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Tempo di lettura: 7 min
Quando le persone investono in Borsa, spesso pensano e credono di riuscire ad affrontare autonomamente tutte le difficoltà ma, realisticamente, la maggior parte delle volte, non è la miglior soluzione.
Pagare qualcuno che ti aiuti nella gestione dei risparmi e degli investimenti non è psicologicamente facile.
Ne sono consapevole.
Una figura esterna che gestisca e monitori con te e per te i tuoi investimenti, viene spesso etichettata come una spesa: in questo articolo proverò invece a farti comprendere quanto in realtà sia un investimento!
Innanzi tutto è necessario tenere in considerazione non soltanto il discorso relativo all’elemento del costo, ma è importante fare un’analisi oggettiva dei vantaggi che un professionista di rifermento esterno può avere per la gestione dei tuoi investimenti.
Il termine “oggettivo” non è detto a caso: una selezione di strumenti e una pianificazione finanziaria accurata può essere fatta solo se c’è una forte base di oggettività, cosa che, se si investe in completa autonomia, è difficile avere.
Le motivazioni per cui un professionista esterno può essere un buon investimento sono semplici ma evidenti:
È consigliabile mettersi nella condizione di investire in modo non autonomo al fine di risparmiare non solo tempo prezioso, ma anche energia fisica e mentale. È quindi fondamentale riuscire a comprendere che l’investimento fatto in autonomia, se ben fatto, comporta un dispendio di tempo e di energie importanti non solo per acquisire nuove e continue conoscenze finanziarie (per chi parte da zero o si occupa di tutt’altro nella vita potrebbero volerci mesi, se non addirittura anni, per riuscire a comprendere in maniera completa le logiche finanziarie) ma, anche per aggiornarsi e poi seguire l’intero iter degli investimenti. Energie che potrebbero essere impiegate in altro.
Ora ti spiegherò perché anche una persona competente ha necessità di un consulente finanziario in modo oggettivo e razionale. Facciamo una dimostrazione per assurdo:
Distinguiamo due tipologie di investitori:
Un consulente finanziario che viene remunerato senza conflitti di interesse sul capitale che gestisce, percepisce una piccola percentuale dello stesso e, di conseguenza, è possibile contare su un servizio che, a fronte di una minima spesa di denaro (il capitale non è voluminoso), permetta di non pensare ossessivamente al mondo della finanza, liberando così tempo ed energie che possono essere spese in maniera più proficua e redditizia nell’ attività lavorativa, ovviamente necessaria per rendere voluminoso il capitale in oggetto. Una persona competente sa che non sarà in grado di moltiplicare la sua redditività, ma potrà discostarsi di poco, positivamente o negativamente, rispetto al mercato. Detto ciò, è molto più proficuo focalizzarsi sul cercare di creare reddito (e dunque risparmio) delegando, per poco denaro, l’impegno e la cura dello stesso ad un consulente che è ugualmente competente e motivato nel gestirlo al meglio (e che fa economia di scala con altri clienti in quanto gestire denaro è il suo business).
Il costo del consulente finanziario è sempre una percentuale del patrimonio che, essendo un capitale importante determina quindi un costo in valore assoluto importante ma, in questo caso, è molto probabile che il valore del cliente in termini di professionista/lavoratore possa essere molto alto (in qualche modo avrà fatto per accumulare quel denaro, vi pare?), di conseguenza il suo tempo ha un valore elevato e fondamentale è come lo stesso viene utilizzato. Se pensiamo ad una cifra pari a 5000/1000 euro annui, relativa ad una persona che guadagna 15.000 euro all’anno, la stessa è considerevole. Ma la stessa cifra, per chi guadagna 100/200k all’anno, corrisponde al 3% del proprio reddito. Oltretutto, più aumenta il capitale, più è sciocco non considerare il problema dell’emotività. Infatti, per quanto una persona possa essere consapevole e con esperienza, avendo investito un grosso capitale, rischierebbe ugualmente di vacillare da un punto di vista psicologico se, a causa di turbolenze sul mercato, si verificasse un’oscillazione negativa consistente e continuativa. In questi casi il consulente è una forte assicurazione per evitare un comportamento finanziario errato, che può frenare le potenzialità del proprio portafoglio, dei propri investimenti e della propria crescita patrimoniale. Questo non per le sue competenze, abbiamo ipotizzato che l'investitore sia preparato quanto lui, ma perché è esterno, il denaro non è il suo, quindi avrà più facilità nell’essere freddo. E le crisi capitano. Per questo chi ha molto denaro è, spesso, seguito da un consulente finanziario. Considerato che lo stesso non è detto che lavori al meglio, ti consiglio di cliccare qui per ricevere una diagnosi di portafoglio gratuita.
Risulta quindi logico avere un consulente finanziario, così come avere un professionista di fiducia per ogni campo rilevante della nostra vita (es. commercialista, avvocato, assicuratore, …), che si occupi di gestire le molteplici e diverse sfaccettature della nostra vita permettendoci di raggiungere sempre più oggettività, efficienza, tempo libero prezioso da impiegare per fare ciò che effettivamente può fare la differenza per la nostra prosperità finanziaria: lavorare.
Come sempre, chiudo ricordando che è fondamentale affidarsi ad un consulente finanziario che si occupi di gestire i tuoi risparmi in maniera chiara e trasparente e che sia direttamente interessato al buon andamento degli stessi. Questo però può accadere solamente se la sua remunerazione è in funzione del capitale che gestisce e non in funzione del prodotto che viene venduto: in quest’ultimo caso, il consulente guadagnerebbe su quella parte di costi occulti, pagati dall’ignaro cliente.
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