La polizza a capitale garantito è una particolare tipologia di polizza che garantisce il capitale che viene investito all’interno della stessa. Ovviamente, come qualunque polizza e prodotto del risparmio gestito, ha dei costi di gestione che possono essere tanto più alti o tanto più bassi a seconda della polizza.
Ma come fanno le polizze ancora oggi, con il passare del tempo e con i tassi che sono sempre più bassi, avere dei prodotti al loro interno a capitale garantito?
Come funzionano le polizze a capitale garantito
Il funzionamento di queste tipologie di polizze è abbastanza semplice. All’interno degli strumenti a capitale garantito sono presenti titoli di stato che vengono assimilati ad un risk free e di conseguenza viene dato un rendimento cedolare decurtato dei costi di gestione.
Il motivo per cui certe polizze a capitale garantito riescono ancora oggi ad assicurare dei rendimenti al netto dei costi superiori al 2% è perché all’interno del loro portafoglio hanno dei titoli di stato che sono stati comprati molti anni fa, anni in cui vi erano dei rendimenti cedolari più elevati, e ciò permette, al netto dei costi, di avere dei rendimenti più alti.
Un rendimento decrescente
È anche vero però, che il sistema di funzionamento di una polizza simile è detto rolling: alla scadenza di un certo quantitativo di titoli di stato vecchi presenti all’interno della polizza o, più correttamente, all’interno della gestione separata (che è il fondo con il quale vengono gestiti i soldi dei risparmiatori), questi vengono sostituiti con titoli di stato presenti oggi sul mercato. Essendoci però al giorno d’oggi dei tassi più bassi, i titoli hanno dei rendimenti molto più contenuti, anche nella lunga scadenza.
Se un investitore monitora ed analizza il rendimento delle gestioni separate nel corso del tempo, può notare che questo è tendenzialmente decrescente. Ciò accade da una parte perché il costo di gestione rimane pressoché simile, se non leggermente diminuito, dall’altra perché entra in gioco il rolling e quindi scadono dal paniere dei titoli di stato a rendimento cedolare alto che vengono sostituiti con altri titoli della stessa tipologia ma con un rendimento cedolare molto più contenuto.
Questo fa capire come il destino di questi strumenti in un’epoca a tassi zero è arrivare ad estinguersi e di conseguenza sottoscrivere oggi polizze a capitale garantito può avere senso per persone che hanno un orizzonte temporale molto breve e contenuto, una bassissima propensione al rischio e una non particolare voglia di comprendere il funzionamento dei mercati finanziari.
I rischi nascosti
Per il resto, anche la parola garantito, è qualcosa che piace al cliente, ma da che cosa è rappresentato il garantito? Il garantito è rappresentato dalla solidità degli emittenti dei titoli che rappresentano il paniere della gestione separata e spesso questi panieri hanno un problema di forte rischio di concentrazione perché all’interno degli stessi vi sono molti titoli di stato italiani. Quando si comprano polizze a capitale garantito a gestione separata si ha nella massima parte dei casi un portafoglio composto prevalentemente da titoli di stato italiani e quindi un grosso rischio di concentrazione/Paese e si hanno comunque dei rendimenti non elevati perché anche se il rendimento cedolare di titoli passati era buono, oggi è comunque sporcato dalla presenza dei nuovi titoli di stato inseriti negli anni e dal fatto che i costi di gestione della polizza non sono inesistenti.
I costi di gestione
Fino ad ora abbiamo capito perché i rendimenti sono decrescenti (causa del sistema di rolling). Bisogna però anche controllare i costi di gestione e di sottoscrizione di queste polizze. Non possiamo accettare che questi siano elevati, in quanto si ha una certezza di riduzione dei rendimenti nel tempo e la somma delle due costituirebbe un problema non da poco.
È importante verificare che siano basse le commissioni di ingresso, che le eventuali commissioni di uscita siano azzerabili con il passare del tempo e che ci siano delle ridotte/minime commissioni di gestione. Da notare che molto spesso le commissioni di uscita scadono dopo un certo quantitativo di anni.
Questi costi sono tutti verificabili nel KID, ovvero nel Key Inormation Document.
La tassazione
Per quanto riguarda la tassazione delle polizze a capitale garantito, vi è una tassazione al 26% per quanto riguarda tutti i proventi derivanti da strumenti finanziari non titoli di stato presenti nella polizza (che ricordo sono obbligazioni investment grade) e una tassazione al 12,5% per quanto riguarda i titoli di stato.
Teoricamente, per normativa, se i titoli presenti nella gestione separata dovessero essere declassati da investment grade a non investment grade, ciò dovrebbe portare necessariamente alla chiusura delle posizioni dei titoli non investment grade. Credo però che questo avvenimento sia qualcosa di improbabile in quanto, se l’Italia dovesse essere declassata, la vendita degli asset all’interno delle polizze potrebbe provocare un drow down pesantissimo dei titoli di stato.
Riassumendo
Da tenere bene a mente che la sicurezza di questi strumenti non è così certa come la parola capitale garantito vuole far intendere. La parola garantito al giorno d’oggi vuol dire: compro titoli di stato, li mantengo nel portafoglio per un lungo arco temporale sperando che lo Stato non fallisca.
Oltretutto le polizze vecchie, sottoscritte anni fa, contenenti dei buoni titoli di stato con un alto rendimento, hanno un tasso minimo di rendimento garantito, ma ormai sono difficili se non impossibili da sottoscrivere. Per un investitore è quindi fondamentale riuscire a diversificare il più possibile.
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