L’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto del denaro nel corso degli ultimi anni: come proteggere i propri risparmi dall’inflazione e mantenere il potere d’acquisto dei propri risparmi?
In economia con il termine inflazione si indica un aumento diffuso e generalizzato dei prezzi che fa sì che il consumatore, a parità di reddito, possa permettersi di acquistare meno beni e servizi di anno in anno.
Dopo decenni di inflazione pressoché nulla, a partire dal 2021 c’è stato un vero e proprio cambio di rotta: le politiche monetarie ultra-espansionistiche messe in atto dalle Banche Centrali per arginare la crisi indotta dalla pandemia e i colli di bottiglia nel mercato delle materie prime hanno contribuito ad alimentare le spinte inflazionistiche, arrivate a raggiungere livelli che non si vedevano da decenni in molti Paesi del mondo.
Il grafico 1 mostra l’andamento dell’inflazione in Italia, evidenziando come, dopo un decennio stabilmente al di sotto del 2%, l’inflazione sia arrivata a toccare punte del 12% su base annua sul finire del 2022, livelli che non di vedevano dagli anni Ottanta e dagli shock petroliferi.
Grafico 1 – L’inflazione in Italia dagli anni Novanta ad oggi
Fonte: https://tradingeconomics.com/italy/inflation-cpi
Perché l’inflazione alta è un problema?
Le banche centrali occidentali hanno come obiettivo di inflazione il 2%: questo perché una crescita anno su anno del 2% del livello dei prezzi di beni e servizi è considerato positivo per la crescita economica di un Paese. Al contrario, una decrescita del livello dei prezzi di beni e servizi è considerata dannosa per un’economia, portando a decrescita economica.
Un’inflazione eccessivamente al di sopra del livello target del 2% è un problema in quanto va a ridurre il potere d’acquisto del denaro per le famiglie. Nel 2022 le famiglie hanno visto un rincaro medio del 6,4% sul costo medio del carrello della spesa con alcuni alimenti che hanno fatto registrare aumenti di prezzo del +50% rispetto al 2021; tra gli alimenti più consumati dagli italiani che nel 2022 hanno registrare incrementi percentuali di prezzo più significativi ci sono: pane e cerali (+ 16,4%), riso (+38%), farina (+22%), carne (+10.8%) e pesce (+10%).
L’inflazione è un problema per le famiglie, soprattutto quelle più povere, in quanto un aumento a doppia cifra nel livello dei prezzi di alimenti di uso comune e impossibile da evitare, aumento di prezzo che va ad incidere direttamente sul bilancio familiare (qualora il reddito non aumentasse di pari passo con il tasso d’inflazione)
D’altra parte l’inflazione è un bene per tutti coloro che hanno debiti dal momento che l’aumento del livello dei prezzi va a ridurre il peso del debito, riducendo il valore del denaro.
Investire per proteggersi dall’inflazione
Proteggere i propri risparmi dall’inflazione dev’essere l’obiettivo di ogni risparmiatore italiano. Cosa significa difendere i risparmi dall’inflazione?
Significa investire i propri risparmi in modo tale da ottenere un rendimento superiore al tasso d’inflazione così da permettere al proprio risparmio di non perdere potere d’acquisto nel tempo.
A livello pratico, se l’inflazione cresce del 2% all’anno e i miei investimenti rendono il 5%, oltre ad aver mantenuto il potere d’acquisto del denaro nel tempo (e quindi potermi permettere nel futuro gli stessi beni che potrei permettermi oggi), ho ottenuto anche un extra rendimento del 3%.
Come fare?
A livello aggregato di portafoglio è possibile costruire strutture efficienti dal rendimento medio annuo atteso superiore al tasso d’inflazione atteso. Un portafoglio equilibrato e ben diversificato ha un rendimento medio annuo atteso del 5,5%, con l’inflazione a 10 anni che è attesa mediamente poco al di sopra del 2%.
Chiaramente per costruire una struttura di portafoglio efficiente è necessario capire la propria propensione al rischio e il proprio orizzonte temporale, valutandoli in relazione al tasso d’inflazione atteso per il periodo in cui si intende mantenere l’investimento.
In caso di sorprese inflazionistiche può essere che il tasso di inflazione superi il rendimento nominale per un breve arco temporale (vedi ad esempio il 2022). Ciò che conta è che il rendimento al netto del tasso d’inflazione sia positivo sull’orizzonte temporale pianificato
Ragionando su orizzonti temporali più brevi per i propri investimenti (perché magari si è avversi al rischio) si può pensare di inserire in un portafoglio singoli strumenti che proteggono da sorprese inflazionistiche: sono un esempio le obbligazioni inflation linked a breve scadenza, strumenti il cui rendimento è indicizzato al tasso di inflazione. Un esempio sono i BTP Italia, strumenti emessi dallo stato italiano che vanno a garantire un rendimento reale anche in caso di deflazione e vanno ad offrire un rendimento indicizzato al FOI, indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi.
Tra gli asset che proteggono dall’inflazione è credenza comune considerare anche l’oro. L’oro non protegge dall’inflazione in quanto il rendimento del metallo prezioso è inversamente correlato ai rendimenti reali dell’obbligazionario governativo statunitense. Acquistare oro in periodi di alta inflazione solamente perché si pensa che il metallo possa proteggere dall’aumento generalizzato del livello dei prezzi potrebbe essere un errore per l’investitore di lungo periodo. (Oro e inflazione: il metallo prezioso è un asset class da avere in portafoglio?).
Conclusione
Proteggere i propri risparmi dall’inflazione è obiettivo principale che ogni individuo dovrebbe avere. Lasciare i propri risparmi fermi sul conto corrente è il modo certo per far perdere potere d’acquisto al proprio denaro nel tempo, andando ad avere un rendimento reale negativo pur non investendo sui mercati finanziari; questo perché il rendimento reale è dato da rendimento nominale meno il tasso d’inflazione: la remunerazione offerta al denaro presente sul conto corrente è da anni nell’ordine dello 0% mentre l’inflazione è tendenzialmente positiva nel tempo, fattori che fanno svalutare il denaro risparmiato.
Per proteggere i propri risparmi dall’inflazione è necessario quindi allocarlo in differenti soluzioni di investimento:
- A livello di prodotto, le obbligazioni indicizzate all’inflazione, strumenti che in fasi inflattive del ciclo macroeconomico possono garantire un rendimento reale positivo al risparmiatore;
- A livello di portafoglio, ragionando per obiettivi, si può costruire un portafoglio il cui rendimento atteso sia almeno superiore al tasso di inflazione attesa.
Investire per battere l’inflazione ed evitare che i risparmi frutto di duro lavoro e sacrifici perdano nel tempo potere d’acquisto deve essere l’obiettivo di ogni risparmiatore italiano.
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