Le opzioni sono strumenti derivati che, inserite in complesse strategie di portafoglio a rischio controllato, possono generare buoni ritorni per i trader. L’investitore di lungo periodo ha senso che le acquisti per proteggersi da crolli di mercato?
Cosa sono le opzioni?
Le opzioni sono una tipologia di strumento finanziario derivato che danno all’acquirente il diritto (ma non l’obbligo), a fronte del pagamento di un premio, di esercitare o meno la facoltà di acquistare (opzione call) o vendere (opzione put) una data quantità di una determinata attività finanziaria, detta sottostante, a una determinata data di scadenza (o entro tale data) ad un determinato prezzo di esercizio (detto prezzo strike).
La definizione di opzione così posta risulterà essere ai più molto complessa: andiamo a vederla nel dettaglio al fine di capire per bene le caratteristiche delle opzioni finanziarie, strumenti derivati per i quali è bene conoscere la teoria prima di utilizzarli.
Prima di procedere con alcuni esempi che chiariscano la definizione di contratto di opzione occorre approfondire la definizione di opzione call e opzione put.
- Le opzioni call danno all’acquirente il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare un sottostante a scadenza (o entro la data di scadenza) a un dato prezzo (strike price). L’acquirente di un’opzione call si aspetta che il prezzo del sottostante salga al di sopra dello strike così da esercitare l’opzione e guadagnare dalla differenza tra prezzo di mercato e prezzo strike;
- Le opzioni put danno il diritto al possessore di vendere a scadenza il sottostante ad un prezzo prefissato; il possessore di opzioni put ha senso eserciti tale diritto solo se il prezzo del sottostante è al di sotto al prezzo strike in modo tale da avere un profitto derivante dal differenziale tra prezzo strike e prezzo di mercato.
Il funzionamento delle opzioni – focus sulle opzioni put per coprirsi dal rischio di crollo dei mercati
Capite le definizioni di opzioni call e opzioni put vediamo ora l’esempio di funzionamento di un’opzione put allo scopo di comprendere in che modo coprirebbero l’investitore da un crollo di mercato.
Esempio - L’acquisto di una put per speculare sulla discesa di prezzo del sottostante
L’acquirente di un’opzione put guadagna denaro solamente in caso di discesa del sottostante; in caso il prezzo del sottostante non fosse al di sotto dello strike price entro la data di scadenza, l’investitore perderebbe l’intero premio investito, variabile non poco significativa per l’investitore di lungo periodo.
Vediamo ora un esempio pratico di acquisto di una put per speculare sulla discesa del prezzo di un’azione, in questo caso Apple.
Data odierna: 8 giugno 2023
Prezzo di Apple oggi: 178$
Strike price scelto: 160$
Data scadenza opzione: 19 gennaio 2024
Prezzo pagato per l’opzione: 5,55$ (moltiplicato per 100 dal momento che si muovono 100 azioni, quindi 555$)
Scenario 1 – L’acquirente può esercitare l’opzione
Immaginiamo che siamo arrivati al 19 gennaio 2024 e l’azione Apple ha raggiunto un prezzo di 140$. In tal caso si dice che l’opzione è andata in the money. L’acquirente esercitandola si assicurerà 100 azioni Apple a 160$ l’una. Il guadagno per l’acquirente in questo caso sarà dato dalla seguente formula: -(140$ - 160$)*100 – 555$ = 1.445$
Scenario 2 – L’acquirente non può esercitare l’opzione
Immaginiamo che arrivati al 19 gennaio 2024 l’opzione Apple abbia un prezzo di 190$. In questo caso l’acquirente non può esercitare l’opzione e la sua perdita sarà pari al premio pagato, ossia 555$.
Quali sono i PRO della copertura con opzioni
Compreso il funzionamento delle opzioni e del payoff che avrebbe un acquirente di opzioni put arriviamo al punto: ha senso, se si hanno obiettivi di lungo periodo, proteggere il proprio portafoglio da cali di mercato mediante l’acquisto di opzioni put?
A livello teorico tra i vantaggi della copertura del proprio portafoglio mediante l’acquisto di opzioni put rientrano:
- Il fatto di pagare un premio e non temere un’eventuale discesa dei mercati (concetto molto simile al pagamento di un premio per assicurazioni ramo danni);
- Il fatto di riuscire a gestire meglio a livello emotivo eventuali crolli di mercato, riducendo l’impatto delle perdite.
