Tra le recenti misure fiscali introdotte dal governo italiano, l'esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell'ISEE (fino a un massimo di 50.000 euro) rappresenta una novità di particolare interesse per i risparmiatori. Questa iniziativa si inquadra in una strategia più ampia volta a incentivare l'acquisto di titoli pubblici italiani e sostenere il finanziamento del debito nazionale attraverso il risparmio delle famiglie.
Per i contribuenti, si profila una duplice opportunità: investire in strumenti finanziari che, dopo anni di rendimenti minimi, tornano ad offrire tassi più competitivi e, contemporaneamente, abbassare il proprio ISEE per accedere a bonus e agevolazioni prima irraggiungibili. Ma la domanda che molti si pongono è legittima: conviene davvero modificare le proprie strategie di investimento per sfruttare questa esenzione?
Esenzione BTP dall’ISEE
Per comprendere l'impatto reale di questa misura, è necessario innanzitutto fare chiarezza su come si calcola l'ISEE e sul modo in cui la nuova normativa lo influenza. L'Indicatore della Situazione Economica Equivalente è lo strumento che permette di valutare la condizione economica delle famiglie italiane, tenendo conto del reddito, del patrimonio e delle caratteristiche del nucleo familiare.
In forma semplificata, la formula per il calcolo dell'ISEE è la seguente:
ISEE = (ISR + 20% * ISP) / Parametro della scala di equivalenza
Dove:
- ISR è l'Indicatore della Situazione Reddituale, che comprende tutti i redditi percepiti dai componenti del nucleo familiare (stipendi, pensioni, rendite finanziarie, ecc.)
- ISP è l'Indicatore della Situazione Patrimoniale, che include sia il patrimonio mobiliare (conti correnti, investimenti, ecc.) sia quello immobiliare (case, terreni, ecc.)
- Parametro della scala di equivalenza è un valore che aumenta con il numero dei componenti del nucleo familiare e in presenza di situazioni particolari (disabilità, famiglie monogenitoriali, ecc.)
La novità sta nel fatto che i titoli di Stato come i BTP, fino a 50.000 euro, non vengono più conteggiati nel patrimonio mobiliare utilizzato per calcolare l'ISP. Questo può determinare una riduzione significativa dell'ISEE, soprattutto per chi ha una componente patrimoniale rilevante.
Concretamente, l'esclusione di 50.000 euro dal calcolo del patrimonio può portare a una riduzione dell'ISEE fino a 10.000 euro, che divisi per il parametro della scala di equivalenza (variabile in base alla composizione familiare) si traducono in un abbassamento effettivo dell'indicatore che può superare i 4.000 euro per una famiglia media. Una diminuzione di questa entità, che può rappresentare il 10-15% dell'ISEE complessivo, può essere decisiva per l'accesso a numerosi benefici sociali e agevolazioni.
La strategia di investire in titoli di Stato per abbassare l'ISEE però non risulta sempre conveniente. Esistono situazioni in cui questa scelta rappresenta una decisione lungimirante ed altre no.
Vediamo quindi come questa novità fiscale potrebbe impattare concretamente un nucleo familiare prendendo in esame due casi emblematici: quello di una famiglia con ISEE già molto alto e quello di un nucleo con ISEE già molto basso.
Applicazione pratica: due scenari
Supponiamo di avere una famiglia composta da due genitori e due figli minori, con 50.000 euro di risparmi attualmente depositati su un conto corrente. Questa famiglia ha un reddito complessivo di 45.000 euro annui e possiede una casa con un valore ai fini IMU di 150.000 euro, gravata da un mutuo che è stato già in buona parte ripagato.
Nella situazione attuale, con i risparmi sul conto corrente, il loro ISEE si attesta intorno ai 34.000 euro. Si tratta di un valore che li esclude da molte agevolazioni significative, posizionandoli in una fascia medio-alta secondo i parametri dell'indicatore. Con questo ISEE, la famiglia riceve un Assegno Unico per i figli di importo ridotto, deve pagare le tasse universitarie quasi per intero se i figli frequentano l'università, non ha diritto a tariffe agevolate per i servizi pubblici essenziali e rimane esclusa dalla maggior parte dei bonus energetici e sociali.
Supponiamo ora che questa famiglia decida di investire l'intero importo di 50.000 euro in titoli di Stato, ad esempio in BTP con scadenza a 5 anni. Grazie alla nuova normativa, questa somma non verrà più conteggiata nel calcolo dell'ISEE. Il risultato? Il loro indicatore economico scenderà a circa 30.500 euro, con una riduzione significativa di 4.000 euro, pari a quasi il 12%.
