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Tempo di lettura: 6 min
Dopo aver compreso il concetto di rischio e di diversificazione di portafoglio, aver assimilato le varie tipologie di asset allocation e aver approfondito la conoscenza di alcuni strumenti finanziari, vedremo come creare un portafoglio partendo dall’inizio.
Quali sono gli step per la creazione di un portafoglio?
Il primo step consiste nell’individuare il proprio orizzonte temporale ma quali sono le domande che l’investitore deve porsi per individuarlo? Quali sono i fattori chiave che devono essere considerati? Individuare l’orizzonte temporale è fondamentale ma è ancora più fondamentale rispettarlo. L’essere umano ha la tendenza a focalizzarsi sul breve termine anche se ha pianificato a lungo. Monitorare il proprio investimento giorno dopo giorno è essenziale per apportare correzioni statistiche basate sul concetto di bilanciamento ma, la parte fondamentale, è ragionare in funzione di un orizzonte temporale di medio-lungo termine.
Il secondo step consiste invece nell’identificazione del proprio profilo di rischio. Capire a priori il profilo è difficile ma può aiutare molto per calcolare i drow down storici (discesa massima avuta in un portafoglio) del portafoglio, per avere un’idea generale dello storno dello stesso durante una crisi. È fondamentale conoscere il drow down perché fa capire all’investitore la possibile evoluzione in negativo dell’investimento che si andrà a scegliere. Così facendo l’investitore sa in anticipo cosa può aspettarsi dal mercato. L’emotività è una chiave predominante per la determinazione del profilo di rischio.
Per approfondire questi due argomenti ascolta l’episodio 1 del podcast che ho fatto insieme a Warren buffet Italia.
Il terzo step consiste nella selezione dei pesi e delle “asset class” coerenti con il profilo di rischio scelto. Per semplificare, consideriamo le azioni e le obbligazioni come asset class di riferimento per la composizione del portafoglio: il quantitativo di azioni da inserire cresce tanto più il profilo di rischio di un investitore è elevato (portafoglio prevalentemente azionario) per contro, il quantitativo di obbligazioni da inserire nel portafoglio, aumenta tanto più il profilo di rischio di un investitore è conservativo (portafoglio prevalentemente obbligazionario). La cattiva strutturazione del portafoglio non salta immediatamente all’occhio dell’investitore poco esperto, infatti, quando ci si accorge dello sbaglio ormai è tardi. L’asset allocation deve essere fortemente personalizzata, in linea con il profilo di rischio e l’orizzonte temporale del singolo investitore.
Per approfondire questo argomento ascolta l’episodio 2 del podcast che ho fatto insieme a Warren buffet Italia.
Il quarto step consiste nel selezionare gli strumenti che replicano il portafoglio deciso. È fortemente consigliato l’acquisto di fondi comuni ed ETF ed inoltre è necessario fare attenzione al total expensive ratio del portafoglio (TER - totalità dei costi del proprio portafoglio). I costi in cui un investitore può incorrere durante la selezione degli strumenti possono essere molteplici (es. consulenza, acquisto fondi, prodotti, ecc) ed è quindi sempre necessario controllare i costi prima di investire. Se un portafoglio ha un TER pari o superiore al 3% è sicuramente inefficiente.
Per approfondire questo argomento ascolta l’episodio 4 del podcast che ho fatto insieme a Warren buffet Italia.
Il quinto step consiste nel fare ingressi a tranche sui mercati per diluire il rischio di errore nel timing. Fare un ingresso a piedi pari sul mercato può essere rischioso infatti, conviene entrare gradualmente sul mercato onde evitare il “rischio timing”. Vi sono due diverse modalità di entrata nei mercati:
Il sesto step consiste nell’essere in grado di gestire la propria emotività e mettere in pratica in maniera efficiente ed efficace i cinque step precedenti. Gestire la propria emotività nei momenti di stress è complesso: molti investitori “perdono le staffe” perché solitamente gestiscono il proprio denaro in autonomia, anche nei momenti di crisi. È utile un supporto di qualità, una spalla su cui appoggiarsi e con la quale confrontarsi per reggere lo sforzo emotivo durante i momenti di ribasso: la spalla del consulente dovrebbe fornire un aiuto finanziario e morale quindi essere presente non solo come professionista esperto ma, anche, come amico.
Con i giusti accorgimenti è possibile guadagnare bene nel lungo termine sui mercati finanziari ma perché solo pochi investitori ottengono buoni rendimenti nel lungo termine? La risposta potrebbe risiedere nella pazienza: è necessario che il singolo investitore impari ad avere pazienza di aspettare e avere la forza psicologica di non spaventarsi nei momenti difficili. Spesso possono sorgere molti dubbi quali, ad esempio, “Questa crisi sarà diversa dalle altre?” “il mio metodo è giusto?” “Se comprassi quel titolo non riuscirei a guadagnare di più?”, ma non bisogna farsi scoraggiare se il portafoglio creato è stato ben strutturato e diversificato.
Vuoi fruire di questo contenuto, arricchito di particolari, anche in formato audio? Allora ascolta l’episodio 5 del podcast che ho fatto insieme a Warren buffet Italia
Investire è un processo, non un’azione, e ciò non deve essere mai dimenticato.
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