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Riconoscere un buon consulente finanziario è fondamentale per chi vuole avere una rivalutazione di qualità del proprio denaro nel tempo e soprattutto per evitare spiacevoli sorprese.
Ho pensato di darvi delle linee guida generali relative ai punti cardine che è necessario andare a toccare per comprendere se il consulente finanziario con cui si sta interagendo o si vorrà andare ad interagire può essere un’ottima scelta o meno per voi.
Quali potrebbero essere le domande e gli aspetti sui quali è fondamentale indagare per essere più tranquilli sul conto della persona alla quale si sta valutando o si è scelto di delegare la gestione ed il destino dei propri investimenti e di conseguenza dei propri risparmi?
Nel marketing e nel mondo delle trattative spesso viene ripetuta questa frase: “Chi domanda comanda”. Ciò vuol dire che, in media, chi fa le domande guida la conversazione. Spesso capita che i venditori non facciano altro che fare domande al cliente, facendolo parlare per avere più informazioni possibili sul suo conto, per provare a vendere un prodotto o servizio.
Questo è lecito, ma può essere sfruttato anche dal potenziale cliente per conoscere il professionista con cui sta interagendo e per capire se i suoi prodotti o servizi possono rivelarsi utili. Quando si interagisce con un professionista, a prescindere dalla categoria di cui fa parte, è importante fare domande per cercare di estrapolare maggiori informazioni possibili sulla sua persona e sul suo modo di lavorare. Spesso infatti non vengono poste delle vere e proprie domande, ma delle semplici richieste di rassicurazione che servono a poco o nulla per conoscere la vera identità, modo di lavorare del consulente. Ma non è sulle rassicurazioni che bisogna andare a focalizzarsi nella fase preliminare, ovvero in quella fase in cui si sta valutando se la persona con la quale si sta interagendo è di qualità o no ed è idonea per essergli affidata la gestione dei propri risparmi.
I punti cardine da tenere in considerazione, a mio parere, sono essenzialmente 4:
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