Ma cosa significa concretamente questo abbassamento dell'ISEE in termini di benefici economici? Con un ISEE di 30.500 euro, la famiglia potrebbe vedere aumentare l'importo dell'Assegno Unico per ciascun figlio di circa 15-20 euro mensili, per un totale annuo aggiuntivo che può variare tra i 360 e i 480 euro. Se i figli frequentassero l'università, potrebbero beneficiare di riduzioni più consistenti sulle tasse di iscrizione, con risparmi che, a seconda dell'ateneo, possono facilmente superare i 200 euro annui per figlio. Inoltre, in alcune regioni o comuni, un ISEE inferiore ai 32.000 euro può dare accesso a tariffe agevolate per i trasporti pubblici locali e le mense scolastiche, con risparmi che possono ammontare a ulteriori 100-200 euro all'anno.
Sommando tutti questi benefici, la famiglia potrebbe ottenere vantaggi economici compresi tra i 500 e gli 800 euro annui circa, a seconda della regione di residenza, dell'età dei figli e di altri fattori specifici. Una cifra non trascurabile, che potrebbe far sembrare la scelta di investire in titoli di Stato decisamente vantaggiosa.
Vediamo il secondo caso. Una famiglia con un reddito elevato, ad esempio 90.000 euro annui, e un patrimonio consistente, potrebbe avere un ISEE che si aggira intorno ai 60.000 euro. In questo scenario, anche riducendo l'indicatore dell'11-12% grazie all'investimento in titoli di Stato (portandolo quindi a circa 53.000 euro), la famiglia rimarrebbe comunque al di sopra delle soglie di accesso per la maggior parte dei benefici sociali significativi.
L'Assegno Unico per i figli, ad esempio, raggiunge il suo importo minimo già con un ISEE superiore a 40.000 euro. Analogamente, le fasce di agevolazione per le tasse universitarie, per i bonus energetici e per la maggior parte delle prestazioni sociali hanno generalmente soglie massime ben inferiori ai 50.000 euro. In questa situazione, l'investimento in titoli di Stato non porterebbe ad alcun vantaggio.
Pertanto, l'efficacia di questa strategia dipende fortemente dalla situazione specifica di ciascuna famiglia. Ci sono infatti delle soglie oltre le quali l'abbassamento dell'ISEE non risulta utile per accedere a ulteriori benefici.
Al netto dei potenziali benefici sull'ISEE, è necessario poi fare una seconda riflessione che riguarda la pura efficienza dell'investimento nel lungo periodo. La valutazione di convenienza non può limitarsi al calcolo immediato del rapporto tra minori rendimenti e maggiori agevolazioni, ma deve necessariamente considerare anche la dimensione temporale della scelta d'investimento.
Per molti risparmiatori, soprattutto quelli più giovani, il vero obiettivo dovrebbe essere la costruzione di un patrimonio solido nel tempo. In quest'ottica, allocare troppe risorse su uno strumento come il BTP potrebbe risultare inefficiente a causa del suo profilo di rendimento limitato. La potenza dell'interesse composto su strumenti finanziari con rendimenti superiori può fare una differenza sostanziale. Un differenziale anche solo dell'1-2% annuo, apparentemente modesto nel breve termine, si amplifica in modo significativo nell'arco di due o tre decenni, traducendosi potenzialmente in decine di migliaia di euro di maggiore ricchezza accumulata.
Mentre i BTP offrono certamente sicurezza e, nel contesto attuale, anche il vantaggio dell'esclusione dall'ISEE, è importante valutare se questa scelta sia realmente allineata con i propri obiettivi di lungo periodo. Per famiglie con esigenze immediate legate a specifiche soglie ISEE, come l'accesso a borse di studio universitarie o consistenti agevolazioni su servizi essenziali, la strategia può rivelarsi vincente. Per nuclei familiari con livelli ISEE oltre le soglie stabilite o con orizzonti temporali più lunghi, invece, potrebbe essere più efficiente privilegiare la diversificazione e il potenziale di rendimento.
Conclusioni
Alla luce delle analisi effettuate, risulta evidente che la convenienza di investire in titoli di Stato per abbassare l'ISEE non è universale, ma dipende dalla situazione specifica di ciascuna famiglia. I fattori determinanti includono la posizione rispetto alle soglie critiche, l'orizzonte temporale dell'investimento e gli obiettivi finanziari di lungo periodo.
Questa strategia si rivela di solito vantaggiosa per chi si trova appena sopra le soglie ISEE rilevanti per l'accesso a bonus e agevolazioni significative. In questi casi, anche una modesta riduzione dell'indicatore può tradursi in benefici economici concreti che superano il costo opportunità del minor rendimento.
Al contrario, per chi ha un ISEE già molto alto (dove la riduzione non consentirebbe comunque l'accesso ai benefici) o molto basso (dove si godono già delle agevolazioni massime), questa scelta potrebbe risultare controproducente, generando un'inefficienza allocativa che penalizza la crescita del patrimonio nel lungo periodo.
La decisione, quindi, richiede un'attenta valutazione personalizzata che bilanci i vantaggi immediati legati all'ISEE con l'efficienza complessiva della propria strategia di investimento.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
Hai dubbi sull'efficienza o la pianificazione del tuo portafoglio di investimenti? Clicca qui e compila il modulo!
Se vuoi rimanere aggiornato sui contenuti finanziari in tempo reale seguimi sulla mia pagina instagram!