Reddito e patrimonio sono due elementi che vanno a determinare il livello di risparmio ed il tenore di vita di un individuo. Il reddito rappresenta un flusso di ricchezza percepito da un individuo durante un periodo di tempo. Il reddito si contrappone al concetto di patrimonio, dove con patrimonio si intende la ricchezza in un dato istante di tempo espressa in termini monetari.
Dalla definizione di reddito e di patrimonio possiamo dedurre due importanti evidenze:
- il reddito è un flusso mentre il patrimonio è una disponibilità finanziaria in un preciso momento;
- il reddito, o meglio, l’accantonamento nel tempo di una parte del reddito, va a determinare il patrimonio di un individuo.
L’ammontare di reddito che un individuo incassa dipende dalla sua posizione lavorativa mentre il patrimonio di un individuo dipende sia dall’ammontare di reddito accantonato nel corso di una vita ed eventualmente rivalutato mediante investimenti di natura finanziaria e non, sia dall’ammontare di patrimonio trasmesso da familiari defunti.
Dire cosa sia meglio tra patrimonio e reddito è molto complicato ed è un elemento puramente soggettivo: alla domanda “è meglio avere un lavoro che garantisce un reddito mensile di 20.000€ oppure è meglio avere un patrimonio di 2 milioni di euro?” le risposte sarebbero differenti a seconda dell’età di una persona e a seconda della sua condizione reddituale e patrimoniale attuale e prospettica. Un pensionato il cui patrimonio è inferiore ai 2 milioni di euro potrebbe preferire il patrimonio; il giovane che ha appena iniziato a lavorare e ha davanti a sé 30 anni di lavoro propenderebbe indubbiamente verso il flusso di reddito di 20.000€.
Come la presenza/assenza di reddito/patrimonio ci condizionano?
Anziché focalizzarci sul fatto se sia meglio il reddito o il capitale è più interessante soffermarci su come la presenza o assenza di uno o dell’altro ci vadano a condizionare in termini di spesa e di comportamento sui mercati finanziari.
Al fine di rendere una trattazione completa dell’argomento seguirò un preciso schema, che parte dallo scenario di reddito e patrimonio nulli e arriva allo scenario idilliaco di reddito e patrimonio elevati.
Andiamo con ordine. Nel caso estremo di un individuo privo sia di reddito che di capitale c’è ben poco da dire: il comportamento dello stesso sarà tendente alla sopravvivenza. Tale condizione è tipica di un giovane studente che non ha né consistenze patrimoniali né un reddito. La sua sopravvivenza è determinata dall’aiuto di terze figure quali ad esempio i genitori o altri familiari.
Nel caso in cui un individuo dispone di un reddito ma non ha una consistenza patrimoniale, la propensione alla spesa sarà tendenzialmente più elevata di un individuo che ha patrimonio ma non ha reddito. Tale considerazione deriva dal fatto che la certezza di avere flussi ricorrenti in ingresso fa percepire all’individuo una maggiore spesa come un minor risparmio e non come una dilapidazione del patrimonio. A livello di profilo di rischio sui mercati, il fatto di non avere un patrimonio e la certezza di avere flussi porta l’individuo a propendere verso profili di rischio più aggressivi.
Passiamo ora al caso di un individuo che non dispone di un reddito ma ha una certa consistenza patrimoniale che gli permetta di vivere di rendita. Da un punto di vista di spesa, tale individuo, non avendo la certezza di flussi di cassa ricorrenti derivanti dal reddito, tenderà ad una riduzione delle spese, portando il livello di spesa ben al di sotto delle proprie reali possibilità. Tale comportamento è derivante tendenzialmente dal timore di andare a ridurre il proprio patrimonio che, una volta esaurito, potrebbe portare l’individuo in una condizione di difficoltà. Allo stesso modo, il profilo di rischio sui mercati di tale individuo sarà molto prudente in quanto la paura di dilapidare il patrimonio è elevata e si è consapevoli di non avere la forza di ricrearlo. Tale condizione è tipica di chi eredità importanti somme e fa un lavoro normale.
