L’istruzione è spesso descritta come la chiave per un futuro di successo, un ponte che collega aspirazioni personali e opportunità professionali. In un'epoca in cui il mercato del lavoro è in costante cambiamento, possedere una solida formazione non è solo un vantaggio, ma una necessità.
Numerosi studi rivelano che un livello di istruzione più elevato è correlato a salari più consistenti e a maggiori possibilità di avanzamento. Ma cosa significa realmente investire nella propria istruzione? Qual è il rendimento di questo investimento in termini di guadagni economici?
Il premio salariale dell’istruzione
La relazione tra istruzione e salario è ben documentata: un titolo di studio più elevato si traduce generalmente in una retribuzione maggiore. Tuttavia, l'andamento degli incrementi salariali non è lineare e presenta salti significativi in determinate fasi del percorso educativo. Basandoci sui dati di uno studio dell'osservatorio JobPrice, il primo grande aumento avviene tra la scuola dell’obbligo e il diploma di scuola superiore, con un incremento di quasi il 16%. Successivamente, si osserva un incremento sostanziale del 40% circa tra il diploma e la laurea magistrale, o del 42% circa per il master di primo livello. Al contrario, non si registrano differenze significative tra il diploma e la laurea triennale. Infine, un terzo aumento, sebbene meno marcato, si verifica tra la laurea magistrale e il Master di II livello, con un incremento del 16%.
Questi salti nella progressione salariale suggeriscono che il guadagno derivante dall’istruzione non dipende esclusivamente dal titolo conseguito, ma anche dalle opportunità professionali che esso apre. Infatti, la ricerca evidenzia come livelli di istruzione superiori aumentino la probabilità di accedere a ruoli di maggiore responsabilità all'interno delle organizzazioni, che tendono a essere meglio retribuiti.
La Tabella 1 fornisce una panoramica più dettagliata sulla retribuzione fissa in relazione ai diversi titoli di studio.
Tabella 1: RAL media per titolo di studio (2023)
Fonte: Osservatorio JobPricing
Il break-even point
Una metodologia interessante per valutare il rendimento dell’istruzione è il "break-even point", ovvero il momento in cui i costi sostenuti per l'istruzione vengono ripagati grazie ai maggiori guadagni ottenuti nel tempo. Questo punto ovviamente varia in base a fattori come il costo dell'istruzione, il percorso di studi scelto e l'andamento del mercato del lavoro.
Concentrandosi sul mercato italiano, l’Osservatorio JobPricing ha analizzato, col supporto di Spring Professional, società di consulenza internazionale di The Adecco Group, sulla base di un database di riferimento di più di 450mila profili retributivi di lavoratori del settore privato, il valore di questo break-even point.
In particolare, JobPricing, nel suo University Report, ha creato l'University Payback Index (UPI). Un indice volta a misurare il tempo necessario per recuperare l'investimento in istruzione universitaria. Questo indice considera vari fattori:
- Costi universitari: incluse tasse, materiale didattico e, per gli studenti fuori sede, alloggio e spese correlate.
- Mancato guadagno: il reddito potenziale perso studiando invece di lavorare.
- Beneficio economico: calcolato come la differenza tra lo stipendio di un laureato e quello di un non laureato.
Il risultato viene calcolato considerando il momento quando i benefici economici della laurea pareggiano i costi sostenuti. Insomma, da quando iniziamo ad essere in profitto rispetto all’investimento sulla nostra istruzione.
Di seguito (Grafico 1) vengono proposti i risultati dello studio per i principali atenei italiani.
Grafico 1: University Payback Index per ateneo 2022 (anni)
Fonte: Osservatorio JobPricing
I risultati variano notevolmente a seconda degli atenei, con tempi di recupero che spaziano dai 10 ai 20 anni. Tuttavia, è chiaro che l'orizzonte temporale per rientrare nell'investimento non è così lungo come potrebbe sembrare.
Sebbene questo dato rappresenti una buona stima del "tempo di recupero", va evidenziato che non tiene conto di fattori che possono ridurre ulteriormente tale periodo, come le agevolazioni fiscali, le borse di studio o i redditi derivanti da lavori part-time durante il percorso di studi.
Inoltre, il rendimento dell'investimento in istruzione varia notevolmente in base al campo di studio. Le lauree in ambiti STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) tendono a offrire un ritorno economico maggiore rispetto a quelle in discipline umanistiche o artistiche.
Oltre all’aspetto economico, il valore dell’istruzione include benefici come lo sviluppo di competenze trasversali e il networking professionale, che contribuiscono al successo a lungo termine, pur essendo difficili da quantificare. In un mondo in rapido cambiamento tecnologico ed economico, l'istruzione fornisce maggiore adattabilità e la capacità di apprendere continuamente, qualità sempre più apprezzate dai datori di lavoro.
Investire nell'istruzione si rivela vincente nel lungo termine: i costi iniziali sono spesso superati dai benefici economici e no, in tempi relativamente brevi. Tuttavia, il ritorno economico non dovrebbe essere l'unico criterio nella scelta del percorso di studi. Le passioni e le inclinazioni personali giocano un ruolo cruciale nel successo professionale e nel benessere personale. Un percorso che rispecchi interessi e valori individuali può portare a maggiore motivazione, soddisfazione e realizzazione, garantendo una vita lavorativa più appagante e in linea con le proprie aspirazioni.
L'istruzione si configura quindi come un investimento strategico, tuttavia, in Italia questo potenziale è spesso inaccessibile per molti. Secondo i dati OCSE solo il 19,3% della popolazione ha una laurea, molto al di sotto della media OCSE del 36,9%.
Anche tra i giovani (25-34 anni), la percentuale di laureati è solo del 27,7%, contro il 44,5% della media OCSE, evidenziando la necessità di incentivare l’accesso all’istruzione superiore.
Conclusione
Investire nell’istruzione, qualora avessi la passione ed i mezzi per sostenere l’investimento, può rivelarsi una scelta azzeccata che, mediamente, in 10-20 anni va ad ammortizzarsi totalmente.
Chiaramente si tratta di medie che variano da caso a caso: allo studente che intraprende una carriera lineare stando in Italia si possono contrapporre studenti che intraprendono carriere lavorative all’estero (tendenzialmente meglio remunerate) o riescono a fare start up (con grandi sacrifici ma grandi soddisfazioni).
Ciò che emerge è l’importanza dell’investimento nell’istruzione, investimento che deve essere ponderato e finalizzato al perseguimento dei propri obiettivi e non tanto per fare.
Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
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