In teoria, così descritti, i vantaggi della strategia di hedging di portafoglio per mezzo di opzioni put sembrano essere significativi. All’atto pratico però occorre considerare l’impatto dei costi su tale strategia dal momento che fare market timing, e quindi prevedere con precisione assoluta i crolli di mercato, è impossibile.
Facciamo un esempio per far capire quanto costa proteggersi da un crollo di mercato utilizzando le opzioni sul FTSE MIB con scadenza 1 mese come strumento di protezione per un investitore che ha partecipazioni solamente in Big Cap italiane.
Ipotizziamo che l’investitore abbia un portafoglio dal controvalore di 100.000€ di cui 10.000€ cash e 90.000€ in Big Cap italiane.
L’investitore il 3 agosto 2023 con l’indice FTSE MIB a 28.730 punti decide di acquistare una PUT con strike 28.500 e scadenza 15 settembre 2023. Il prezzo dell’opzione è pari a 560€ che, considerato il moltiplicatore di 2,5 per ogni punto indice, porta il costo della copertura a 1400€.
L’immagine 1 mostra la grafica delle opzioni sul FTSE MIB con scadenza 15 settembre 2023 con evidenziato lo strike selezionato dall’investitore per coprire il suo portafoglio.
Immagine 1 – Opzioni FTSE MIB con scadenza 15 settembre 2023
Fonte: https://www.borsaitaliana.it/borsa/derivati/ftse-mib-options/lista.html?lang=en
Ora ipotizziamo che il FTSE MIB sia sopra quota 28.500 in data 15 settembre 2023: l’investitore ha perso l’intero premio versato, ossia 1400€, corrispondenti al 14% della sua liquidità a disposizione e all’1.4% del suo intero patrimonio finanziario.
Per l’investitore dell’esempio il costo per proteggersi da un crollo è significativo ed inizierebbe a guadagnare (al netto del premio quindi) solamente al raggiungimento dei 27.940 punti del FTSE MIB.
Appare evidente quindi come per l’investitore dell’esempio il costo per proteggersi da un potenziale crollo di mercato sia molto elevato, esponendolo ad il grande rischio di perdita certa del premio. In altre parole: qualora l’investitore non azzeccasse con precisione l’inversione di trend di mercato perderebbe molti capitali nell’invano tentativo di proteggersi. Nell’esempio proposto, ragionando per assurdo ed immaginando un andamento flat dell’indice ed il medesimo costo per protezione mensile per l’investitore, in 7 mesi l’investitore andrebbe ad esaurire tutta la liquidità a disposizione.
Coprirsi con opzioni può essere molto oneroso
Coprirsi dal rischio di crollo dei mercati con opzioni così come proposto nell’esempio è pratica del tutto insensata, con la statistica che gioca contro l’investitore considerando l’andamento di lungo termine dei mercati.
L’acquisto di opzioni put il cui strike è vicino al prezzo dell’indice ha un costo molto elevato. Nel caso dell’esempio, la crescita dei 90.000€ investiti in azioni italiane dovrebbe essere di più dell’1,5% su base mensile al fine di pareggiare il costo di 1.400€ spesi per il premio: nel caso in cui il portafoglio – e quindi il FTSE MIB - crescesse “solamente” dell’1% (e quindi di 900€), il payoff della strategia sarebbe negativo (-500€).
L’acquisto di opzioni per proteggersi da crolli di mercato potrebbe essere redditizio solamente in caso di un preciso market timing e in caso di crollo importante dei mercati. Per quanto concerne i crolli di mercato però, prendendo lo S&P500 come benchmark del mercato azionario, dal 1950 al 2022 ci sono stati solamente 12 crolli di entità superiore al 20%: tale dato conferma come storicamente sia stato molto complesso azzeccare un crollo importante del mercato, dato a supporto della tesi della difficoltà di coprire il proprio portafoglio da crolli per mezzo del mero acquisto di opzioni put.
Molti investitori in linea teorica pensano di poter battere il mercato, prevedendo con assoluta precisione l’inversione di trend e proteggendosi in maniera adeguata. Tale pratica nella realtà è molto complessa per l’investitore retail, non dotato di infrastrutture e dati propri di apposite divisioni di risk management di fondi e banche d’investimento.
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