L’ultima casistica è quella di un individuo che ha sia buone capacità reddituali sia una buona consistenza patrimoniale. Tale situazione è tendenzialmente idilliaca, con le spese che vengono sostenute, entro i limiti del reddito, senza troppi pensieri e, allo stesso tempo con il profilo di rischio sui mercati che non è minato dal timore di poter perdere tutto.
Le quattro casistiche presentate possono essere riassunte dalla tabella 1.
Tabella 1 – propensione al rischio sui mercati e propensione alla spesa a seconda delle proprie disponibilità reddituali/patrimoniali
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Reddito |
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Alto |
Basso |
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Patrimonio |
Alto |
Propensione alla spesa con allineamento al reddito Comportamento razionale sui mercati |
Bassa propensione alla spesa per paura di dilapidare il patrimonio. Comportamento irrazionale e diffidente sui mercati |
Basso |
Propensione alla spesa in linea con il reddito alto. Comportamento sui mercati tendente all’assunzione di maggiori rischi al fine di conseguire importanti guadagni |
Situazione estrema dove c’è un comportamento tendente alla sopravvivenza e non si fanno ragionamenti su investimenti bensì si cerca di coprire le proprie esigenze di spesa basilari con il reddito |
Fonte: elaborazione personale
La gestione efficiente della condizione zero reddito ed elevato patrimonio
Tra tutte le casistiche presentate, escludendo il caso estremo di zero patrimonio e zero reddito, situazione tipica di un giovane che deve ancora entrare nel mondo del lavoro, la casistica che merita di essere approfondita perché più di difficile gestione è quella di “zero/basso reddito ed elevato patrimonio”.
Tale casistica è tipicamente rappresentativa di individui che hanno ereditato o vinto una grossa somma e si trovano a dover gestire un patrimonio che è di qualche ordine di grandezza più grande rispetto ai loro flussi reddituali.
Una gestione efficiente di tali situazioni parte dalla determinazione del livello di spesa dell’individuo e dal grado di copertura delle spese correnti con i flussi di reddito. A tale fase segue la determinazione dell’eventuale gap esistente tra livello di spesa coperta dal reddito e tra livello di spesa da coprire mediante l’utilizzo del patrimonio.
Una volta comprese le esigenze di spesa dell’individuo occorre valutare se, mediante un’allocazione prudente/equilibrata del capitale è possibile generare flussi di cassa ricorrenti in grado di coprire le spese senza intaccare il patrimonio.
L’implementazione di un’allocazione efficiente del patrimonio è quindi fondamentale al fine di avere flussi di cassa in grado di coprire le spese e al contempo preservare il patrimonio senza dilapidarlo per coprire le spese correnti.
Molto spesso seguire queste semplici logiche di gestione del patrimonio risulta essere complicato per quegli individui che, ereditata un’ingente somma, alzano conseguentemente il proprio tenore di vita, non consapevoli del fatto di non potersi permettere tale tenore di vita semplicemente con il loro reddito (al di sotto delle spese correnti).
Conclusione
La distinzione tra reddito e patrimonio e la comprensione delle tendenze di comportamento degli individui nei vari scenari presenti può essere molto utile per permetterci di capire il comportamento degli individui e la condizionata propensione al rischio a seconda della propria condizione reddituale e patrimoniale.
In un’attenta pianificazione nella gestione dei propri flussi di reddito risparmiati e/o nella gestione del patrimonio cumulato e/o ereditato deve essere considerata la propria emotività a seconda della condizione in cui si è, senza che tale emotività conduca a scelte del tutto irrazionali.
Se per un giovane, in fase di avviamento della propria vita lavorativa, il focus deve essere sul reddito e sui flussi in ingresso generati, per una persona meno giovane che ha cumulato un certo ammontare di patrimonio grazie ad importanti flussi reddituali il focus deve essere riposto su un’efficace gestione dello stesso, gestione che permetta di mantenere il tenore di vita raggiunto negli anni.
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