindi le parole d’ordine sono sempre tre: efficienza, diversificazione e lungo periodo. Diversificazione in termini di corretto bilanciamento tra le varie asset class al fine di strutturare portafogli resilienti e pronti per ogni scenario del ciclo economico e monetario ed efficienza in termini di selezione degli strumenti selezionati per la replica delle asset class prescelte.
Il mix di efficienza e diversificazione, congiuntamente al fattore temporale, consentono di proteggere i portafogli da eventuali ribassi di mercato, cogliendo le opportunità derivanti dai mercati rialzisti e ben difendendosi da mercati ribassisti.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
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