L'eredità è un fenomeno complesso che va oltre la semplice trasmissione di beni materiali da una generazione all'altra. Essa racchiude una serie di aspetti psicologici che possono influenzare profondamente la mente e le emozioni dei soggetti coinvolti che devono essere pronti nella gestione – nel caso di trasmissione di patrimoni importanti – dei beni e del capitale ricevuto.
Scopo di questo approfondimento, come suggerisce il titolo, è capire quando e perché un’eredità milionaria potrebbe causare problemi agli eredi. Per molti infatti il titolo potrebbe sembrare un’antitesi e ci si potrebbe porre la domanda: “come fa un’eredità milionaria a causare problemi?” seguita dall’affermazione: “Datela a me l’eredità milionaria se non volete problemi!”.
Ci sono casistiche però dove l’eredità milionaria potrebbe danneggiare gli eredi e molto dipende dall’entità del patrimonio ereditato, se mobiliare o immobiliare.
Andiamo con ordine e vediamo brevemente quelle che sono le imposte di succesisione. In Italia le imposte di successione sono decisamente al di sotto della media OCSE, permettendo nella gran parte delle successioni di non vedere l’applicazione di alcuna imposta per via dell’elevata franchigia destinata agli eredi diretti (https://davideberti.it/blog/l-italia-da-un-punto-di-vista-successorio-e-un-paradiso-fiscale). Nel caso infatti di eredi diretti è prevista una franchigia, per erede, di 1.000.000€ e, superata tale soglia per ogni erede, l’imposta sarebbe solamente del 4% sull’eccedenza.
Il legislatore italiano però ha previsto che per quanto concerne la trasmissione del patrimonio immobiliare siano previste due ulteriori imposte: l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale; l’imposta ipotecaria è pari al 2% sul valore catastale dell’immobile mentre l’imposta catastale è pari all’1% del valore, con entrambe le imposte che ammontano cadauna a 200€ nel caso l’immobile diventasse per l’erede prima casa.
Appare quindi evidente che nel caso l’erede, o gli eredi, di un immobile siano già titolari della loro prima casa, le imposte sul valore catastale dell’immobile – da pagare prima della presentazione della dichiarazione di successione - potrebbero avere un impatto significativo, arrivando quindi alla situazione di un’eredità milionaria che potrebbe causare problemi per gli eredi.
Facciamo ora un esempio al fine di capire al meglio in quali casi ricevere un’eredità rappresentata solamente da patrimonio immobiliare potrebbe implicare problematiche per l’erede o gli eredi.
Immaginiamo il caso di una famiglia composta dal padre – vedovo – e da 3 figli. Il padre è in possesso di una villa tramandata di generazione in generazione, villa dal valore (che assumeremo come base imponibile per il calcolo delle imposte) di 1.500.000€.
Ipotizziamo che i 3 figli siano tutti in possesso della loro prima casa, acquistata con grande fatica e sacrifici mediante l’accesso al credito, ossia accendendo un mutuo. I 3 figli hanno quindi in capo un mutuo e hanno sul conto corrente rispettivamente qualche migliaio di euro.
Nel caso l’eredità fosse rappresentata solamente dall’immobile e da poco denaro la successione potrebbe arrecare un danno agli eredi, nonostante sulla carta spetti ad ognuno un terzo di villa dal valore di 500.000€.
Essendo sotto la franchigia di del milione per erede non sarebbe dovuta alcuna imposta di successione dagli eredi i quali dovranno però procedere al pagamento dell’imposta ipotecaria e dell’imposta catastale, rispettivamente pari al 2% e all’1% del valore dell’immobile (la cui base imponibile per il calcolo abbiamo ipotizzato essere 1.500.000€). Stando così i fatti gli eredi sarebbero tenuti al pagamento di 45.000€ di imposte (15.000€) a testa e, nel caso il de cuius non avesse tale somma in conto corrente, sarebbero tenuti a pagare la loro quota prima della dichiarazione di successione. Nell’esempio presentato, 15.000€ per figlio sarebbero un esborso non da poco considerando la loro situazione patrimoniale.
A tale prima problematica, che quindi risponde alla provocazione posta nel titolo, se ne aggiungerebbe un’altra, ossia quella dei potenziali costi di mantenimento dell’immobile. Ipotizzando infatti che i tre fratelli non riescano a trovare un accordo per la vendita della villa – situazione molto frequente quando oggetto di eredità sono immobili di famiglia in cui si è cresciuti –ognuno resterà possessore della sua parte di immobile.
I costi di mantenimento di un immobile di tale valore, rappresentati principalmente dall’IMU, considerando la tipologia di immobile, l’ubicazione e la rendita catastale dello stesso, potrebbero ammontare a circa 15.000€ (dipendendo ovviamente da altri parametri non considerati nell’esempio). Gli eredi quindi, in caso di mancato accordo sulla vendita, si troverebbero in capo una spesa per IMU di circa 5.000€ annui a testa.
Come evitare queste situazioni?
L’esempio proposto è volutamente estremo ma nella mia esperienza ho visto casi molto similari, dove l’eredità ricevuta in forma di patrimonio immobiliare ha rappresentato un peso, un danno, piuttosto che una gratificazione, un’aggiunta al patrimonio personale dell’erede.
Situazioni come quelle presentate nell’esempio possono essere evitate, da parte del de cuius, con differenti azioni da mettere in atto in vita:
- Vendendo l’immobile in quanto, dopo un consulto con i figli, sarebbe emersa la difficoltà nella gestione dello stesso per via dei costi correnti;
- Dividendo l’immobile in tre unità abitative – se possibile – al fine di permettere ad ogni figlio di smobilizzare la propria parte in caso di difficoltà nel mantenimento;
- Scrivendo le proprie volontà nel testamento, unico mezzo in possesso all’autonomia privata per decidere le sorti dei propri beni e capitali quando non ci saremo più, designando già una soluzione nel caso di mancato accordo tra le parti.
Chiaramente alla base di tutte e tre le azioni proposte c’è un importante assunto, ossia il fatto che il rapporto tra i tre fratelli e il padre sia armonioso e ci sia un dialogo finalizzato ad una decisione comune che non danneggi nessuno.
Con l’esempio proposto abbiamo quindi capito l’importanza della pianificazione successoria mentre si è in vita. Pianificare in anticipo è fondamentale per evitare dissidi famigliari e il dissipamento di ingenti risorse, oltre che energie, per l’eredità ricevuta.
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